Il 13 giugno è arrivato sugli scaffali delle librerie The Spider King, una graphic novel al confine tra fantasy di ambientazione storica e fantascienza. Il volume fa parte della collana “Maestro” di Saldapress, che raccoglie nuovi talenti dell’arte disegnata.
Al Comicon abbiamo incontrato uno degli autori, il giovane disegnatore romano Simone D’Armini, il quale ci ha raccontato in prima persona la nascita e l’evoluzione di questa opera non convenzionale.
In un immaginario medioevo, una decennale faida tra Clan Vichinghi è interrotta dallo schianto di un vascello spaziale. Un giovane Re ritroverà il coraggio di guidare il suo popolo e una coraggiosa Principessa avrà l’occasione di dimostrare la sua abilità con le armi, invece che con pizzi e merletti. Insieme, affronteranno la più grande minaccia che il genere umano abbia mai incontrato fino a quel momento.
Gli illustri esempi precedenti (Outlander, Thorghal)
Il tema di Alieni che ci invadono in un remoto passato non è certo nuovo e, in particolare, non è nuovo neanche il fatto che incontrino gli antichi Norreni. Un interessante esempio lo troviamo in Outlander. L’ultimo Vichingo, questo è il titolo italiano, è un film del 2009 che possiede parecchi punti di contatto con The Spider King. Alla regia Howard McCain, vincitore di vari festival indipendenti e sceneggiatore di La ribellione dei Lycans, terzo capitolo della fortunata saga vampirica Underworld. L’ultimo Vichingo è un interessante opera che mescola il tema del contatto tra antiche civiltà umane e Extraterrestri (Teoria degli antichi Astronauti o del Paleocontatto) e il poema epico Beowulf. Qui il Gesù di The Passion, un James Cavieziel in grande spolvero, è affiancato da altri affermati attori del calibro di John Hurt e Ron Perlman. Cavieziel impersona Kainan, il pilota di una tradotta spaziale che, precipitando nella Scandinavia del nono secolo, libera il suo pericoloso prigioniero, il Morween, una sorta di Drago che, da subito, porterà morte e distruzione. Kainan, prima prigioniero poi alleato dei vichinghi, non senza difficoltà e facendo scelte molto difficili, salverà gli antichi scandinavi dalla mostruosa minaccia che lui stesso aveva contribuito a scatenare.
Per quando riguarda il mondo dei Comics, o meglio delle Bande Dessinée, possiamo ricordare, invece, Thorgal, la serie sceneggiata dalla colonna del fumetto belga Van Hamme (XIII, Largo Winch, I maestri dell’orzo) e dal disegnatore polacco Grzegorz Rosinski (Hans, Il Grande potere dei Chnikel). Qui, gli abitanti di un villaggio vichingo rinvengono una strana culla che nasconde un bambino dai tratti somatici diversi da quelli tipici locali. Gli sarà dato il nome di Thorgal Aegirsson (unione di Thor e Aegir, due principali Divinità del Pantheon Norreno), il quale crescerà sospeso tra due mondi: quello dei vichinghi, che lo continueranno a non accettare e quello misterioso legato alle sue vere origini.
La trama
La storia di The Spider King vede come protagonista Hrolf Hallvardson, giovane re del Clan dei Laxdhale, succeduto al Padre Hallvardh, morto in battaglia contro il clan rivale dei Rhund. Hrolf è forte ed ha il cuore d’oro, ma non è un fine stratega e non possiede il carisma del padre. È un personaggio molto lontano dal Ragnar Lodbrok di Vikings e lo stesso Simone ci racconta: “Non volevo che Hrolf somigliasse a Conan o a qualunque classico eroe del canone simil-Howardiano; è sì forte e nerboruto, ma tutt’altro che regale. Per tale ragione lo ho caratterizzato con denti storti, naso rotto, mento pronunciato, lontano quindi anche dal essere un Principe Azzurro delle favole. Maggiore fonte di ispirazione per la gestualità, espressività e atteggiamento è stato il mio cane Robin. Nessuno dei due è particolarmente sveglio e sono entrambi un po’ avventati, ma, sotto sotto, sono buoni, simpatici, coraggiosi e forti”.
Una grande amicizia, forse amore, lega Hrolf a Sigrid, la principessa del Clan dei Longobardi (nella versione originale Lombard): “Sia io che Josh”, continua Simone, “avevamo le idee chiare su di lei, dovevamo generare un personaggio dal carattere forte, pragmatico e determinato e i suoi atteggiamenti e l’abbigliamento dovevano essere quanto più vicini possibili a quest’idea”.
Sigrid indossa vestiti adatti a proteggersi dal rigido clima scandinavo e non un bikini di cotta di maglia come Red Sonja, la barbara dei fumetti di Roy Thomas. I suoi capelli rossi e il fatto che sia un’arciera infallibile la fanno assomigliare più a Merida, la protagonista del moderno classico Pixar The Brave. Non contenta dell’immobilità del suo clan, che non si decide ad aiutare gli sfortunati alleati Laxdhale, Sigrid fugge, ma finirà per dover affrontare una terribile minaccia. Vari, poi, sono i personaggi secondari che danno spessore alla storia: Aarek il Lupo, capo dei Guerrieri Rhund, responsabile dell’uccisione del Padre di Hrolf, l’asino Sigmur, la guerriera Sveni, i componenti dei clan e i due personaggi mascotte: l’alieno Frodi, visto dagli umani come un bambino, ma che, in realtà, faceva parte della scorta al mostro prigioniero e la piccola chiacchierona Helga, orfanella ostaggio dei Rhund.
