Se non fosse esistita la Justice League gli Avengers non sarebbero mai nati.

Il primo e più grande gruppo di supereroi a difesa del pianeta Terra è nato in casa DC ed ha ispirato tutti quelli che sarebbero, poi, stati creati negli anni successivi per deliziare gli appassionati.

Quindi Justice League, nel momento in cui stava per fare il salto dal fumetto al cinema, avrebbe meritato un uscita col botto, ma così non è stato.

Sappiamo dei gravi problemi personali di Zack Snyder e immaginiamo che i dirigenti Warner, preoccupati di non ricavare quanto speravamo da una simile pellicola, abbiano ragionato che chi aveva glorificato gli Avengers avrebbe fatto lo stesso con la Zack Snyder's Justice League.

Il tempo ha poi dimostrato che i migliori Avengers probabilmente sono stati quelli dei fratelli Russo, ma nel frattempo Josh Whedon era riuscito a ridurre la JL a qualcosa di appena un gradino sotto gli Avengers di Age of Ultron.

Il sommovimento di pubblico e appassionati, partito immediatamente dopo l’uscita della versione Whedon, ha fortunatamente toccato le corde giuste (che poi sono sempre quelle del guadagno di tanti bei soldoni) dei dirigenti Warner, i quali finalmente hanno accondisceso nel concedere a Snyder di rigirare alcune parti e rimontare la sua propria versione della JL.

E alla fine anche in Italia (dove auspichiamo che prima o poi possa arrivare un HBO MAX in streaming autonomo) abbiamo avuto la possibilità di vedere la nuova edizione.

Che si merita un bel sei e mezzo.

Da qui in poi potranno esserci spoiler, siete avvisati.

La parte decisamente più innovativa è la seconda metà che comprende lo scontro finale. Innanzitutto non esiste più la storyline della famigliola proletaria dell’est europeo vicino alla centrale nucleare, sede dell’apocalisse (che ci stava come i classici cavoli a merenda), ma possiamo vedere uno Steppenwolf in gran spolvero, e perfino Darkseid, che, a differenza di quanto appariva nei trailer, rivela un po’ più di oscura rocciosità, anche se pur sempre in un breve minutaggio totale.

C’è Superman in tuta nera, incazzato e potentissimo, Flash che improvvisamente mostra la sua abilità di corridore capace di superare la velocità della luce e Cyborg che funziona da perno della vicenda con uno sviluppo del personaggio migliore rispetto al montaggio precedente. Ci sono anche pennellate velocissime che riguardano altri potenziali membri della JL: nella prima parte appare una Lanterna Verde dell’antichità, invece nel finale abbiamo il cameo di Martian Manhunter, e (ringrazio un amico espertissimo della DC che mi ha dato l’imbeccata) perfino la comparsa nel laboratori S.T.A.R. di Ryan Choi che diventerà il supereroe Atom.

Insomma, i semi ci sono tutti per una Justice League ampliata e in guerra con le truppe inviate da Darkseid signore del pianeta Apokolips.

Anche se l’aggiunta finale di una lunga scena mostra già una Terra devastata e conquistata da Darkseid che ha al suo servizio Superman e contro i quali combatte la resistenza composta da eroi e criminali costretti a collaborare per sopravvivere fianco a fianco, perfino Batman e Joker.

Insomma, Snyder sembrava avere almeno un obiettivo verso il quale far convergere l’universo cinematografico DC, e questo resta sempre un obiettivo rispettabile invece dell’affastellamento di storie alternative che ci vengono presentate dalla Warner nei loro piani futuri.

Per arrivare alla seconda metà del film, ovviamente, bisogna attraversare la prima metà, che non risulta proprio di “pronta beva”, per così dire. La presentazione degli eroi non è così dissimile dalla versione Whedon, e purtroppo quella che si pensava fosse una whedonata, e cioè Flash in versione insopportabilmente idiota, a quanto pare era proprio la versione di Snyder.

Quindi bisogna che ce lo facciamo piacere così com’è.

Il Batman roccioso e milleriano di Ben Affleck è sempre lui e mentre Aquaman si ritaglia la parte del simpatico guascone, Wonder Woman pare un po’ sbiadirsi sullo sfondo dell’intera vicenda, così come i comprimari quali Martha Kent, Lois Lane e il commissario Gordon.

Tutto questo con una estrema dovizia di particolari, tante inquadrature in slow motion accompagnate da fotografia e colori che più Snyderiani non si può.

Come si conviene, diciamolo, agli eredi degli dei classici nell’era dei supereroi.

Perché la JL è un nuovo pantheon di déi, e questo è ben chiaro a chi ne ha letto le avventure durante tutte le sue incarnazioni e versioni.

Provate a leggere o rileggere Kingdom Come, è impossibile non vedere come Superman, Wonder Woman, Batman siano assurti e vere divinità che nulla hanno da invidiare agli dei greci.

Eppure…

Eppure Snyder, nonostante si sia cimentato con gli spartani di 300 e con i Watchmen di Moore e Gibbons, qui non riesce a deificare del tutto i suoi eroi.

Questa è la principale riflessione che resta alla fine della visione dei 242 minuti dello Snyder’s Cut.

Come mai quello stesso regista che ci ha regalato degli ottimi Watchmen (è sempre opinione personale, ovviamente) per poi affondare il colpo due anni dopo con Sucker Punch e una storia rutilante in questa JL sembra andare quasi con il freno tirato?

Forse la risposta andrebbe cercata nel fatto che nei piani di Snyder questa JL era il punto di partenza e non di arrivo, un film che avrebbe stimolato l’appetito degli spettatori per poi offrirgli un pasto sostanzioso nei film seguenti del supergruppo e anche dei singoli eroi.

Allo stato attuale delle cose, però, Snyder non sembra avere più voce in capitolo nell’universo DC,e probabilmente non sapremo mai cosa avesse in mente. Cosa che potrebbe risultare piacevole o spiacevole a seconda di quanto amiate questo regista.

La scelta che i dirigenti Warner saranno chiamati a fare è se lasciare il timone del DCU nelle mani di uno solo oppure frammentarlo in tante storyline diverse con poca o nulla interazione tra i singoli eroi, ovviamente tutto questo verrà valutato secondo le maggiori o minori possibilità di guadagno.

Niente di nuovo sotto il sole, dunque, visto che la questione posta sopra è esattamente quella che coinvolge fumettisti e lettori dagli anni settanta e che a tutt’oggi non ha avuto e forse non avrà mai una risposta definitiva. Vuol dire che, come sempre, cercheremo di esercitare il diritto di scelta su quanto ci piace di più.