Essi vivono (They live) è un film di John Carpenter, diventato con gli anni un vero e proprio cult, a metà strada tra l’horror e la fantascienza.
Opera del 1988 prodotta negli Usa, per una durata di 93 minuti con un budget di circa 4 milioni di dollari, è considerato uno dei più iconici lavori del regista americano, ritmato peraltro dalla colonna sonora elettronica da lui stesso composta che accompagna lo spettatore con una cadenza inquietante che la fa divenire protagonista essa stessa del film.
Un disoccupato, John Nada (Roddy Piper, lottatore professionista), lascia Denver in Colorado per recarsi a Los Angeles in California per cercare un lavoro.
Appena giunto assiste alla predica di un prete cieco che in un parco si scaglia contro l’élite politica a suo dire venduta a degli occulti padroni. Non fa in tempo ad ascoltare che un’auto della polizia giunge a controllare e lui riprende il suo cammino.
Trova un posto in un cantiere edile dove fa amicizia con un collega, un uomo di colore, Frank Armitage (Keith David), che gli trova anche un alloggio in una sorta di accampamento chiamato “Justiceville” alla periferia della città.
La bidonville confina con una Chiesa in cui predica con toni apocalittici un prete afroamericano, lo stesso che aveva visto nel parco appena giunto in città.
Nada, dormi lì dopo la sua prima giornata di lavoro e la mattina dopo si accorge che la Chiesa in realtà è vuota e il coro gospel che si sente da fuori è solo un nastro registrato. All’interno il prete (Raymond St. Jaques) e un altro predicatore trasmettono un messaggio via TV in cui si fanno strane affermazioni che incitano al risveglio delle coscienze in un mondo dominato dalle apparenze e corrotto.
Il segnale si intromette disturbandolo nelle normali trasmissioni televisive.
All’interno della Chiesa John trova uno strano cartello, “Essi vivono, noi dormiamo” insieme ad una cassa contenente degli occhiali da sole neri.
Nada è scoperto dal prete cieco ma divincolandosi scappa non prima che il predicatore l’abbia tastato per riconoscerlo e cercare di trattenerlo come adepto.
Qualche tempo dopo il campo viene distrutto dalla polizia e la Chiesa perquisita. Nada fugge portandosi dietro la cassa che in realtà contiene degli occhiali da sole.
Grande è la sua sorpresa quando si accorge che si tratta di occhiali speciali che fanno vedere – in bianco e nero – come è veramente la realtà e cioè che molti abitanti della terra sono in realtà dei mostruosi alieni, dalla faccia di zombie e tutto ciò che è scritto nei cartelloni pubblicitari e nei libri è fatto da potenti messaggi subliminali che condizionano i terrestri a “consumare”, “obbedire”, “sottomettersi allo Stato e alle autorità”.
A sua volta gli alieni si accorgono presto che John li può vedere e lo segnalano alla polizia tramite un orologio da polso.
A questo punto Nada entra dapprima in un minimarket e poi in una banca, dove comincia a sparare uccidendo alieni, ma viene chiamata la polizia, mista aliena e umana.
L’operaio allora si rifugia in un palazzo che ospita una stazione televisiva, Canale 54, dove prende in ostaggio una donna, Holly Tompson (Meg Foster) che vi lavora.
Saliti sulla sua auto, costringe Holly a guidare fino alla sua abitazione, ma la donna – mentre si serve da bere – con un trucco lo colpisce con una bottiglia al capo e lo scaraventa fuori da una finestra, nel giardino sottostante.
Nada riesce a salvarsi e raggiunge Frank e dopo una epica scazzottata riesce a fargli indossare gli occhiali che mostrano anche a lui la verità.
Gilbert (Peter Jason), il capo cantiere che fa parte della resistenza, si fa vivo con loro e li invita per una riunione segreta dei ribelli che si terrà la sera stessa.
I due vanno e lì trovano molti umani, parecchi della bidonville, che gli spiegano come la Terra sia stata invasa da una razza aliena che ne sfrutta le risorse e che ci siano terrestri che si sono venduti a loro in cambio dei beni del capitalismo.
Viene dato loro un “orologio” che utilizzano gli alieni per scomparire improvvisamente nel nulla.
Alla riunione John ritrova inaspettatamente Holly, che lo convince che sta dalla parte dei terrestri, ma mentre parla con lei la polizia fa irruzione uccidendo molti convenuti.
