Era il 3 dicembre 2018 quando in Arrow entrava in scena Mia Smoak (Katherine McNamara, Shadowhunters), in arrivo con un paio di varianti: era nel 2040, si faceva chiamare Maya e odiava con tutto il cuore i vigilante, secondo lei responsabili dello stato di decadenza della sua città.
Da questa prima apparizione, passando dalla scoperta che suo padre era Oliver Queen (Stephen Amell) e da un misterioso viaggio indietro nel tempo dove lo incontrava insieme alla madre Felicity Smoak (Emily Bett Rickards) e in cui partecipava al supercrossover Crisis on Infinite Earths, arrivavamo all'ottavo e penultimo episodio di Arrow, intitolato Green Arrow and the Canaries, che la vedeva tornare al suo posto nel tempo, ma scopriva la presenza sia di Laurel Lance (Katie Cassidy) che di Dinah Drake (Juliana Harkavy) e che suo fratello William (Ben Lewis) era stato rapito. Questo doveva essere il cosiddetto backdoor pilot, ovvero il primo episodio di uno spin-off della serie madre, partito all'interno della serie stessa.
Ma questo accadeva il 21 gennaio del 2020, dopodiché la CW non si era più pronunciata sul futuro della serie, e al momento in cui scriviamo, nemmeno sulla serie prequel di The 100.
Fade Out
Il titolo del finale di serie di Arrow ben si adatta alla rivelazione fatta dal canale nel week-end appena trascorso: Green Arrow and the Canaries non diventerà una serie, la sua strada si è così interrotta con molti punti di domanda. Non solo, Marc Guggenheim, oggi ex produttore esecutivo dell'Arrowverse, come potete vedere qui sopra ha rivelato su Twitter che la decisione era stata già presa intorno a marzo e che il coronavirus era stato uno degli elementi determinanti.
I fattori
Ci due fattori determinanti per la decisione presa dalla CW, indipendentemente dal covid: il primo è l'uscita di scena di buona parte dei produttori esecutivi e menti creative dell'Arrowverse, dal suddetto Guggenheim a Greg Berlanti e Sarah Schechter, volati verso cime più alte come HBO Max (che fa sempre parte dello stesso gruppo ma ha budget estremamente diversi), il secondo è stata la decisione di far finire quest'anno Supergirl e Black Lightning, lasciando come unici superstiti originali dell'Arrowverse The Flash e DC's Legends of Tomorrow,il primo in quanto serie di punta del canale, il secondo per il budget modesto con cui è realizzato, e DC's Stargirl, in arrivo dal defunto canale DC Universe. Ma lo stesso Grant Gustin ha dichiarato poco tempo fa che non ha ancora notizie di un futuro per la serie dopo la settima stagione.
Il futuro
Nel frattempo ci sono tre nuove serie in vari livelli di preparazione: Painkiller, spin-off di Black Lightning, Naomi, storia di una giovane ragazza nera in arrivo da una periferia povera che scopre di avere origini semidivine, e Wonder Girl che sì, esiste già in DC's Titans interpretata da Conor Leslie (qualcuno crede davvero al finale della stagione due?), ma qui sarà la versione latina, ovvero Yara Flor, nata da una guerriera amazzone e un dio del fiume brasiliano. O almeno, auspichiamo che Warner Bros e DC Comics scelgano il multiverso invece di lasciare defunta l'altra Wonder Girl.
Nessuna di queste serie ha una data di arrivo né è del tutto certo che avranno tutte la luce verde per una prima stagione, nel frattempo Guggenheim si dice certo che troveranno un modo per risolvere la trama lasciata in sospeso di Green Arrow and the Canaries, o tramite le due serie superstiti o i fumetti, nel frattempo potete ritrovare Katherine McNamara nella miniserie The Stand (basata su L'ombra dello scorpione di Stephen King in versione aggiornata ai nostri tempi) su StarzPlay, canale on demand di Amazon Prime Video dove interpreta un personaggio decisamente opposto a Mia Smoak. Voi che ne dite, avreste voluto veder proseguire l'eredità di Arrow?
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