L’autore
Luca Perri, classe 1986, è dottore di ricerca in astrofisica, ma è anche un apprezzato saggista, autore di Astrobufale. Tutto ciò che sappiamo (ma non dovremmo sapere) sullo spazio, che ha vinto il Premio Cosmos degli studenti 2019.
Già noto al pubblico televisivo di Superquark + e Kilimangiaro, nel marzo 2020 si ritrova, come altri sessanta milioni di italiani, bloccato tra quattro mura a causa del lockdown. Inganna allora il tempo scrivendo un saggio su una delle sue grandi passioni: la saga di Star Wars, di cui, da fiero nerd, conosce ogni più piccolo dettaglio.
Recensione
Ci sono due tipi di persone a questo mondo: chi ama spasmodicamente Star Wars e chi invece ha una vita sociale
La saga
Da sempre la saga di Guerre Stellari è oggetto della diatriba "È fantascienza o fantasy?", una questione annosa che divide i fan di Star Wars, accendendo spesso dei flame nei gruppi dedicati.
Lungi dal rispondere a questa spinosa domanda, Luca Perri affronta la saga in maniera più congeniale a lui: si focalizza sulla parte di Star Wars che può essere interpretata come scienza e che nel futuro potrebbe essere realizzata o meno, e lo fa rispondendo a domande poste in forma di quiz per il lettore.
Di cosa parla "La scienza di Guerre Stellari"?
La scienza di Guerre Stellari parla di astrofisica, di fisica quantistica, di ingegneria spaziale, di microbiologia. Parla anche di quanto gli astrofisici – o “astrocosi”, come li ridefinisce Perri – amano complicarsi la vita.
Ciò che interessa all’autore non è “quanto la scienza sia stata rappresentata nella fantascienza, ma quanto l’abbia influenzata o ne sia stata influenzata a sua volta.”
Se, dunque, la visione di Star Wars vi ha lasciato dei dubbi, be’, questa è l'occasione per chiarirvi le idee.
Il saggio
La scienza di Guerre Stellari ha la struttura di una puntata del quiz “Chi vuol essere milionario?”.
Nonostante le premesse la lettura non richiede particolari nozioni scientifiche e, secondo l’autore, nemmeno la visione pregressa della saga.
Più che testare la vostra conoscenza di scienza e fantascienza, metterà alla prova la vostra abilità di dedurre la risposta giusta anche se la domanda potrà apparire strana.
Come rivela Luca Perri: "L’unica cosa di cui dovrete armarvi è la curiosità.”
Struttura del libro
Ne La scienza di Guerre Stellari, Luca Perri ha raggruppato gli argomenti in nove capitoli, tanti quanti sono gli episodi della saga.
La scelta è palese dal momento che ogni capitolo ha per titolo Episodio a cui segue la numerazione cronologica – non di realizzazione – della saga, mentre il sottotitolo parafrasa quello della pellicola cui è legato.
Si parte infatti dal film Episodio I: La Minaccia Fantasma, che nel libro si tramuta nel titolo di capitolo: Episodio I – La galassia fantasma.
Proseguendo la lettura, invece de Il Risveglio della Forza abbiamo Il prelievo della Forza e ovviamente nel capitolo così nominato si parlerà dei midichlorian.
Anche la grafica delle intro dei singoli capitoli simula quella dei film, con un tappeto di parole che scorre verso lo spazio profondo trapunto di stelle, restituendo la sensazione di stare iniziando un viaggio in direzione di galassie lontane.
Ogni capitolo si apre con una domanda a scelta multipla che potrà riguardare la scienza o la saga di Star Wars. La presunzione di una conoscenza almeno base della saga potrebbe pertanto allontanare il lettore che non l’ha mai vista. Dapprima il saggio appare più adatto ai fan di Star Wars che ai profani o ai novizi, ma l’autore rassicura: anche un lettore che non ha mai neppure sentito parlare della saga potrà godere la lettura imparando qualcosa di nuovo.