Premendo un bottone posto sull’orologio si apre un portale nel terreno da cui i due riescono a fuggire. Si ritrovano quindi in una base segreta posta sotto l’emittente Canale 54 che utilizza un segnale emesso da un’antenna sul tetto dell’edificio per ingannare gli occhi umani e non far vedere le vere sembianze degli extraterrestri.
Inoltre, tale struttura è una sorte di “astroporto” da cui partono e arrivano gli extraterrestri tramite un sistema di teletrasporto.
Lì incontrano uno degli abitanti della baraccopoli, un vagabondo (George Buck Flower) che in realtà è un collaborazionista che li porta in giro a vedere la base pensando che anche loro si fossero associati agli invasori.
Nella base è in corso una riunione, un party alieno in cui si parla delle politiche extraterrestri e degli alleati umani.
John e Frank assistono impietriti e quindi decidono di distruggere l’antenna che trasmette in tutto il mondo il segnale disturbante. Andando verso il tetto incontrano Holly che si unisce a loro. Tuttavia la donna è una traditrice e spara in testa a Frank e poi – poco dopo – prende di mira John, che però riesce a ucciderla mentre da un elicottero le forze di polizia gli intimano di arrendersi.
Nada però riesce a sparare al trasmettitore che va in mille pezzi. A questo punto il segnale non può essere più trasmesso e il mondo scopre la verità sul terribile aspetto degli alieni. Il film termina con John che viene crivellato dai colpi sparati dagli elicotteri.
Film dai ritmi sincopati del grande regista statunitense, autore di opere indimenticabili come Fog (1978), 1997: Fuga da New York (1981), La Cosa (1982), Il signore del male (1987), Fantasmi da Marte (2001).
Scene ricche di pathos, come la finta Chiesa di Los Angeles dalle finestre verdi, in comune peraltro nel simbolismo di Carpenter con quella inquietante e solitaria descritta ne Il signore del Male. Il tubo catodico diventa il propagatore del bene e del male, la Tv come dimensione escatologica, che richiama il simbolismo peraltro presente in Videodrome (1983), dell’omologo canadese David Cronenberg, per tanti versi simile a Carpenter.
Tecnologia, carne e metallo, mondi alieni, realtà fantastiche su uno sfondo degradato e degradante della città di “cristallo e cemento”, quella Los Angeles avamposto di un Occidente così estremo che si fa già Oriente nel gioco dei paralleli convenzionali.
Carpenter riesce a trasporre e ad amalgamare mirabilmente in questo inquietante film le angosce esistenziali di un intero mondo, quello Occidentale, e di una intera epoca, quella della minaccia atomica, peraltro tornata drammaticamente attuale anche nei nostri giorni segnati dalla ricomparsa di due ospiti sgradite e pur spesso presenti nella storia dell’umanità: le pandemie e guerre.
La narrazione si incentra sulla tematica degli alieni alleati segretamente con i pezzi da novanta della politica e della economia mondiale. Film definito “di sinistra” per la sua costante critica al capitalismo, alla onnipresente pubblicità e allo yuppismo rampante e ai valori superficiali del consumismo, fu per questo visto a suo tempo come poco “patriottico”, in un movimento in cui l’America di Ronald Reagan stava vincendo la sua partita con l’URSS di Michail Gorbaciov.
Non per niente il protagonista si chiama Nada, e cioè “niente” in spagnolo.
Il film è tratto dal racconto di Ray Nelson, Alle otto del mattino (Eight O'Clock in the Morning) pubblicato nel 1963 in The Magazine of Fantasy & Science Fiction diventata poi una grapich novel nel 1988.
All’inizio degli anni ’70 Nelson tenne un corso di scrittura presso una Chiesa unitaria di San Francisco, tema che pare poi ripreso nel film Essi vivono.
Interessante notare come il nome di Armitage sia un omaggio al protagonista de L’Orrore di Dunwich, di H.P. Lovecraft.
2 commenti
Aggiungi un commentocapolavoro
Si. Lo ricordo bene, una delle tante chicche di Carpenter. Unica nota per me stonata, la scazzottatura esagerata tra i due protagonisti (ma forse un semplice "omaggio" alla professione di wrestler di uno dei 2)
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID