Ogni giorno pronunciamo, chi più chi meno, una media di 10/15 mila parole. Un luogo comune vorrebbe che le donne ne pronuncino anche di più. Ma non nella distopia immaginata dalla scrittrice americana Christina Dalcher nel romanzo Vox, nel quale un nuovo governo patriarcale e maschilista impone alle donne di non pronunciarne più di cento al giorno.
Già uscito un paio d'anni fa presso l'Editrice Nord, il romanzo viene ora riproposto da Tea in edizione economica.
Il libro
Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere.Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto.Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi.Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne.
L'autrice
Christina Dalcher si è laureata in Linguistica alla Georgetown University con una tesi sul dialetto fiorentino. Ha insegnato italiano, linguistica e fonetica in diverse università, ed è stata ricercatrice presso la City University London. Vive negli Stati Uniti e, quando possibile, trascorre del tempo in Italia, soprattutto a Napoli. Vox è il suo romanzo d’esordio.
Christina Dalcher, Vox (Vox, 2018) Traduzione di Barbara Ronca Tea, pagg. 414, euro 5, ebook euro 3,99.
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