Dopo la pubblicazione di Terra e Spazio, la più completa antologia di racconti di Arthur C. Clarke in lingua italiana, cui Mondadori ha dedicato ben quattro volumi, esce sul numero di questo mese di Urania Collezione, un’altra opera del più popolare e celebrato autore di fantascienza.
Le porte dell’oceano, conosciuto anche come Il popolo del mare, è un romanzo breve pubblicato originariamente in due parti sulla rivista Worlds of Tomorrow diretta da Frederich Pohl, tra aprile e giugno del 1963. Arrivato in Italia sulle pagine della rivista Urania (n. 373) nel 1965, è stato ristampato prima nella collana Oscar Ragazzi nel 1972 e poi nei Classici Urania (n. 26) nel maggio 1979.
Affascinato dalle meraviglie del mare e appassionato di immersioni, nel 1956, Arthur C. Clarke si trasferisce in Sri Lanka (chiamata Ceylon fino al 1972) dove fonda l’Underwater Safari, una società pioniera nell'ecoturismo subacqueo. Intraprende una lunga crociata personale per salvare la barriera corallina minacciata dall'estrazione incontrollata del corallo anche con l’utilizzo della dinamite. Attraverso la sua influenza e con l’appoggio dei mezzi di comunicazione sostiene numerose iniziative volte alla conservazione e alla tutela dell’ambiente marino, ottenendo importanti successi come quello di convincere il governo locale a istituire la riserva di Hikkaduwa, il primo santuario naturale del paese. Una delle sue frasi più celebri riguarda proprio il mare: “Com’è inadeguato chiamare questo pianeta Terra quando è chiaramente Oceano”.
Questo lato poco conosciuto della sua biografia sembra venire prepotentemente a galla nel romanzo Le porte dell’oceano (People of the Sea o The Dolphin Island). Fruttero e Lucentini nel presentare il volume di Urania negli anni ’60 ne offrivano un affresco molto suggestivo: “Da qualche anno Arthur C. Clarke si è stabilito a Ceylon, per dedicarsi interamente allo studio del mondo sottomarino. Come Asimov, Arthur Clarke è un brillantissimo e quotato divulgatore scientifico, sempre attento a mantenere, anche nelle sue opere narrative, un solido fondo di scrupolosa verosimiglianza. In questo racconto, ancora una volta la sua passione di scienziato si combina felicemente con la sua bravura di romanziere per guidare i nostri lettori attraverso le meraviglie, le insidie, i terrori, di quello che è in fin dei conti il nostro più vicino pianeta sconosciuto: il mare”.
Il libro
Le porte dell’oceano (1963). Nel XXI secolo le navi sono treni merci che viaggiano ovunque per mare e per terra. Il giovane Johnny Clinton, orfano di Brisbane, in Australia, approfitta dell’avaria di una nave mercantile per imbarcarsi come clandestino. Ma la nave affonda al largo dell’Oceania e Johnny, abbandonato dall’ignaro equipaggio, si salva con l’aiuto dei delfini che lo portano su un’isola lontana. Qui incontra il professor Kazan, studioso che ha dedicato la sua vita a imparare il linguaggio di questi splendidi mammiferi…
L’autore
Arthur C. Clarke è nato in Inghilterra nel 1917 ed è scomparso nel 2008. Il suo racconto più celebre è La sentinella (1951), da cui Stanley Kubrick ha tratto il film 2001: Odissea nello spazio. Tra i molti suoi romanzi ricordiamo: Le guide del tramonto (Childhood’s End, 1953, “Urania Collezione” n. 162), Incontro con Rama (Rendez-vous with Rama, 1973, n. 112), Il segreto di Rama (Rama Revealed, 1993, “Urania Jumbo” n. 43) e Le fontane del Paradiso (The Fountains of Paradise, 1979, “Urania Collezione” n. 123).
Arthur C. Clarke, Le porte dell’oceano, Urania Collezione 204, Mondadori, pagg. 171, Euro 6,90 (cartaceo), Euro 4,99 (ebook su Amazon.it e gli altri store online)
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