Aveva solo 75 anni, e fa quasi strano a dirlo, perché per chi frequenta il mondo italiano della fantascienza Antonio Bellomi è sempre stato una presenza certa, costante. Aveva cominciato, come tanti della sua generazione, con Oltre il cielo, i primi racconti pubblicati nel 1962. E aveva continuato a scrivere fino agli anni recenti, pubblicato per lo più, di recente, dalle Edizioni della Vigna.

Ma nella sua carriera aveva scritto e pubblicato dappertutto, anche non poche sceneggiature per la Disney. Ma Bellomi è stato anche e soprattutto curatore ed editore, con vari marchi, come Il Picchio – che pubblicò varie collane tra cui Altair, I grandi della fantascienza, Spazio 2000 alla fine degli anni Settanta – e soprattutto la Garden Editoriale, attiva fin quasi alla fine degli anni Novanta, dove uscirono collane da edicola di fantascienza, horror e giallo, la rivista Quasar, la prima collana dedicata a romanzi originali di Star Trek e un'antologia del meglio della nostra rivista Delos Science Fiction, I mondi di Delos.

Ritiratosi dall'attività non mancava di interessarsi alla fantascienza: l'abbiamo salutato l'ultima volta a Stranimondi, nel 2019. 

Ieri la notizia della scomparsa, che lascia un grande vuoto nel mondo italiano della fantascienza.

Antonio Bellomi, il fanciullo dello spazio

Articolo di Valerio Evangelisti Domenica, 15 dicembre 1996

La pregevolissima storia della fantascienza italiana di Vittorio Curtoni (Le frontiere dell'ignoto, Editrice Nord) contiene un'unica omissione degna di nota. Salvo una sintetica menzione in nota, non dedica nessun capitolo alla copiosissima produzione di Antonio Bellomi, il più esuberante, entusiasta e prolifico scrittore, curatore, agente letterario, editore, fan, promotore e chi più ne ha più ne metta della nostra sf.

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Intervista con Antonio Bellomi

Articolo di Silvio Sosio Domenica, 15 dicembre 1996

Delos continua ad andare a caccia di personaggi della fantascienza italiana. Antonio Bellomi è stato attivissimo fin dai tempi eroici di Oltre il Cielo, e al suo entusiasmo si deve tutto un sottobosco di iniziative editoriali che per lungo tempo sono state l'unico sbocco professionale per gli autori italiani.

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