Andrea Pelliccia (classe 1972), ingegnere chimico napoletano, ha curato negli ultimi dieci anni diverse antologie a tema sportivo, alcune delle quali a sfondo fantascientifico, senza dimenticare che è anche scrittore, esperto di fantascienza e musica rock. È autore delle antologie Up & Under – Racconti di rugby (2011), Quando c’era Paolo Valenti (2013), entrambe edite da Absolutely Free, e curatore dell'antologia La vittoria impossibile (2018), la prima antologia di racconti di ucronia sportiva pubblicata in Italia, edita da Delos Digital. Sempre come autore, oltre ad alcuni racconti, è autore del romanzo breve Tragedie sorelle (2021), edito da Cento Autori, in cui affronta due drammi sportivi: Superga (4 maggio del 1949), in cui persero la vita tutti i componenti della squadra calcistica del Torino fino a quel momento campione d'Italia per cinque volte consecutive, e quanto accaduto allo stadio Heysel di Bruxelles (29 maggio 1985), dove a pochi minuti dal fischio d'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool persero la vita 39 tifosi. Sempre per Cento Autori ha co-curato il saggio Federer Nadal Djokovic – I dominatori del tennis (2020) ed è direttore della collana di saggistica sportiva “Raccontando lo sport”. Per Delos Digital, invece, cura la collana di narrativa sportiva “Short Sport”. Collabora con articoli per Fantascienza.com e Delos Science Fiction.

La più recente fatica di Pelliccia come editor è l’antologia Olimpiadi di Toronto 2112, edita da Delos Digital, in cui undici tra i migliori scrittori italiani di fantascienza offrono la loro visione dello sport nel futuro. Ne abbiamo approfittato per parlare con Andrea oltre che dell’antologia anche della tematica sport e fantascienza.

Sport e fantascienza: ci spieghi, secondo te, cosa hanno in comune? 

Sport e fantascienza hanno molto in comune: è sufficiente immaginare uno sport praticato nel futuro oppure inventarsi uno sport di sana pianta per realizzare un’opera (letteraria o cinematografica) di fantascienza sportiva. Come ho scritto nel saggio introduttivo al libro Olimpiadi di Toronto 2112, gli esempi sono vari e, in alcuni casi, molto noti: per esempio il Rollerball del film omonimo oppure il Quidditch praticato nei libri e nei film di Harry Potter.

Un’opera, una sola, che a tuo giudizio è la più significativa del rapporto tra sport e fantascienza? 

Sono molto legato a Le Olimpiadi della follia, antologia curata da Asimov, Grenberg e Waugh e pubblicata in Italia nel 1985 come numero 993 di Urania. È la prima raccolta di racconti di fantascienza sportiva; tra l’altro vi figurano autori famosi: Clarke, Sheckley, Vance, solo per citarne alcuni.

Hai già affrontato il tema con l’antologia La vittoria impossibile (Delos Digital, 2018). Ci racconti com’è nata quella raccolta, chi sono gli autori e che tipo di storie i lettori possono leggere? 

In quest’antologia lo sport incontra l’ucronia. E, da quanto mi risulta, è la prima antologia del genere pubblicata in Italia, se non al mondo. I racconti sono presentati in ordine cronologico, proprio per provare a immaginare una storia alternativa dello sport. Si va dalla fine del XIX secolo, in cui una partita apparentemente insignificante tra due squadre inglesi cambia le sorti della storia del calcio (Gli operai che non fecero l’impresa di Simone Cola e Marco Di Grazia), alla fine del XX secolo, in cui si configura un inquietante connubio tra essere umano e auto di Formula 1 (AniCore di Lorenzo Crescentini). Nel mezzo, alcuni racconti di grande impatto: mi piace ricordare Passaggio di consegne di Giampietro Stocco, selezionato anche per Altri futuri, l’antologia che ha raccolto il meglio della fantascienza indipendente italiana del 2018. La prefazione del noto giornalista Darwin Pastorin impreziosisce ulteriormente il volume.

Ucronia e distopia sono, a tuo avviso, i filoni più adatti per raccontare lo sport sotto la luce della science fiction? 

Credo che tutti i filoni della fantascienza siano adatti per la narrazione legata allo sport. Pensiamo che anche in episodi di Star Trek e di Battlestar Galactica si parla di sport, appositamente inventati e praticati a bordo delle astronavi.

Parliamo di Olimpiadi di Toronto 2112, l’antologia appena uscita per Delos Digital anche questa a tema sport e fantascienza. Partiamo dal titolo: perché Olimpiadi di Toronto 2112? 

