Non troverete battaglie, avventura, ritmo, neanche battute spiritose in questo corto del 2018. Preparatevi anzi a scene lente, apparentemente noiose. La storia racconta di una Terra abbandonata da lungo tempo, dalla quale viene captato un misterioso segnale. Tre archeologi vengono inviati sul posto a investigare.
La loro ricerca li porta in un aeroporto abbandonato, nel quale ricostruiscono una tragedia, un disastro umanitario accaduto tanto tempo prima. La storia di ciò che è accaduto si ricostruisce piano piano, un dettaglio dopo l'altro, una testimonianza registrata, scritta, disegnata dopo l'altra.
Finché non ci si rende conto che il posto e gli eventi narrati non hanno nulla di fantascientifico, nulla di inventato. È tutto vero, e la stessa ambientazione post apocalittica è del tutto reale: il film è stato girato in un aeroporto abbandonato di Atene che nel 2017 venne utilizzato per riempirlo di migranti, buttati lì, senza assistenza, a vivere in condizioni incredibili. E tutti i resti ritrovati dai tre archeologi spaziali non sono oggetti di scena, ma sono stati realmente lasciati da quella gente. Che poi venne evacuata, a un certo punto.
Non è un film facile da vedere. È duro, lungo, difficile. Ma vale la pena.
Il regista – Yorgos Zois – e gli attori – Alexandros Vardaxoglou, Effi Rabsilber, Nikos Hanakoulas – sono tutti greci, il corto è parlato in parte in inglese in parte in altre lingue, ma sottotitolato in inglese.
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