Di fondazione recente – 2016 – la casa editrice Carbonio ha un catalogo interessante ma non esattamente rivolto agli appassionati di fantascienza, ma nella collana Cielo stellato propone diverse opere che possono rientrare nel nostro campo, di Aliya Whiteley, Jenni Fagan, Julia von Lucadou. E poi un autore – anzi, una coppia di autori – dei quali hanno già pubblicato due romanzi fino a ieri inediti in Italia. Parliamo dei russi fratelli Arkadij e Boris Strugackij, conosciuti tra le altre cose del famoso Picnic sul ciglio della strada da cui fu tratto il film Stalker.
Dopo La chiocciola sul pendio uscito l'anno scorso arriva ora La città condannata (Град обреченный, 1975), un romanzo che presenta un'idea di fondo simile a quella del ciclo del Fiume di Philip Farmer, ma per come viene affrontato ricorda un altro Philip, Dick.
Il libro
Uno stretto lembo di terra, chiuso a est dal Muro Giallo e affacciato a ovest su un profondo e imperscrutabile precipizio: questa è la cosmografia della Città. Gli abitanti, provenienti da epoche e Paesi diversi, trascinano le loro vite in una continua e programmata ascesa e discesa nella scala sociale, mentre una macchina decide di volta in volta la loro professione futura. Ciascuno ha un Mentore, che lo guida all’interno di un gigantesco Esperimento di cui nessuno conosce realmente lo scopo, ma che viene continuamente evocato. E intanto, in alto nel cielo, il grande disco del sole si accende e si spegne secondo uno schema misterioso. Ideata dai due autori già alla fine degli anni Sessanta e rimasta in un cassetto fino al 1989, quando finalmente, nel clima della Perestrojka, fu possibile pubblicarla, La città condannata rappresenta l’opera che, più di ogni altra, raccoglie e sviluppa i temi principali della produzione dei fratelli Strugackij: le eterne domande filosofiche sulla condizione umana, sul complesso rapporto tra ambizione personale e bene collettivo, sul vuoto ideologico. Una toccante metafora del valore della vita e del percorso che ognuno di noi è tenuto a fare.
Gli autori
Arkadij (1925-1991) e Boris (1933-2012) Strugackij sono considerati tra i più importanti scrittori russi del ’900. Esperto di letteratura nipponica il primo, astronomo e matematico il secondo, hanno iniziato il loro lungo sodalizio negli anni Cinquanta. Le loro opere sono state tradotte in molte lingue, ricevendo ampi riconoscimenti. Tra i libri usciti in Italia: Picnic sul ciglio della strada (dal quale Andrej Tarkovskij ha tratto il film Stalker), La chiocciola sul pendio (Carbonio, 2019). In Russia è uscita l’opera omnia in 33 volumi.
Arkadij e Boris Strugackij, La città condannata (Град обреченный, 1975), traduzione di Daniela Liberti, Cielo Stellato, Carbonio Editore, pagg. 432, euro 18, ebook euro 8,99.
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