Siamo addolorati di dover condividere la notizia che il nostro amato padre e nonno è morto oggi, dopo una coraggiosa battaglia contro il cancro. Ha trascorso i suoi ultimi giorni pacificamente, vicino alla sua famiglia. Mike ha sempre affrontato le sfide della vita con stile e umiltà e ha affrontato questa ultima sfida allo stesso modo. Ci mancherà terribilmente. Sappiamo anche quanto si sentisse fortunato ad aver vissuto la vita che ha fatto. Onoreremo il suo desiderio di celebrare, non piangere, quella vita. Vi chiediamo di unirvi a noi nel ricordare con affetto e gioia il suo acuto spirito, il suo senso del dovere e la sua saggia prospettiva, acquisiti sia guardando indietro alla Terra dal punto di vista dello spazio sia guardando attraverso le acque calme dal ponte della sua barca da pesca. La nostra famiglia chiede privacy durante questo periodo difficile. I dettagli sui funerali saranno disponibili a breve.

Questo l'annuncio col quale la famiglia ha annunciato ieri la morte di Michael Collins, l'astronauta che insieme a Neil Armstrong e Buzz Aldrin portò al successo la missione dell'Apollo 11, il 20 luglio 1969.

Dei tre, Michael Collins fu l'astronauta a cui toccò il sacrificio più grande: doversi fermare in orbita lunare mentre i suoi due compagni scendevano col Lem sulla superficie del satellite. Decenni dopo lo scrittore Robert J. Sawyer definirà in suo nome "mikeys" quei protagonisti del volo spaziale destinati a fare un imprescindibile lavoro di supporto la a dover restare fuori dai riflettori nel momento più importante.

Mikeys

Il libro

A Don Lawson quella dannata faccenda non andava proprio giù, più che altro perché il capitano aveva ragione: era il capitano a essere stato scelto per guidare la prima missione sulla superficie di Marte, che sarebbe partita dalla Terra l’anno seguente. Non gliel’aveva mai detto in faccia, ma sapeva bene che il capitano e tutto il resto della NASA consideravano lui e il suo collega Sasim solamente dei Mikeys, epiteto derisorio affibbiato a quelli come Mike Collins, pilota del modulo di comando dell’Apollo 11, che era quasi arrivato fino alla meta: gli uomini destinati a restare in orbita, mentre altri facevano la storia. 

L'autore

Canadese, nato a Ottawa nel 1960, Robert J. Sawyer è uno dei migliori scrittori di fantascienza dell’ultima generazione. Ha vinto un premio Nebula già nel 1995 con uno dei suoi primi romanzi, Killer online, e nel 2003 ha ottenuto anche il Premio Hugo con La genesi della specie. Recentemente è stato insignito col Premio Aurora alla Carriera. Scrittore di fantascienza di stampo classico, con una particolare attenzione agli aspetti scientifici, Sawyer affronta spesso temi legati all’evoluzione, all’antrolopologia, all’impatto dell’uomo con le grandi rivelazioni e rivoluzioni portate dalla scienza o dal contatto con intelligenze diverse. È una persona molto alla mano, entusiasta di scrivere fantascienza e di corrispondere con i suoi lettori, anche tramite il suo sito personale il suo profilo Facebook. È socio onorario dell'Associazione Delos Books ed è stato ospite dei Delos Days a Milano nel 2011. I suoi romanzi sono stati pubblicati in Italia dall’Editrice Nord, da Fanucci e soprattutto da Urania.

Robert J. Sawyer, Mikeys (Mikeys), traduzione: Elisabetta Vernier, Delos Digital, Robotica 2, isbn: 9788867750511, ebook formato kindle (su Amazon.it) o epub (sugli altri store) con social drm (watermark) dove disponibile , Euro 0,99 iva inclusa

Ebook disponibile

Acquistalo subito su uno dei seguenti negozi online:

A lui è stata anche dedicata una canzone dal gruppo rock Jethro Tull,  For Michael Collins, Jeffrey And Me, sul leggendario album Benefit.

Nato in Italia, a Roma, il 31 ottobre 1930, figlio di un impiegato militare all'ambasciata americana, Collins aveva intrapreso la carriera militare, diventando un esperto pilota a West Point. Quando venne selezionato dalla NASA aveva al suo attivo oltre quattromila ore di volo.

La prima missione su nel 1966 sulla Gemini 10. Un'ernia gli impedì di partecipare alla missione dell'Apollo 8; una sfortuna che gli permise però poi di far parte della squadra della missione più importante, la 11 nel 1969. 

Dopo la missione dell'Apollo 11 Collins venne nominato assistente segrario di Stato da Nixon, ma si rese conto ben presto che il lavoro non faceva per lui, e chiese di essere nominato direttore del Museo Nazionale dell'aria e dello spazio, dove restò fino al 1978.