Lungo il capitolo, infatti, Perri spiega il substrato scientifico su cui si basa la domanda iniziale e, per mezzo di aneddoti sulla ideazione e realizzazione di Star Wars, rilascia, pagina dopo pagina, le informazioni che aiutano a dedurre, o scoprire per i meno attenti, la risposta giusta.
Il saggio si propone quindi come un volume interattivo, che sprona il lettore a scervellarsi un po’, divertendosi con un autore che si presenta come uno di noi, con “appena” qualche conoscenza scientifica in più… e un senso dell’umorismo molto personale.
Lo stile
Per l'appunto: l'umorismo. Se vi aspettate un saggio serioso scritto col tono da professore rimarrete stupiti o delusi.
Luca Perri segue a tratti la via indicata a suo tempo dal fisico Lawrence Krauss che ha pubblicato vari volumi sulla fisica di Star Trek e sulla fisica dei supereroi dei fumetti, ma si differenza da questi per il tono umoristico che pervade il libro.
Star Wars è ed è sempre stato un qualcosa per cui la sospensione dell'incredulità è fondamentale. Alle volte anche quella del buon gusto
Lo stile di scrittura è da nerd divertito, anche se l’umorismo che permea il libro suona talvolta un po’ forzato e artefatto, quasi obbligato dal desiderio dell’autore di alleggerire un saggio abbastanza denso di concetti scientifici – dall’ingegneria alla immancabile fisica quantistica – ma la passione palpabile dell’autore per la saga smussa questo aspetto.
È senz’altro un umorismo da millennial che un po’ si compiace dell’appartenenza alla propria generazione e soprattutto dell’essere nerd. Talvolta, forse cercando di fare il verso a Sheldon di The Big Bang Theory, scade un po’ nella saccenza.
L’eccessivo umorismo e il tono amichevole, da pari del lettore e tuttavia ben consapevole di non esserlo, attenua un po’ il lato scientifico del saggio.
L’umorismo da nerd, comunque, non disturba troppo e consente di leggere in maniera molto rilassata questo saggio che fa luce su alcuni dubbi della saga.
Con la “scusa” di chiacchierare di Star Wars, Luca Perri cerca di trasmettere al lettore anche la conoscenza di alcuni elementi della scienza e della fantascienza come ad esempio i Midichloria.
Non è tutto rose e ioni.
Come detto, Luca Perri non lesina battute. Non tutte sono riuscite, alcune sono tirate per i capelli; l’autore inserisce anche degli scherzetti nel saggio. Tuttavia, il volume è un amalgama di informazioni scientifiche e curiosità sulla saga.
Luca Perri risolverà il famoso dubbio sulla rotta di Kessel, che Han Solo avrebbe percorso in meno di 12 parsec; vi spiegherà cos’è realmente un parsec, come è nata quella battuta nelle intenzioni di George Lucas e come quella discussa scena ha influenzato la saga in futuro.
Il libro si conclude con una valutazione delle risposte che avrete dato alle domande del quiz.
Nel capitolo Il Tempio Jedi scoprirete se siete novizi, padawan, Jedi o maestri Jedi; insomma, dei veri esperti di Star Wars.
Conclusione
La scienza di Guerre Stellari, di Luca Perri, è un saggio simpatico, che trasuda entusiasmo e passione per la saga e per la scienza in generale, ma soprattutto desiderio di condividere il sapere.
Potrà piacere ai millennial e ai giovani della generazione Z che hanno scoperto Star Wars con qualche decennio di ritardo – con la seconda o con la terza trilogia, o magari con gli spin-off – e che sono corsi a recuperare il pregresso.
L'autore rallegra l'atmosfera con uno stile simpatico, punteggiato di battute, pertanto, se cercate un saggio serio, non è il libro per voi. Se invece gradite una lettura ricca e interattiva, l’acquisto vale la spesa e le probabilità di imparare cose nuove sono alte.
Questo volume non può mancare nella biblioteca dei fan di Guerre Stellari, ma può essere anche un buon regalo da fare ai teenager e ai pre-adolescenti che hanno scoperto solo ora la saga e che potranno fare a gara con gli amici a chi indovina il maggior numero di risposte, nella speranza di meritare, alla fine della lettura, il titolo di Maestro Jedi… almeno per gioco.
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