Ho avuto il privilegio, perché tale lo considero, di seguire negli anni trascorsi all’università il corso di Storia e critica del cinema tenuto dal professore Mino Argentieri, al secolo Domenico e scomparso il 22 marzo del 2017. Argentieri è stato critico e storico del cinema, per oltre vent’anni insegnante e come ci informa Wikipedia: “Le sue analisi sul rapporto tra cinema, società, potere e censura sono diventate un punto di riferimento nell'ambito della critica cinematografica”.
Ricordo bene una delle sue ultime lezioni, a fine corso. Disse molto candidamente che si aspettava una rivoluzione nel modo di fruire il cinema. La sua idea era che la sala come luogo privilegiato della visione di un film sarebbe rimasta, ma la pellicola avrebbe avuto una sorta di punto di origine comune, cioè da qualche parte avrebbero trasmesso il film che sarebbe arrivato in contemporanea su varie sale cinematografiche e trasmesse ad una data ora. Una fusione, se volete, tra cinema e televisione, con una proiezione unica e fissata ad un orario per tutte le sale.
La sua previsione non si è avverata, tuttavia il cinema ha subito negli ultimi anni un cambiamento che potrebbe essere epocale. Ci riferiamo alla decisione di uno dei colossi di Hollywood, la Warner Bros, di rendere disponibile i film del 2021, ben 17, che a causa della pandemia non sono andati in sala, direttamente visionabili su piattaforme di streaming.
La notizia ha, come del resto era prevedibile, avuto una eco notevole, alimentata anche dal discorso pandemia che ha impedito agli appassionati di cinema di recarsi in sala come d’abitudine.
La decisione della Warner è stata, molto probabilmente, presa anche a seguito del risultato dell’ultimo film di Christopher Nolan Tenet, approdato nelle sale di tutto il mondo, Italia compresa, la scorsa estate, quando la pandemia del coronavirus aveva in qualche modo rallentato la sua diffusione. Il risultato per la pellicola è stato molto al di sotto delle aspettative, contando il fatto che i film di Nolan sono quasi tutti andati molto bene al botteghino, con incassi molto alti, vicino al miliardo di dollari.
Non si sono fatte attendere le repliche a queste decisione e la più piccata è stata proprio di Nolan. Il regista di Inception ha preso le distanze dalla casa di produzione di quasi tutti i suoi film, minacciando addirittura una sostanziale rottura con la Warner. Per Nolan il film deve essere visionato prima di tutto nella sala cinematografica, e poi può passare ad altre visioni, dallo schermo della TV a quello del computer, fino al cellulare.
A schierarsi con Nolan c’è stato c’è stato, tra gli altri, anche Denis Villeneuve, il regista di Dune, uno dei film più attesi, candidati alla visione in streaming nel 2021 e prodotto proprio dalla Warner Bros.
Le domande, a questo punto, sono: le sale spariranno? I film saranno trasmessi solo in streaming? O la fruizione del cinema riprenderà vigore con la visione in sala, una volta che la pandemia del coronavirus sarà stata contenuta grazie ai vaccini?
Non ho risposte, immagino che prima o poi (speriamo più prima che poi, in ogni senso) ritorneremo a stiracchiare gli occhi quando il buio invaderà la sala cinematografica; attenderemo, con trepidazione, quei pochi secondi in cui i nostri occhi si abitueranno all’oscurità; ci annoieremo nel guardare quel flusso ininterrotto di spot pubblicitari, preludio alla visione della storia per cui abbiamo pagato il biglietto; torneremo a imprecare perché qualcuno, nelle nostre vicinanze anziché guardare il grande schermo, ha deciso di dare un’occhiata al piccolissimo schermo del suo cellulare.
Non abbiamo nulla contro lo streaming e anzi è stata una bella e piacevole novità degli ultimi anni: poter vedere un film o una puntata di una serie televisiva in qualsiasi momento della giornata (o della notte) è una piacevole attività, senza dimenticare la possibilità del Binge watching, ossia di guardare per un lungo tempo le puntate di una serie televisiva oppure i film di una saga cinematografica. Ma, forse, Nolan e Villeneuve hanno ragione, il cinema ha ancora un suo perché nella sala, una sua magia che non può essere simulata da niente e da nessuno. Ma il prossimo futuro del cinema si gioca nei prossimi mesi e non sappiamo quale sarà.
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