È un dato di fatto: a partire dal 1962 lo sposalizio fumettistico tra donna e fantascienza si celebra con l’intermediazione dell’erotismo e il connubio funziona talmente bene che dopo Francia e America attecchisce anche in Gran Bretagna. La combinazione resta la stessa, le sfumature variano orientandosi su trame giallo-rosa o arricchendosi di un senso dell’ironia molto british.
Sul finire del 1969 il tabloid The Sun comincia a pubblicare una strip scritta da Jo Adams con i disegni dello spagnolo Luis Roca, si tratta di Scarth A.D. 2195, serie imperniata su una ragazza che costituisce la risposta rosa al Garth del Daily Mirror.
La sua avventura editoriale, durata meno di tre anni, parte all’inverso prendendo il via dalla morte della propria protagonista per un incidente. Uccisa nel ventesimo secolo e rigenerata 200 anni dopo con la memoria rasa al suolo, Scarth si ritrova in un mondo estraneo dotata del nome scelto da un computer, un nuovo look (i capelli corti alla Mia Farrow) e il fisico perfetto proveniente dall’esistenza precedente.
Con la sua identità incerta e le misure che le consentono di sfilare in passerelle interplanetarie, Scarth regala al pubblico il primo nudo integrale del fumetto britannico apparendo di frequente senza veli, grazie anche alla disinvolta morale del 2170. La mano leggera dell’autrice e il tratto sofisticato di Roca, fanno dribblare alle sue storie qualunque caduta nel volgare, soffermandosi su intrecci che fanno della detection e la rappresentazione della società del futuro il loro tema principale.
L’aggiornamento del 1972 del nuovo titolo Scarth A.D. 2170 non salva la serie da una fine prematura, per cui, pur non mancando di idee e pubblico la strip chiude i battenti.
Le donne del cosmo, in molti casi vivono una parabola luminosa e breve come quella delle meteore dei loro universi. In questo senso non fa differenza l’avventura di Danielle, l’ultima discendente di Barbarella nata sulle pagine del London Evening News nel maggio del 1973.
Bionda, sensuale e provocante, la protagonista di John M. Burns su testi di R.‘O Neill si ritaglia uno spazio tutto suo nel milieu fantastico attraverso vicende originate su un pianeta dalla società patriarcale, dominato da regole e ruoli speculari a quelli che conosciamo. Lo spirito ribelle di Danielle, che rivendica il diritto ad amare il suo uomo Zabal, innesca una serie di disavventure che si ampliano spostandosi su altre dimensioni ed epoche in una continua quest.
Che sia lo scontro con uno stregone del passato o con un tiranno alieno, l’opposizione al nemico di turno è solo il pretesto di un nuovo spogliarello dell’eroina, raffigurata come un mix esplosivo tra Kim Novak e Ann-Margret. Un marcato tono ironico ne caratterizza i testi, bonariamente provocatori, mentre il disegno di Burns (già autore della bella serie The Seekers) si muove nel solco dettagliato e sapiente dei disegnatori inglesi alla Jim Holdaway.
Danielle lascia il suo quadrante spaziale e il suo quotidiano nel settembre 1974, probabilmente per lasciare posto ad altre figure più in linea ai gusti del momento. L’avventura delle Cosmic girl si congeda temporaneamente per aspettare tempi migliori o luoghi in cui riapparire.
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