La fantascienza ha trionfato agli ultimi German Computer Game Awards, premiando come miglior gioco in assoluto Trüberbrook, l’avventura mystery di btf, pubblicata da Headup per computer e console, capace di unire l’attenzione per l’aspetto narrativo e per la qualità grafica. Protagonista è uno scienziato, un fisico per la precisione, Hans Tannhauser, che a dispetto del nome germanico è statunitense e, rispetto al suo leggendario omonimo (il poeta medioevale Tannhauser), ha abitudini tranquille, con scarsa propensione ai viaggi pieni di imprevisti. Gli capita però di vincere una lotteria che mette in palio un biglietto per l’Europa e, con il miraggio di godere un agognato periodo di riposo dagli studi universitari, il giovane prepara contento la valigia.
La trasferta a Trüberbrook, perché è lì che è diretto, si rivelerà un soggiorno molto più movimentato del previsto, in un 1967 con la Germania ancora divisa in due blocchi, le proteste studentesche scoppiate a Parigi e a Berlino, ovunque l’infiammarsi di manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Echi che, almeno a prima vista, sembrano lontani da Trüberbrook, un posto fittizio, immaginato come un tipico paesino della campagna tedesca, ispirato alle caratteristiche dei borghi che esistono realmente tra la foresta di Teutoburgo, i monti dello Harz e l’altopiano dell’Eifel.
Nell’intreccio, ricco di colpi di scena, il nostro eroe capisce presto che la sonnacchiosa località termale – in apparenza dimenticata dal tempo (e dal turismo) – in cui si ritrova in vacanza nasconde tanti segreti. In ballo c’è niente meno che la salvezza del mondo, un’impresa che Hans cercherà di portare a termine con l’aiuto di una volonterosa paleontologa, costretti entrambi a confrontarsi con qualcosa che ha a che fare con gli universi paralleli e altre dimensioni spazio-temporali.
L’atmosfera che si respira richiama dichiaratamente serie tv come Twin Peaks, X-Files e Star Trek, con in più riferimenti al folclore germanico e al clima dei melodrammi (a lieto fine) degli Heimatfilm del secondo dopoguerra, con la loro visione serena e bucolica della vita rurale. All’epoca della cortina di ferro, sotto traccia si avvertono comunque i brividi della corsa alla conquista di tecnologie sempre più all’avanguardia per giungere primi sulla Luna, il sospetto per la lotta condotta con ogni mezzo dalle spie, la paura verso possibili minacce straniere.
Il bailamme che si scatena è raccontato con una punta di humour, tributo ai capolavori punta e clicca della Lucas, da Maniac Mansion alla saga di Monkey Island, da Day of the Tentacle a Sam & Max: Hit the Road, cari ricordi d’infanzia per gli stessi autori di Trüberbrook, che hanno riversato una speciale cura nella realizzazione anche estetica del titolo. Del resto la società berlinese btf è attiva nel campo della produzione di film e documentari, nonché di video interattivi per le esperienze immersive di mostre e performance.
Prima di Trüberbrook, btf aveva firmato, solo in tedesco, le avventure grafiche in pixel art Game Royale e Game Royale 2, omaggio alla stagione d’oro del genere. Adesso, proprio con Trüberbrook si è aggiunto il doppiaggio anche in inglese (con accento tedesco, riutilizzando gli attori originali, per un ulteriore tocco di veridicità), puntando dunque per la prima volta alla platea internazionale.
Un’assoluta particolarità del videogame sono gli scenari costruiti a mano, con modellini artigianali magnificamente rifiniti nel dettaglio e poi digitalizzati, adattando in un contesto virtuale la tecnica classica dei lungometraggi di animazione in stop motion. Anche la luce, filmata dal vivo, è quella reale. In Trüberbrook si celebra così un incontro unico e straordinario non semplicemente tra mondo del cinema e intrattenimento elettronico, ma tra la tradizione degli effetti speciali e le magie degli effetti visivi al computer.
Come in ogni punta e clicca, la storia prosegue raccogliendo indizi, oggetti e risolvendo enigmi, ma il focus resta concentrato soprattutto sulla trama. Un occhio di riguardo va anche ai più piccoli, con una modalità apposita denominata Kids, dove Hans ha, tra l’altro, rinunciato alle insperabili sigarette a favore di abitudini più salutari.
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