Il regista Matt Reeves in arrivo dalla saga prequel di Il pianeta delle scimmie, lo ha ribadito spesso: in The Batman non dovremo (sorbirci) rivivere le origini del Cavaliere oscuro, con la morte dei genitori nel vicolo, le perle che cadono e un Bruce Wayne bambino spaventato. Il film come forse saprete, racconta il secondo anno di Bruce nei panni di Batman e soprattutto, rivela un aspetto del personaggio poco sfuttato al cinema. Ma andiamo con ordine.
Gotham
Per il regista era molto importante che Gotham non assomigliasse a New York o Chicago (Dove Christopher Nolan aveva ambientato la sua trilogia). La sensazione che voleva comunicare al pubblico è che si trattasse di un posto che non avessero mai visto prima eppure in qualche modo una città iconografica americana
Ma davvero corrotta e rovinata.
Reeves voleva che fosse a tutti gli effetti come il nostro mondo, al punto che L'enigmista (Paul Dano) usasse i social media per inviare i suoi macabri indovinelli. Il livello di realismo voluto dal regista è arrivato al punto di far sì che L'enigmista fosse ispirato al vero e famigerato Killer dello zodiaco degli anni sessanta, caso tuttora rimasto irrisolto, il quale inviava lettere enigmatiche ai giornali locali per sfidare le forze di polizia.
I cattivi
Come anticipato, il film non racconterà le origini di Batman, ma quelle di Catwoman (Zoë Kravitz), Il pinguino (un irriconoscibile Colin Farrell), L'enigmista e molti altri ancora da scoprire e soprattutto il film enfatizzerà un altro aspetto visto nei fumetti ma spesso ignorato al cinema: nessuno di loro esisterebbe se non fosse esistito Batman, è stato lui ad accendere la miccia dei villain di Gotham. Selina Kyle (Zoë Kravitz) non è ancora Catwoman, Oswald Cobblepot (Colin Farrell) non è ancora il pinguino (ma avrà una serie spin-off su HBO Max che racconterà la sua ascesa) e anche Edward Nashton (Paul Dano), che infatti non si chiama Edward Nigma, non è ancora L'enigmista. Nel film prende di mira figure enimenti della città, considerati dei veri pilastri, ma dopo ogni omicidio rivela anche la verità dietro l'apparente facciata di buonismo di questi benefattori o apparentemente positivi personaggi. E nella sua discesa nelle profondità del mondo del crimine di Gotham, il film sarà più un noir in stile Chinatown (1974, con Jack Nicholson) che approfondirà più il lato da detective di Bruce Wayne (Robert Pattinson) e un po' meno quello delle scene d'azione.
The Batman vede tra i protagonisti Jeffrey Wright (Westworld) nel ruolo del commissario Gordon, John Turturro in quello del boss mafioso Carmine Falcone e Andy Serkis in quelli di Alfred Pennyworth e il suo arrivo da noi è previsto il 3 marzo, un giorno prima dell'uscita americana, vi lasciamo con il trailer più recente in italiano e in lingua originale.
3 commenti
Aggiungi un commento"...il film enfatizzerà un altro aspetto visto nei fumetti ma spesso ignorato al cinema: nessuno [villain] esisterebbe se non fosse esistito Batman, è stato lui ad accendere la miccia dei villain di Gotham..."
Ho una domanda... avrebbero fatto il macellaio, l'imbianchino, il magazziniere? In una città così corrotta? Non penso proprio... sarebbero state comunque persone cattive/pericolose, senza arrivare alla teatralità che (questo si) Batman ha reso lo standard aureo, come suo modus operandi, ma pessimi soggetti sarebbero comunque stati... Batman è la cartina tornasole che ha rivelato la loro reale natura e ne è la cura...
Capolavoro senza se e senza ma
Visto ieri sera, mi è parso proprio un gran bel film.
Forse un tantino esagerato nel finale, ma nel complesso di notevole impatto emotivo. Pattinson l'ho trovato ben calato nel ruolo e con ampie possibilità di crescita. La CatWoman interpretata da Zoe Kravitz ha finalmente riabilitato ai miei occhi un personaggio che la Hathaway, con Nolan, mi aveva reso fastidioso.
Insomma Matt Reeves, regista e co-sceneggiatore unitamente a Peter Craig, non mi ha fatto rimpiangere la "trilogia" di Nolan/Goyer che considero l'unico paragone coerente per questo film.
Quello di Burton degli anni 90 a mio avviso era altrettanto splendido (penso abbiano inciso poco gli sceneggiatori) e tutto sommato quelli di Shumaker/Goldsman erano furbescamente godibili, ma tutti, chi più chi meno, si muovevano su un sentiero maggiormente caustico.
Per come la vedo, gli ultimi di Snyder sono stati invece solo dei meri piacevoli ma poco consistenti intermezzi
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