Una delle autrici della fantascienza più sottovalutate, soprattutto da noi, è Connie Willis. Perché in effetti Connia Willis è a pieno titolo una delle più grandi autrici della fantascienza del ventesimo secolo, e non se ne parla neanche lontanamente abbastanza.
Tra le sue opere più importanti un posto d'onore spetta certamente a Doomsday Book, intitolato in Italia, nella prima edizione della Nord, L'anno del contagio, e ora riproposto con questo titolo – che di questi tempi è particolarmente attuale – da Fanucci.
In realtà il libro non racconta della classica pandemia che colpisce il mondo moderno sterminando la specie umana. Parla invece dell'epidemia della pesta nera, che ha spazzato l'Europa a metà del quattordicesimo secolo. È nel 1348 infatti che, per un errore di calcolo, finisce una studiosa di storia del 2054 con la sua macchina del tempo.
Il romanzo, tradotto da Annarita Guarnieri, ha vinto sia il Premio Hugo che il Premio Nebula.
Il libro
Per un errore della macchina del tempo, Kivrin Engle, studentessa di Storia medioevale presso il Brasenose College a Oxford, si ritrova nel 1348 nel pieno dell’epidemia di peste nota come la Morte Nera. Nello stesso momento, nel 2054, una nuova epidemia di influenza particolarmente virulenta colpisce il college e costringe gli scienziati alla quarantena, rendendo così impossibile riattivare la macchina del tempo. Kivrin, intrappolata nel passato, contrae presto la malattia e viene accolta da una famiglia del villaggio di Skendgate, non lontano dal sito degli scavi che lei voleva visitare. Una volta guarita perché immune alla Morte Nera in quanto vaccinata, è costretta ad assistere alla morte di tutte le persone del villaggio a cui si è particolarmente legata. Sarà spettatrice della morte della dodicenne Rosemund e della sorella di cinque anni Agnes, delle donne di casa ed infine di padre Roche, il prete che l’aveva vista apparire dal nulla.Nel futuro, invece, la quarantena ha costretto le persone più disparate a vivere insieme, come il tutor di Kivrin, Dunworthy, un uomo molto pacato e preoccupato per lei, il vicepreside di Storia, Gilchrist, irascibile e incompetente, la dottoressa Ahrens e suo nipote dodicenne… tutti circondati da personaggi drammatici e spesso tragicamente comici nella loro insofferenza, costretti a stare uniti per combattere una nuova epidemia, obbligati al sacrificio della reclusione forzata e a rispettare rigide regole di comportamento.Chi riuscirà a salvarsi e come? E Kivrin, riuscirà a tornare a casa?
L'autrice
Connie Willis, nata a Denver nel 1945, ha vinto nella sua carriera di scrittrice ben undici premi Hugo e sette premi Nebula, l’unica ad aver raggiunto tale traguardo. Laureata in Lettere e Educazione elementare presso la University of Northern Colorado, esordisce con il racconto The secret of Santa Titicaca per la rivista Worlds of Fantasy per poi scrivere una cinquantina di opere tra romanzi e racconti. È famosa soprattutto per la sua serie The Time Travel, di cui fa parte L’anno del contagio. Nel 2009 è stata inclusa nella Science Fiction Hall of Fame, uno dei maggiori riconoscimenti alla carriera. Sposata dal 1967 con il fisico Courtney Willis con cui ha avuto una figlia, vive a Greeley in Colorado.
Connie WIllis, L'anno del contagio (Doomsday Book, 1992), traduzione di Annarita Guarnieri, Fanucci 2020, 570 pagine, euro 18,00, ebook euro 9,90.
9 commenti
Aggiungi un commentoAnche a me era piaciuto e, considerando che a vinto Hugo, Nebula e Locus, rating medio su goodread sopra il 4, direi che non siamo i soli.
Per curiosità sono andato a ripescarmi il volumetto in questione e leggermi questa recensione, che, purtroppo, più che una recensione si è rivelata una ... non saprei neanche come definirla.
Diciamo che abbiamo un detentore del sapere assoluto, uno di quelli secondo cui se un qualcosa piace a tutti (pubblico, scrittori, editori) ma non piace a lui, ritiene che gli altri non capiscano niente ...
Alla fine si tratta di un tentativo di critica, probabilmente cercando di seguire cose tipo Cheap Truth, che risulta completamente vuoto.
In sintesi la recensione potrebbe riassumersi in: "Ho trovato il libro noioso e ripetitivo. Troppo prolisso."
Per il resto una pagina e mezzo di nulla totale, probabilmente era pagato a parola
a me è piaciuto
il parallelismo presente passato che non cambia è molto azzeccato
Pure a me è piaciuto.
Nirgal, della recensione stroncante hai il cartaceo oppure l'hai recuperata online?
Cartaceo.
Io così ne scrissi nella sezione degli Hugo - Nebula, dove commento gli stessi:
L’opera della Willis è della Classe 600-, dove le centinaia sono le pagine. Nel futuro del 2054 della Willis non ci sono i cellulari, e ci sono mini - impianti sottocutanei da 2,5 MB (che tirchi!!!). Da subito avvincente, molto ben scritto, fluido, scorrevole. (...), non ci sono difficoltà di approccio iniziale, di nessun genere. Giri la prima pagina e sei già dentro la storia. Storia che narra di una studiosa mandata nel 1320 (circa…non dico di più per evitare spoiler) con un viaggio nel tempo, e delle grandi difficoltà esplose là e qua, a causa di contagi di vario genere. La questione è che questa opera, buona, di sicuro non è un capolavoro, e neanche un quasi capolavoro. E risente anch’essa della moda di scrivere, scrivere, scrivere…. Quasi come se fosse che più scrivi, più sei bravo. O forse, più venale, più un libro è grosso e più soldi puoi chiedere ai lettori. E questo è il primo difetto: prolisso oltre il lecito. Il secondo, più grave, è la soluzione che trova per dare una svolta e una spiegazione a quanto successo. Soluzione inaccettabile, inverosimile, quasi un colpo di magia, non credibile e che svilisce un po’ il romanzo. A cui avrei dato un 8 e qualcosa, invece do 7 e qualcosa. Peccato, perché è godibile per molti tratti, interessante, ben scritto e descritto. Ma meglio Universo incostante, non li metterei ex aequo (come hanno fatto per l’Hugo) e non gli farei vincere il Nebula, ma lì è un discorso diverso. La Willis descrive molto bene gli avvenimenti e la vita quotidiana del ‘300, questo avrà “fatto figo” e avrà inciso, temo, nella scelta dei Nebuloni. Una botta di cultura che non avranno non potuto premiare. E vabbè.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID