Da sempre, la fantascienza, basa molte delle sensazioni sulla paura più o meno giustificata dell'ignoto, del diverso, del non conosciuto. Dell'alieno. Possiamo non parlare di paura in questi giorni? Siamo a Halloween d'altronde, festa che in Italia continua a destare perplessità, dubbi, critiche e porcellane. Ma non siamo qui per discutere di questa festa, bensì per ricordare gemme del passato videoludico del mondo fantascientifico con una dose massiccia di terrore.
Alien Vs Predator (la serie)
Poteva mancare? No. Non credo che abbia bisogno di spiegazioni, diciamo solo che i capitoli della saga, ruotano più o meno fedelmente attorno ai capitoli cinematografici. Ritroveremo nomi e volti familiari. Spesso accompagnati da una buona dose di sangue e corpi squartati. Per chi non lo sapesse, in questa saga abbiamo la possibilità di vestire i panni di tutti e tre gli "eroi" dei film. Potremmo scegliere lo Xenomorfo con la sua corazza e la sua incredibile velocità, oppure il Predator con tutti i suoi apparati tecnologici, ma se vogliamo assaporare per bene lo spirito della serie, lo Space Marine fa al caso nostro, con il suo rilevatore di movimento e la sua incredibile tendenza a morire. Il mio consiglio è: spegnere le luci, impostare il livello massimo di difficoltà e far partire la nostra partita nella speranza che il "bip-bip" del rilevatore di movimento non si accenda mai.
Dead Space (la serie)
Qui abbiamo un titolo meno conosciuto da chi non è un grande videogiocatore. Vestiremo i panni (o meglio, l'armatura) di un ingegnere a bordo di una nave mineraria. Improvvisamente tutto comincia a andare storto, i morti cominciano a tornare in vita e a mutare in orribili creature. Questo è l'incipit del primo capitolo della saga. Ci muoveremo all'interno della nave mineraria, attraversando i suoi immensi corridoi, passando da ambienti esposti al vuoto e minacce biologiche. Come ogni "survival" che si rispetti dovremmo per soppesare le nostre munizioni, le scorte mediche, energetiche e d'ossigeno che saranno sempre scarse anche nei livelli di difficoltà più semplici. Un titolo che nasconde anche una trama ben articolata e ben narrata.
La cosa
Abbiamo un altro masterpiece. Tratto dall'omonimo film del 1982, ripercorreremo la stessa trama con qualche modifica qua e là per venire incontro ai bisogni videoludici. Non avremo sparatorie all'ultimo bossolo e schizzi di sangue che riempiono il monitor, ma sarà comunque un titolo coinvolgente grazie all'atmosfera che si creerà procedendo nella partita. La difficoltà si nasconde nella gestione delle nostre emozioni e di quelle dei nostri compagni; dovremmo scegliere con attenzione a chi dare questa o quell'arma e catturare anche i primi segni di stress che potrebbero sfociare in una paranoia letale per noi e la squadra oppure in un inatteso quanto traumatico suicidio. Il gioco cerca di ricreare la stessa atmosfera della pellicola e ci riesce a pieno.
Resident Evil (la serie)
Gli zombie di questi tempi non possono mancare, si pensava fosse un amore momentaneo come quello per i vampiri, ma nonostante un'apparente battuta d'arresto, continuano ad andare più o meno forte. O almeno continuano a trascinarsi. Anche Resident Evil non ha bisogno di presentazioni, i non videogiocatori l'avranno conosciuto con i vari adattamenti cinematografici. Per tutta la serie avremmo a che fare con diverse tipologie di non morti, spesso uno la reinterpretazione dell'altro o di leggende locali. Mira, spara e ricarica saranno comunque delle buone cose da tenere a mente se vorremmo sopravvivere.
Everybody's Gone to the Rapture
Ed ecco lo sconosciuto, o quasi. Niente mostri o non morti che apertamente ci vogliono massacrare, smembrare, possedere e quant'altro. Almeno i primi approcci saranno più delicati. Ci troviamo nel 1989, in una cittadina dello Shropshire. Due coniugi, entrambi scienziati presso l'osservatorio della città, durante un turno di lavoro, avvistano delle strane luci nel cielo notturno. Capiscono che non si tratta di semplici luci, ma di una forma di vita sconosciuta che infetta gli animali prima di dedicarsi agli umani. Solo quando si comprenderà che la forma di vita sta cercando di comunicare, ignorando però il dolore che provoca, che il gioco entrerà nel vivo. In uno stile minimale, questa avventura grafica placherà almeno apparentemente l'adrenalina dei precedenti giochi dal "grilletto facile".
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