Forse non tutti sanno che in origine la serie animata Love, Death and Robots nasceva da un progetto del duo Tim Miller (Deadpool) e David Fincher che verso la fine del decennio 2000 voleva realizzare il remake del film Heavy Metal (1981). Nel 2008 sembrava che la Paramount fosse interessata, ma i fondi non arrivarono mai. Da quanto poi dichiarato dallo stesso Miller, dopo il successo del suo Deadpool, Fincher lo chiamò per dirgli
Portiamo il progetto da Netflix, loro ci faranno fare tutto quello che vogliamo.
E la storia di amore, morte e robot ebbe inizio.
Volume due. E tre.
La prima stagione era composta da diciotto episodi che, chi conosce la serie animata sa benissimo, combina stili diversi tra loro non solo di animazione ma anche narrativi, tutti realizzati da autori diversi in arrivo da tutto il mondo. Ma realizzarla richiese parecchi anni, così Miller, Fincher e Netflix hanno deciso che il pubblico avrebbe preferito avere otto episodi quest'anno e otto l'anno prossimo. La seconda stagione fonde ideali, estetiche e storie sia distopiche che utopiche, nonché un pizzico di fantasy, come i fan avevano sperimentato durante la prima stagione, che risale al 15 marzo 2019. Così IGN è andato a intervistare Tim Miller e la regista nuova arrivata Jennifer Yuh Nelson per scoprire cosa aspettarsi da questa seconda stagione divisa in due parti.
Pubblico adulto
Miller ha così dichiarato che malgrado la serie sia dichiaratamente mirata a un pubblico adulto anche per via di alcune scene splatter e disturbanti, non è mai stata una scelta fatta solo per scioccare. L'obiettivo era di creare un equilibrio tra storie più leggere e storie più cupe, che dovevano essere molto diverse tra loro.
Un aspetto che ovviamente aleggiava sulla seconda stagione era la reale pandemia in cui stiamo vivendo, e i due non sapevano come avrebbe reagito Netflix se avesse fatto parte di uno degli episodi
E loro si sono fidati che avremmo fatto quello che pensavamo fosse giusto.
Per cui si sono chiesti se non sarebbe stato strano vedere nell'episodio Snow in the Desert persone con una maschera sul viso. Ma per Miller non si trattava di un misto di distopia e utopia, era tutto utopia perché anche nella distopia voleva far sentire bene il pubblico
C'è sempre un raggio di luce, anche nelle storie più cupe.
Commedia e interattività
Una delle cose che Miller ha imparato è che preferisce aprire la stagione con un episodio in stile commedia, invece di lanciare il pubblico direttamente in una storia più estrema, per non sfidarlo fin dall'inizio. Inoltre, alla domanda se vorrebbero realizzare un episodio interattivo in stile Black Mirror: Bandersnatch, il regista ha ammesso che vorrebbe creare qualcosa che fosse non solo narrativo, ma anche se lo facessero, non perderebbe di vista la storia, che è l'aspetto più importante per lui.
La buona notizia è che per quanto lo riguarda, anche se non ancora confermato, Miller ha già delle idee per il volume quattro, grazie alla completa libertà data dal canale in streaming. Il volume due di Love, Death and Robots composto di otto episodi debutterà anche da noi il 14 maggio, per poi tornare in un punto indefinito del 2022 con il volume 3. Vi lasciamo con il trailer in italiano e in lingua originale.
1 commenti
Aggiungi un commentoAnche questa stagione merita molto e per gli amanti di SF è IMPERDIBILE.
Come la prima stagione, anche questa è imperdibile. Ha il difetto di essere breve, solo 8 corti, e dunque, vorrei sperare in una stagione 3, Dreaming is free, dicevano i Blondie.
Anche in questa stagione la qualità è eterogenea, id est c'è del buonissimo e c'è del buono (cattivo no). Questi i miei giudizi, al solito, de gustibus:
Servizio cilenti automatico: voto 7/8, decisamente divertente. Per nulla originale, ma è da vedere soprattutto per chi ha già paura quando Alexa risponde a tono o fa l'offesa.
Ghiaccio: 7, molto particolare, potrebbe piacere molto più che a me ma anche molto meno...la poesia qua è dietro l'angolo, però.
Pop squad voto 9+...wow, e ancora wow. Il commento più pertinente, poi, è wow. Ma che cavolo, a un passo dal capolavoro; la grafica mi ha ricordato pure Enki Bilal (che vuole dire, tanta roba).
Snow nel deserto: 8/9, a questo punto credevo che la seconda stagione fosse nettamente superiore, perchè anche questo episodio è notevole, cioè, molto notevole.
L'erba alta voto 7, vabbè, in fondo fine a sè stesso, caruccio però.
Era la notte prima di Natale: voto 6, un po' ovvio, non è altro che la realizzazioen di un'ideuzza, una battutina messa poi in pratica.
La cabina di sopravvivenza: voto 7, vabbè, non particolarmente originale, ci sta.
Il gigante affogato: voto 7, un po' come se in un mondo alternativo ti dicessero, e se Gulliver invece di spiaggiarsi sulle rive di Lilliput, affogasse e a riva arrivasse solo il suo cadavere?
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