Se volete scoprire qual è stato il primo romanzo ucronico italiano è inutile che scorriate il catalogo di Urania o di altre collane recenti. Bisogna infatti tornare fino al 1929 quando Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento Futurista, pubblica insieme ad altri nove letterati Lo zar non è morto – Grande romanzo d’avventure.
Novant'anni dopo la casa editrice Kipple ripercorre la stessa strada e pubblica un'antologia con lo stesso titolo, Lo zar non è morto.
Il libro
Antologia di undici storie ucroniche, fantapolitiche o semplicemente ambientate in un “tempo fantastico” che, lette una di fila all’altra, sembrano riscrivere gli ultimi cent’anni di Storia, quel lasso temporale che ci separa dalla nascita della contemporaneità e dalla scomparsa degli Zar.Una Storia a volte bizzarra, altre assolutamente plausibile, che parte dalla fuga di Anastasija Romanova, tocca il fascismo, il Duce, laResistenza, gli anni Sessanta, Berlinguer, fino ad arrivare ai giorni nostri e proiettarsi nel futuro, facendo ricorrere, in contesti diversi, gli stessiinquietanti interrogativi storici e sociali.
Lo Zar non è morto – Grande romanzo d’avventure è un romanzo scritto nel 1929 da un gruppo di letterati italiani provenienti da diverse correnti culturali capeggiati dal padre del Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti.A distanza di quasi un secolo, parafrasando un celebre album dei CCCP, curatori e autori sfidano i lettori a trovare le “Affinità e le divergenze tra il futurista Marinetti e noi, del conseguimento della maturità letteraria”.
Lukha B. Kremo, Domenico Gallo (a cura di), Lo zar non è morto, Next-Stream, Kipple, 2020, pagg. 176, euro 15,00, ebook euro 3,95.
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