L’autorevole sito di Variety, la rivista che è la “bibbia” di Hollywood, ha reso noto, con un articolo firmato da Rebecca Davis, che la Cina ha rilasciato delle linee guida per lo sviluppo del settore cinematografico nello specifico campo della fantascienza. Il documento non si occupa tanto dello sviluppo industriale, o meglio non solo, ma anche e soprattutto dei contenuti, il che configurerebbe un’intrusione di Stato in quella che è a tutti gli effetti un’attività propriamente artistica. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire in cosa consiste questa “guida” alla realizzazione di film fantascientifici promossa dal governo cinese.

Il documento, distribuito dalla China’s National Film Administration e dalla China Association for Science and Technology, promuove la realizzazione di film di fantascienza in cui vengano messi in risalto i valori, la cultura e l’estetica cinesi, dando priorità alla diffusione del pensiero scientifico e coltivando l’innovazione tecnologica. I film di fantascienza cinesi, dunque, dovrebbero ritrarre la Cina in una luce positiva, come una nazione tecnologicamente avanzata.

Il documento nasce anche dall’impulso che sta avendo la fantascienza letteraria negli ultimi quindici anni, basta pensare al romanzo Il problema dei tre corpi dello scrittore cinese Liu Cixin, che si è aggiudicato il premio Hugo nel 2015, è stato candidato anche al premio Nebula, ed è stato tradotto in moltissimi paesi, Italia compresa.

Ma anche al cinema la Cina ha avuto un exploit senza precedenti. Il film The Wandering Earth è stato portato dalla piattaforma streaming Netflix in vari paesi, mentre in Cina è risultato il terzo film di maggior incasso di tutti i tempi, con 691 milioni di dollari.

Il documento si concentra non solo sullo sviluppo di contenuti cinematografici di fantascienza a favore della Cina, ma anche sulle capacità nella realizzazione di film di science fiction.

Nel documento si sottolinea, ad esempio, che vanno valorizzare le aziende che producono gli effetti speciali e che dovrebbero essere considerate strategicamente importanti, allo stesso modo di quelle che operano nel settore delle nuove tecnologie dell’informatica e della comunicazione. In tal senso, la Cina dovrebbe incoraggiare la ricerca e lo sviluppo della tecnologia di base nel campo degli effetti cinematografici nei film e sostenere la ricerca, lo sviluppo e l'industrializzazione delle tecnologie chiave nei settori dell'elaborazione dei contenuti digitali dei film e della protezione del copyright digitale.

Il documento fa anche una sorta di “autocritica” per quanto riguarda uno scarso sviluppo della cinematografia di fantascienza, dovuto principalmente alla mancanza di idee e sceneggiature innovative. Sempre secondo le linee guida, dunque, la Cina dovrebbe concentrarsi sulla creazione di “forti” sceneggiature per film fantascienza, attraverso anche la creazione di premi ad hoc e sollecitando i festival cinematografici a creare specifiche sezioni per i film di fantascienza. Inoltre, l'adattamento di opere provenienti dalla letteratura, dall'animazione e dai videogiochi di fantascienza dovrebbe essere incoraggiata per stimolare la produzione di nuovi contenuti originali.

Ma non è finita, perché il governo cinese va anche oltre, sottolineando che gli studenti delle scuole elementari e medie dovrebbero essere “costretti” a guardare i film di fantascienza, mentre le università dovrebbero essere esortate a rafforzare la formazione dei talenti legati al mondo fantascienza.

In due parole, si può parlare – per la prima volta nella storia – di Fantascienza di Stato, in cui un governo interviene “pesantemente” in un settore artistico, disegnando vere e proprie linee direttive da seguire per scrittori, sceneggiatori, produttori di film di fantascienza.

Anche perché il documento no manca di sottolineare che per realizzare film di fantascienza, la priorità numero uno è “studiare a fondo e attuare il pensiero di Xi Jinping”.

C’è da scandalizzarsi? Sì e no. Sicuramente è un caso clamoroso di uno Stato e di un governo che intervengono in un settore specifico riguardante il cinema, ma non è l’unico. Durante la cosiddetta “guerra fredda”, anche l’allora Unione Sovietica e gli Stati Uniti usarono il cinema come propaganda, come mezzo per affermare i propri valori, il proprio stile di vita, la supremazia di una nazione o di un blocco di nazioni nei confronti del nemico. Prima ancora, anche il cinema italiano e quello tedesco, nel periodo rispettivamente del fascismo e del nazismo elaborarono vere e proprie “linee guide” per i contenuti dei film e non solo.

La questione che mi sembra più interessante è che il cinema cinese di fantascienza, molto probabilmente, si svilupperà in modo esponenziale, grazie ai fondi economici che il governo metterà a disposizione di produttori e addetti ai lavori e, quasi sicuramente, saremo “invasi” da nuovi film. Questa sorta di “invasione” quali effetti produrrà sul cinema occidentale? Ci sarà solo una naturale concorrenza o si potrà avere anche una qualche influenza “ideologica”, diciamo così. La questione è rilevante se si pensa che anche il cinema di fantascienza statunitense ha avuto il suo percorso di ideologizzazione, producendo decine se non centinaia di film in cui un americano, guarda caso sempre un uomo e bianco, salva il mondo per nome e per conto di tutta l’umanità.

Bene, fra qualche anno, potrebbe cambiare questo paradigma e così potremmo avere film in cui è un cinese che a nome di tutta l’umanità salva il mondo.