Si può dire che pur essendo partita svantaggiata, la scommessa di Disney+ si sia rivelata vincente per la major della Marvel e Lucasfilm, pur essendo partita con una sola serie inedita, The Mandalorian, e il catalogo Disney e delle due suddette casa di produzione, con qualche variante da paese a paese.
Quota cinquanta
Nella giornata di ieri Entertainment Weekly ha rivelato che Disney+ ha raggiunto i cinquanta milioni di iscritti a livello mondiale a cinque mesi dal suo debutto, una cifra raggiunta anche grazie al suo arrivo in paesi come Inghilterra, Germania e Francia (e nel nostro piccolo anche l'Italia, aggiungiamo noi).
Questo la mette ben al di sopra del canale in streaming Hulu (quello di Handmaid's Tale, non raggiungibile da noi) diventato di sua proprietà dopo l'acquisizione della Fox, il quale conta 30,4 milioni di abbonati, ma ben al di sotto di Netflix con i suoi 171 milioni di abbonati.
La dichiarazione ufficiale
Kevin Mayer, presidente della divisione direct-to-consumer e internazionale ha dichiarato
Siamo onorati dal fatto che Disney+ abbiano risuonato con milioni di persone intorno al mondo e questo promette per la nostra continua espansione nell'Europa dell'est, il Giappone e tutti i paesi latino-americani più avanti nel corso dell'anno.
Mayer prosegue dicendo che grandi storie ispirano e sollevano il morale e loro sono nella fortunata posizione di poter proporre una vasta gamma di intrattenimento radicato nella gioia e ottimismo (per cui non aspettatevi New Mutants).
Un altro fattore che ha aiutato in questi giorni è stata la decisione di rilasciare su Disney+ il supersuccesso di Frozen 2 (1,450 miliardi di dollari contro un budget di 150), mentre presto scommetterà puntando su Artemis Fowl di Kenneth Branagh, che invece dell'arrivo nelle sale (comunque chiuse) sbarcherà direttamente sul canale in streaming in una data ancora da precisare.
Come sono in sospeso tutte le serie Marvel/Lucasfilm, le cui riprese sono ovviamente ferme a causa dell'epidemia.
Falsa partenza
Forse non avete sentito parlare della (ennesima) nuova piattaforma in streaming chiamata Quibi, creata dall'ex presidente della Dreamworks Jeffrey Katzenberg. Il lancio iniziale presentava serie di grande impatto, come Survive con Sophie Turner (Game of Thrones) di cui potete vedere il trailer qui sopra, The Fugitive con Kiefer Sutherland (Designated Survivor) e Most Dangerous Game con Liam Hemsworth (la saga di The Hunger games), tutte serie ad alto budget e spettacolari, con la particolarità che ogni episodio non doveva durare più di cinque o dieci minuti. I problemi sono però sorti in fretta: la sua app (non raggiungibile da noi, per ora) è stata scaricata solo da trecentomila persone il primo giorno di arrivo in streaming (lunedì 6 aprile) contro i quattro milioni di Disney+ nello stesso periodo. Ma soprattutto, è stato accolto da critiche da parte degli abbonati per un semplice motivo: per espresso desiderio del produttore, le serie possono solo essere viste su smartphone, senza nessuna opzione per il passaggio alle smart TV.
Katzenberg ha replicato che questo era il modo in cui la sua piattaforma si differenzia dalle altre, ma è anche vero che era nata per un mondo in cui la gente non aveva tempo e poteva vedersi un episodio mentre era in viaggio o durante una pausa. Ora purtroppo di tempo ne ha fin troppo e ben poca voglia di vedere una serie solo su smartphone. Online si discute ampiamente sulla possibilità di un futuro per Quibi nel crescente mondo in streaming e nessuno è disposto a scommettere.
Voi cosa ne dite, Disney+ riuscirà a raggiungere il successo di Netflix?
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