Prima dell'avvento dell'ultima minaccia reale, il coronavirus, uno dei pericoli più sentiti nel mondo e negli Stati Uniti era l'ascesa di movimenti fascisti e razzisti, anche favorite dall'elezione di personaggi come Donald Trump, che non ha risparmiato dichiarazioni discriminatorie e isolazioniste. Così, pressoché ogni tipo di fiction, direttamente o indirettamente, aveva iniziato una campagna per criticare il leader che stava portando il paese su una brutta china. In tempi recenti ci ha pensato David Simon, autore di serie di culto come The Wire, Treme e la recente The Deuce (abbandonata dopo la prima stagione per disaccordi con la HBO) insieme al suo collaboratore di sempre Ed Burns (niente a che fare con l'attore Edward Burns spesso chiamato solo Ed), tornando a collaborare con la HBO per dare vita a The Plot Against America, una miniserie su una realtà distopica che sta finendo col diventare sempre meno alternativa alla nostra, quella del romanzo dello scomparso Philip Roth da noi intitolato Il Complotto contro l'America (The Plot Against America, 2004, ultima edizione italiana Einaudi 2014).
Il romanzo
Come spesso accadeva con Roth, le storie che raccontava vedevano una versione più o meno immaginaria di sé stesso e della sua famiglia, in questo caso un Philip bambino che insieme alla sua famiglia ebrea segue con crescente inquietudine l'ascesa al potere dell'aviatore Charles Lindbergh, il quale anche nella vita reale aveva espresso ammirazione per Hitler mentre criticava gli ebrei e proponeva di non entrare nel conflitto scoppiato in Europa. Lindbergh si univa poi al partito America First (sì, si chiamava realmente così) e portava avanti la sua campagna razzista. La differenza con la realtà, che cambia tutto, è che nel romanzo Lindbergh si candida alla presidenza contro Franklin D. Roosevelt (cosa non avvenuta) e vince, diventando presidente e trasformando gli Stati Uniti in uno stato fascista, dove gli ebrei vengono perseguitati e dove Lindbergh stringe un accordo con il dittatore tedesco di cui ammira i principi politici, se così possiamo chiamarli.
La serie
I Roth diventano la famiglia Levin, e la storia parte dal giovane Philip Levin (Azhy Robertson, Storia di un matrimonio) il quale osserva terrorizzato gli adulti intorno a lui andare in pezzi sotto lo stress dei violenti cambiamenti politici e sociali. Suo fratello Sandy (il semiesordiente Caleb Malis) si ritrova attirato nello schema di assorbire gli ebrei nella crescente globalizzazione cattolica, suo padre Herman (Morgan Spector, Homeland) un orgoglioso sindacalista di sinistra diventa sempre più arrabbiato e spaventato e il nipote Alvin (Anthony Boyle, Electric Dreams), vuole andare a uccidere i nazisti in Europa, una cosa illegale sotto la politica pro-reich di Lindbergh. Infine sua zia Evelyn (Winona Ryder, Stranger Things) è coinvolta nella vita del rabbino Lionel Bengelsdorf (John Turturro, The Night of) il quale è leale all'amministrazione Lindbergh, causando una spaccatura tra lei e l'irritata madre di Philip, Bess (Zoe Kazan, The Big Sick).
David Simon era però consapevole che la realtà immaginata nel 2004 da Roth era diventata un po' troppo reale, per cui riesce a non rendere la critica all'amministrazione Trump troppo ovvia, raccontando la storia di una famiglia che va in pezzi così come va in pezzi il paese intorno a loro e dove tutte le certezze vacillano.
Il primo dei sei episodi della miniserie The Plot Against America ha debuttato sulla HBO il 16 marzo, per poi arrivare in un punto indefinito di quest'anno da noi su Sky Atlantic, nel frattempo vi lasciamo con il più recente trailer ufficiale.
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