Lo stile grafico con cui D’Armini approccia la storia è particolare. La filosofia che c'è dietro ricorda quella che il regista/autore americano di origine russa Genndy Tartakovskij ha scelto per le sue opere adulte: The Clone Wars, ma, soprattutto, la serie cult Samurai Jack e, perciò, tratti cartooneschi (ma lo stile di Simone è più che personale) per una storia che è un crescendo di tensione, interrotta da siparietti il più delle volte anche tragici.
Raggiunge il massimo nei momenti in cui l’alieno, il Re ragno del titolo, una sorta di Regina Xenomorfa di Alien, infetta i malcapitati che vuole controllare; Simone rappresenta il piano di dialogo onirico tra l’alieno e l’umano come un impressionante quadro cubista dove le menti dei due si fondono.
La genesi dell’opera
Corre l’anno 2013 e, a Melbourne, un affermato professore di Grafica in uno dei più importanti istituti Australiani, Josh Vann, ha una storia da sviluppare; pur essendo un buon disegnatore ha bisogno di altro, di qualcuno che sappia dar forma alle sue visioni. Girovagando in Deviantart, una comunità virtuale di aspiranti artisti, nota i lavori pubblicati da un giovane disegnatore romano, Simone D’Armini e pensa che possa fare al caso suo. Simone sente nelle proprie corde l’idea suggerita da Josh e insieme si mettono subito al lavoro sulla storia Pilota, Fluffy (presente nel volume Italiano con il titolo Coniglio Il Barbaro). L’idea è quella di bypassare qualsiasi contatto iniziale con case editrici varie finanziando la realizzazione dell’opera con il meccanismo del Crowfounding. La richiesta iniziale è di raccogliere diciannovemila dollari australiani per la realizzazione di una storia di 55 pagine, ma in pochi giorni la baseline è superata con successo raggiungendo l’entusiastica quota di venticinquemila dollari, cifra che permetterà di realizzare un’opera lunga quasi il doppio. Ai colori viene ingaggiato il disegnatore Francese Adrian Bloch (Katarakt!) che, inoltre, realizza in solitario il prequel intitolato Prima di tutto (anche questo presente nel volume italiano); in questo racconto si approfondisce il legame tra Hrolf e Sigrid ed è disegnato in una sorta di stile tipico dei racconti per l’infanzia.
Dopo due anni e mezzo di lavoro gli autori presentano nel 2016 il loro lavoro al New York Comicon.
“Era la prima volta che io e Josh ci incontravamo fisicamente” ritorna a raccontarci Simone. “Fino a quel momento ci eravamo sentiti tutti i giorni ma sempre via web-conference. Le 5000 copie dell’edizione Kickstarter finirono quasi subito e fummo ingaggiati da IDW per una edizione distribuita nei normali canali”.
Idw spezza il racconto in 4 spillati arricchiti da copertine realizzate come omaggio da molti autori tra cui Skottie Young (Il meraviglioso mondo di Oz, Rocket Racoon) e Lorenzo De Felici (Oblivion Song, Orfani).
Simone D’Armini, 31 anni il prossimo settembre, è di formazione un grafico pubblicitario, ha frequentato la Scuola Romana del Fumetto e oggi vive ad Edimburgo con la sua compagna, una Stylist Irlandese. Raccontandoci un altro po’ di sé ci dice: “Ho sempre avuto avuto un amore viscerale per la fantascienza, divoravo gli Urania della collezione di mio Padre e rimanevo affascinato dalle atmosfere di Philip K. Dick. Parallelamente poi anche l’amore per le opere d’animazione e disegnate cresceva. L’autore che più mi ha formato e che ritorna nelle mie opere è il papà di Hellboy, Mike Mignola. La maniera in cui Mignola scolpisce le sue figure estraendole dal buio è unico ed ha ispirato un’intera generazione”. Un appartenente alla suddetta generazione è Eric Powell (Conan, Godzilla: The King of Monster), autore del best seller The Goon della Avatar Press; Eric, molto colpito da The Spider King, ha voluto Simone alle matite per il capitolo finale della sua serie Hillibilly: Red Eyed Witchery from Beyond. Al momento, Simone è al lavoro per l’editore spagnolo Spaceman Project su M, The Red King e un nuovo adattamento della tragedia Shakespeariana Macbeth con ai testi il connazionale Stefano Ascari.
Nei mesi scorsi negli Stati Uniti è stato dato alle stampe “Frostbite”, dove tornano i protagonisti di The Spider King; qui nel tentativo di raggiungere un villaggio amico i nostri eroi sono braccati in una foresta innevata da spaventosi animali Mutanti.
Attendendo l’edizione Italiana di Frostbite, possiamo goderci Hrolf, Sigrid e tutti i nostri vichinghi in The Spider King.
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