Un grosso limite del mainstream è che si perde periodicamente per strada interi generi. E ciò nonostante la fedeltà assoluta di nicchie di veri fan. Basti pensare che escono ancora shoot’em up per Dreamcast, a quasi vent’anni dalla fine della produzione dell’ultima console casalinga di Sega, dove nel 2002 si toccò forse l’apice del genere con Ikaruga, seguito spirituale di un altro capolavoro made in Japan della leggendaria Treasure, Radiant Silvergun (1998).
Alle sordità della major fortunatamente oggi risponde sempre più spesso, mettendoci una pezza, la vivacissima scena indie. D’altronde a guidare tanti piccoli studi, sorti in giro per il mondo nell’arco di un decennio, è di solito la stessa passione coltivata anche dai giocatori. In questo discorso si inserisce Pawarumi, con cui il team francese Manufacture 43 prova a riaprire in occidente la via gli shoot ’em up attraverso una rilettura ragionata dello storico filone nipponico. Il gioco, che dopo il debutto su Steam sbarca adesso su console Xbox One e Switch, approfondisce in maniera originale le dinamiche tipiche degli sparatutto a scorrimento, senza tradire comunque lo spirito dei classici arcade.
Il primo riferimento di Pawarumi risulta proprio la pietra miliare Ikaruga: il suo dualismo filosofico basato sul nero dello Yin e sul bianco dello Yang si evolve in un triplice sistema di colpi rosso-verde-blu che richiama il modello di colori Rgb, oltreché le combinazioni della morra cinese carta-forbice-sasso, qui tradotte in Giaguaro, Serpente e Condor. In realtà Manufacture 43 sviluppa il concetto ulteriormente in modo da consegnare al giocatore, in ragione delle sfumature tattiche legate ai diversi effetti a seconda dell’arma utilizzata e del bersaglio che si sta affrontando, una maggiore libertà nelle soluzioni adottabili rispetto ai percorsi prestabiliti di titoli simili.
Il tocco personale riguarda anche l’ambientazione alla Stargate nella quale si svolgono le scorribande della navicella di Pawarumi. Si tratta di una fantascientifica e terribile guerra galattica immersa nei miti delle civiltà precolombiane, che ispirano totalmente l’impronta stilistica del videogame, dalle monumentali scenografie alla colonna sonora, definita electro-metal di stampo peruviano. Anche se con gli shoot’em up si va soprattutto a caccia del punteggio migliore, in una sfida tecnica in primis contro se stessi, Manufacture 43 ha fatto poi suo l’insegnamento di Ikaruga contestualizzando l’azione in una narrazione forte, che in Pawarumi cambia in relazione al livello di difficoltà scelto, pur mantenendo toni grevi e apocalittici, a loro volta affini a certe produzioni di culto giapponesi.
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