Per molti potrà sembrare strano che Ian Somerhalder dopo otto anni passati in The Vampire Diaries abbia deciso di rimanere nel genere vampiresco, ma per lui V Wars era un progetto lungamente inseguito in cui ha investito molto di più del ruolo di protagonista, come ha raccontato a Entertainment Weekly.
In origine
Alle origini c'è il fumetto della IDW V-Wars: Chronicles of Vampire Wars, creato da Jonathan Maberry e pubblicato tra il 2102 e il 2016.
Tutto comincia con un virus millenario che infetta gli umani trasformandoli in vampiri, ma ognuno unico come il suo dna e la sua cultura. Ma la risposta di quelli che non sono stati infettati è semplice: guerra totale.
La serie
Appassionato del fumetto, Somerhalder ne diventa produttore e propone la serie a Netflix, la quale ordina una prima stagione di dieci episodi, alcuni dei quali vedranno l'attore anche nel ruolo di regista.
Nella serie Somerhalder è il dottor Luther Swann che viene coinvolto in un disastro globale quando il suo amico Michael Fayne (Adrian Holmes, Elysium) viene infettato dal virus e si trasforma in un predatore omicida assetato di sangue. Ma con una variante: gli infetti non solo non perdono l'aspetto umano, di fatto si vedono come il prossimo passo nell'evoluzione.
Infatti l'ex Boone di Lost (nel caso ve lo foste dimenticato) ha dichiarato a EW che l'aver passato otto anni in Vampire Diaries non ha tolto in lui il fascino per il genere vampiresco, ma soprattutto, l'aspetto che lo aveva colpito nel fumetto era quello scientifico e geopolitico invece di un mistery/melodramma/gotico:
Quando unisci l'aspetto scientifico a un approccio realistico puoi esporre problemi sociali all'interno del genere.
Il tono
Un altro aspetto che distingue la serie è che Somerhalder ha voluto che fosse un horror puro (e con un bel po' di azione aggiungiamo noi), senza il tono romantico in voga in questi anni con i vampiri:
Queste creature sono fot…mente spaventose, non vorrebbero essere dei mostri omicida ma lo sono e se ti ritrovi in una stanza con loro ti conviene cominciare a scappare.
E aggiunge che rispetto ad altre serie, questi dieci episodi hanno avuto bisogno di undici mesi di post-produzione per essere realizzati al meglio.
Diverso
Come detto in precedenza, la componente scientifica è importante ai fini della storia: il virus attacca il dna e persone diverse in zone diverse nel mondo si trasformano in modo unico, si nutrono in modo specifico, hanno un look specifico. Sono milioni, miliardi, hanno i loro club, i loro quartieri, le loro culture e ci può essere perfino del razzismo tra specie diverse.
E l'attore aggiunge: cosa succede quando le creature decidono di avere bisogno di un rappresentante legale o al congresso?
Molto velocemente si crea un mondo diviso tra umani e non umani che è uno specchio non così nascosto della società di oggi. Senza contare un altro dettaglio legato al mondo di oggi: il virus era congelato da millenni, ma è stato risvegliato dal riscaldamento globale.
L'ultimo aspetto che Somerhalder ha apprezzato è che rispetto ai telefilm tradizionali che hanno un serie di set fissi da cui raramente possono uscire per motivi di budget, V Wars può permettersi di esplorare altre città nel mondo per far scoprire allo spettatore come la storia si sta evolvendo in altri paesi.
I dieci episodi di V Wars debuttano oggi 5 dicembre su Netflix, preparatevi a essere infettati.
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