Ad Hollywood, essere “figlio di” un personaggio importante come un regista, un attore o di un produttore, probabilmente ha i suoi vantaggi, ma se si decide di intraprendere più o meno la stessa carriera del padre o della madre ecco che sotto sotto siete considerati ancor più privilegiati degli altri e spesso senza un vero talento.
Più o meno è quello che è successo anche a Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman. Pensate solo al fatto che Ivan è regista, produttore e sceneggiatore e che come produttore ha realizzato quel capolavoro che è Animal House (1978) e come regista commedie del calibro di I gemelli (1988), Un poliziotto alle elementari (1990), Dave – Presidente per un giorno (1993). Senza dimenticare che ha alle spalle un successo clamoroso come la saga cinematografica dei Ghostbusters, di cui è stato regista e produttore dei primi due film degli anni Ottanta e del reboot del 2016, quel Ghostbusters con la regia di Paul Feig.
Ma forse è proprio per i Ghostbusters che Jason è diventato a sua volta regista, produttore e sceneggiatore, visto che da bambino ha frequentato sia il set di Ghostbusters (1984) sia quello di Ghostbusters II (1989), essendo nato nel 1977.
Il suo esordio nel cinema è avvenuto con piccole particine come attore, la prima nel film I gemelli (1988) e poi proprio in Ghostbusters II (1989). Il primo vero grande passo, però, è avvenuto alla regia della commedia Thank You for Smoking (2005) e il successo arriva nel 2007, con la pellicola Juno, che vince il premio come miglior film al Festival del Cinema di Roma e ottiene una nomination come miglior regista agli Oscar 2008. Per il successivo film Tra le nuvole, Reitman ottiene agli Oscar la nomination come miglior film, miglior regista e miglior sceneggiatura non originale.
E adesso Ghostbusters: Legacy chiude in qualche modo il cerchio di questa prima parte della sua carriera di regista. Una pellicola che si può definire quasi autobiografica. Non a caso, il regista in un’intervista a Inseder.com ha spiegato che: “Ogni regista sta facendo un lavoro autobiografico, non importa quello che sta facendo. Ho realizzato questo film per mio padre. Ho realizzato questo film per mia figlia Josie. Penso che rispecchi i modi in cui vogliamo essere collegati gli uni agli altri”.
Reitman ha anche raccontato che non voleva lavorare ad un film su Ghostbusters: “Non volevo davvero che scrivessimo questo film. Soprattutto dopo anni in cui ho detto che non volevo fare un film di Ghostbusters. È diventato una metafora per le mie paure di raccogliere io stesso lo zaino protonico”.
Del resto non poteva ignorare il successo della pellicola di suo padre Ivan, infatti ha affermato il regista che ancora oggi: “Non passo un giorno nella mia vita senza vedere qualcuno che indossa una maglietta di Ghostbusters”.
E proprio con il padre il rapporto è stato abbastanza complicato: “Essere il figlio di un regista è complicato, essere il figlio di qualcuno che è ossessionato dal proprio lavoro è complicato; penso a questo per quanto riguarda il mio rapporto con mio padre. A volte è diventato complicato, come puoi immaginare con tuo padre che viene a lavorare con te ogni giorno e pesa su tutte le tue decisioni”, ha detto Reitman. “Ci mette alla prova la tua pazienza, ma allo stesso tempo dobbiamo vivere un'esperienza padre-figlio diversa da qualsiasi altra cosa.”
Ma come è nato il film?
“Dieci anni fa, ho avuto questa visione di una ragazza che sparava con uno zaino protonico in un campo di grano e improvvisamente i popcorn volavano in alto e lei lo afferrava e lo mangiava. Era solo una di quelle immagini di cui pensi Beh, non so cosa farmene. Improvvisamente ho saputo chi era la ragazza quando Harold è morto”.
Il regista si riferisce alla scomparsa di Harold Ramis avvenuta nel 2014, che ha scritto la sceneggiatura originale di Ghostbusters con Dan Aykroyd e ha interpretato Egon Spengler nel film.
Insider.com non poteva non chiedere a Reitman cosa ne pensasse del film del 2016 di Paul Feig, con protagoniste delle acchiappafantasme, interpretate da Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones.
“Quando Paul ha realizzato il suo film, ha aperto le porte”, ha detto Reitman. “Improvvisamente c’era un film di Ghostbusters senza i quattro ragazzi originali di Manhattan. Quello è stato un grande momento. Voglio vedere tutti i tipi di film di Ghostbusters", ha continuato Reitman. “Voglio vedere i film di Ghostbusters di tutti i miei registi preferiti, provenienti da culture diverse e paesi diversi. Paul ha fatto davvero il duro lavoro in modo che potessi realizzare questo film”.
Ma siamo sicuri che se gli acchiappafantasmi avranno un nuovo futuro al cinema lo dovranno al nuovo film di Jason Reitman.
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