Ci sono molte analogie tra il gigante gassoso scoperto attorno alla stella 55 Cancri e il nostro Giove. Innanzitutto la distanza del pianeta e il suo sole, 5.5 U.A. (un'Unità Astronomica è pari alla distanza tra la Terra e il Sole, ovvero circa 149.000.000 km), contro le 5.2 di Giove. Poi il periodo di rivoluzione, circa 13 anni contro i 12 di Giove. Questi dati basterebbero da soli a sancire l'unicità della scoperta, ma, secondo Geoffrey Marcy e Paul Butler, i due veterani nella "caccia ai pianeti" che hanno annunciato la scoperta in una conferenza stampa tenuta qualche giorno fa presso il quartier generale della NASA a Washington, le cose che rendono la scoperta sensazionale sono altre due. La prima è che 55 Cnc d, questo per ora il suo nome, è il pianeta extrasolare più lontano dal proprio sole mai scoperto finora. I circa 90 pianeti extrasolari rilevati fino a oggi orbitano infatti molto vicini alla loro stella. La seconda scoperta è che non si tratta di un esemplare solitario, ma fa parte di un vero e proprio sistema planetario composto sicuramente da almeno altri due pianeti già individuati. Il primo, 55 Cnc b, fu scoperto nel 1996 e, con una massa di poco inferiore a quella di Giove, orbita a una distanza dalla sua stella di solo 17 milioni di km. Il secondo, 55 Cnc c, scoperto insieme al gemello di Giove, ha una massa di un quinto rispetto a quella di Giove e occupa un'orbita estremamente allungata a una distanza media dalla stella di 36 milioni di km. Va tuttavia sottolineato che sono state trovate anche delle importanti differenze rispetto a Giove. Innanzitutto l'orbita, molto più allungata di quella del nostro Giove che è quasi circolare, e poi la massa che è da 3 a 5 volte più grande di quella di Giove. Il fatto che si sia riusciti a individuare un pianeta più distante va a conforto del miglioramento delle tecniche utilizzate dagli scienziati per determinare la presenza di pianeti extrasolari, che non possono essere ottiche, bensì si avvalgono di metodi indiretti. In particolare, questi pianeti sono stati scoperti con una tecnica conosciuta come tecnica della "velocità radiale" o rilevamento Doppler. In pratica gli astronomi cercano variazioni periodiche delle lunghezze d'onda nelle linee dello spettro emesso da stelle simili al sole. Queste variazioni sono provocati da una lieve oscillazione causata nella stella dallo sforzo gravitazionale dovuto a uno o più pianeti che vi orbitano intorno. Misurando l'ampiezza e il periodo di queste variazioni, gli astronomi sono in condizione di determinare l'orbita dei pianeti e di stabilirne la massa minima senza dover osservare direttamente il pianeta. Purtroppo la tecnica non è abbastanza sensibile per trovare pianeti simili alla Terra, avendo essi una massa troppo piccola per provocare variazioni apprezzabili. Secondo Marcy e Butler, tra l'oltre migliaio di stelle che i due "cacciatori di pianeti" stanno tenendo d'occhio ci devono essere moltissimi pianeti simili a Giove e bisogna solo avere la tecnologia e la pazienza per trovarli tutti. Ma la conseguenza più importante della scoperta è la sostanziale conferma dell'assoluta normalità del nostro Sistema Solare, il cui modello potrebbe ragionevolmente trovare posto migliaia di volte solo nella nostra galassia. E se possiamo trovare migliaia di gemelli di Giove, Saturno, Urano o Nettuno, perché negare la possibilità (alta) di trovare un "gemello" della Terra? Ormai c'è da giurare che sarà solo una questione di tempo.