Alla science fiction ha insegnato a sognare letterariamente, psicanaliticamente, non solo fra storte e alambicchi. Guardati nello specchio scuro, uomo spaziale americano, scopri i segreti della tua anima anche quando è nera, anche quando è sola e abbandonata! Dieci anni prima di J.G. Ballard, lo “spazio interno” l’ha inventato Bradbury, senza vergognarsi di andare a cercarlo in quello esterno e sui pianeti. Alla narrativa USA ha dato un’iniezione di anti-hemingwaysmo che molti aspettavano. La narrativa fantastica aveva esigenze proprie: Bradbury e altri come lui hanno resuscitato il romance, il genere in cui la fantasia è l’elemento preponderante. E al tempo stesso, è riuscito nell’impresa non facile di calarla nel mondo contemporaneo, immergerla nella realtà del XX secolo.
Con queste parole Giuseppe Lippi spiegava, in un’intervista a Cristina Donati su Fantasymagazine, l’apporto di Ray Bradbury alla fantascienza, in occasione della pubblicazione del volume Cento racconti. Autoantologia 1943-1980 (Mondadori, 2013).
E non si può dare torto al compianto curatore di Urania per quanto riguarda la capacità delle storie dello scrittore americano di essere ancora oggi così affascinanti, nonostante i suoi primi racconti siano stati scritti alla fine degli anni Trenta del Novecento.
Il prossimo 22 agosto, infatti, si festeggiano i cento anni dalla nascita dell’autore di Cronache marziane, che coincide come anno a quello di un altro grande della science fiction: Isaac Asimov.
A questi due giganti della fantascienza lo scrittore Paolo Aresi ha deciso di rendere omaggio con un’antologia tutta italiana, in cui 14 scrittori si sono cimentati con l’uno o l’antro autore, scrivendo un racconto ispirato alla loro narrativa. L’antologia, pubblicata dalla Delos Digital, s’intitola Bicentenario e ne parliamo in questo numero di Delos Science Fiction nello speciale.
Bradbury e Asimov hanno, in modo diverso, portato la fantascienza anche al di fuori del giro degli appassionati. Non a caso i loro libri vengono spessi adottati come lettura per le scuole e i loro nomi sono ampiamente noti anche a chi non legge regolarmente fantascienza o letteratura fantastica.
La loro migliore produzione è senza dubbio quella della cosiddetta Età dell’oro della fantascienza, un periodo in cui i due autori hanno pubblicato le loro migliori storie e incantato i lettori di tutto il mondo.
Il nostro consiglio, per quest’estate 2020, dunque è leggete Bicentenario e recuperate o rileggete una delle opere di Asimov e Bradbury, magari anche qualcuna un po’ meno nota. Io, personalmente, rileggerò Molto dopo mezzanotte, un Urania di straordinari racconti di Ray Bradbury e mi lascerò cullare dal suo sense of wonder.
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