Il 23 dicembre è morto, nella sua casa a Lawrence, Kansas, James E. Gunn, uno dei grandi vecchi della fantascienza.
Nato nel 1923, a Kansas City, aveva cominciato scrivendo sulle riviste di fantascienza dopo la guerra, durante la quale aveva servito in marina. Gunn lavorava già nella stessa università dove si era laureato, e dove avrebbe lavorato tutta la vita, la Kansas University.
Tra il 1955 e il 2017 Gunn ha scritto una quindicina di romanzi, tra i quali vanno ricordati Gli ascoltatori (The Listeners, 1972), considerato da Carl Sagan "Uno dei migliori ritratti immaginari mai scritti del contatto con un'intelligenza extraterrestre", Gli immortali (The Immortals, 1964, dal quale venne tratta una serie tv nel 1970) e il recente ciclo Transcendental (2014), Transgalactic (2016) e Transformation (2017), il primo dei quali è uscito in ottobre su Urania col titolo Oltre l'ignoto.
Ha curato antologie e ha scritto la novelization si un episodio della Serie classica di Star Trek scritto da Theodore Sturgeon che non fu mai prodotto, The Joy Machine.
Gunn è noto anche per la sua attività critica, autore del saggio Isaac Asimov: The Foundations of Science Fiction (1982) che gli è valso un Premio Hugo, e della Storia illustrata della fantascienza (Alternate worlds: the illustrated history of science fiction, 1975) edita in Italia da Armenia, testo che all'epoca dell'uscita era prezioso anche per l'incredibile corredo fotografico.
Nella sua università è stato direttore del Center for the Study of Science Fiction, l'ente che assegna i premi John W. Campbell Memorial per il migliore romanzo e Theodore Sturgeon Memorial al miglior racconto.
È stato insignito del titolo di Grand Master nel 2007.
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