Il titolo iniziale era Il pallone d’acciaio, che mi sembrava abbastanza evocativo. Quando poi abbiamo concordato con l’editore di far uscire il libro a ridosso dei giochi olimpici, ho pensato a un titolo che li richiamasse e che facesse pensare alla fantascienza, per esempio una data futura. Già che c’ero, ho unito alla passione per la fantascienza e per lo sport quella per la musica rock (qualcuno forse ricorderà lo speciale su rock e fantascienza che ho curato per il numero 203 di Delos): 2112 è il titolo di un disco dei Rush, che, per chi non lo sapesse, è una band di Toronto che ha più volte messo in musica tematiche legate alla fantascienza. Ho avuto vita facile nell’approvazione del nuovo titolo, poiché Silvio Sosio, il responsabile della casa editrice, è come me un grande fan dei Rush.

Chi sono gli autori e, senza spoilerare troppo, ci racconti un po’ le storie che contiene? 

Come in La vittoria impossibile, in Olimpiadi di Toronto 2112 autrici e autori non sono di estrazione solo fantascientifica, ma anche provenienti dal mondo dello sport. Questo consente di avere un doppio punto di vista su fantascienza e sport.

Gli undici racconti dell’antologia affrontano varie discipline sportive. Ci sono partite di calcio ambientate nel futuro: Calcio spettacolo di Davide Del Popolo Riolo, L’eroe dello schermo di Giampietro Stocco, FOSCO di Mattia Loroni, o su altri pianeti, come Golden Girl di Alice Bassi. Ci sono altri sport di squadra: il baseball di Le regole del gioco di Andrea Ferrando e il football americano di Dieci dita e venti occhi di Massimo Bencivenga. Ci sono sport individuali, come il ciclismo di Sfida al Mons Olympus di Paolo Aresi e l’atletica leggera di Cinque minuti di Paolo Antonio Magrì. E poi ci sono sport inventati, come quello raccontato in Massima efficienza, minimo spreco di Laura Scaramozzino e in Salto in orbita di Alessandro Forlani, ispirato al lancio in caduta libera di Felix Baumgartner. Si chiude, per la gioia degli appassionati di fantascienza (e non solo), con una corsa tra navi sulle sabbie di Mondo9: Coraggiosa di Dario Tonani.

Insomma, un libro che, lo speriamo, incuriosirà gli amanti sia di sport sia di fantascienza. Anche perché, dopo il già citato Le Olimpiadi della follia, non mi risulta che siano state pubblicate antologie del genere.

Una domanda sull’attualità: sono iniziate le Olimpiadi di Tokyo, sotto il segno, purtroppo, ancora dell’emergenza pandemica. Quale significato hanno i giochi olimpici nel 2021? 

Sono certamente Olimpiadi in tono minore, non tanto per il contenuto sportivo quanto per le condizioni al contorno. La pandemia ancora in corso, il pubblico assente o limitato, la paura degli atleti di contagiarsi al villaggio olimpico. Insomma, c’è la forte sensazione che la narrazione di questi giochi olimpici non si limiterà alla descrizione dei trionfi e alla conta delle medaglie, ma sfocerà anche nella cronaca di vicende extra-sportive. E molti sono convinti che sarebbe stato il caso di annullare i giochi.

Recentemente è uscito in libreria per Cento Autori anche un tuo breve romanzo dal titolo Tragedie sorelle, anche questo a tema sportivo. Ce ne parli? 

In Tragedie sorelle non c’è niente di fantascientifico, purtroppo è storia e basta. Purtroppo perché in questo libro ho raccontato, in forma romanzata, le due grandi tragedie (non solo sportive) che hanno colpito le due squadre di Torino: la tragedia di Superga del 4 maggio 1949 e la tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles del 29 maggio 1985. Il libro ha ricevuto ottime recensioni: libro del mese di giugno 2021 sul Guerin Sportivo, una bella segnalazione su Tuttosport, i complimenti del direttore del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata. Spero che a questo segua anche un bel successo di vendite.

Stai curando, sempre per Delos Digital, anche una collana di ebook di narrativa, denominata Short Sport, dove appaiono storie che si ispirano a eventi sportivi, ma che possono appartenere a qualsiasi genere letterario… Cosa è uscito fino ad oggi e ci puoi anticipare qualche prossima novità? 

È una bella opportunità che mi è stata offerta da Delos Digital: curare una collana di ebook di narrativa sportiva. Finora sono stati pubblicati cinque romanzi brevi, tutti di ottimo livello, basati su vari sport: ciclismo, calcio, nuoto, rugby. Dopo l’estate pubblicheremo un romanzo breve di fantascienza sportiva: possiamo considerarlo uno spin-off di Olimpiadi di Toronto 2112.

Dopo La vittoria impossibile e Olimpiadi di Toronto 2112, ci aspettiamo anche una terza antologia… 

Chissà, le idee non mancano…