Le serie distopiche stanno diventando sempre più rilevanti negli ultimi anni, a partire dalla scommessa vinta da Amazon Primevideo con The Man in the High Castle per passare al successo di The Handmaid's Tale, la prossima Motherland: Fort Salem, di cui abbiamo parlato poco tempo fa e la controversa ancora prima di essere girata Confederate (sempre della HBO), in cui gli autori di Game of Thrones immaginano una realtà in cui gli States dei giorni nostri sono divisi: da una parte gli stati in chi la schiavitù è ancora non solo in vigore ma un fiorente commercio, dall'altro quelli che vogliono fermarla per sempre.
Ora è il momento dello scomparso autore Philip Roth, uno degli scrittori più importanti del nostro periodo, vincitore di molti premi tra i quali il pulitzer per Pastorale americana (da cui nel 2016 era stato tratto un film con Ewan McGregor e Jennifer Connelly) il quale aveva creato uno stile in cui il confine tra la fiction e l'autobiografia diventava sottile, al punto di inserire sé stesso nelle sue storie o dare il suo nome a personaggi che nulla avevano a che fare con lui.
Il complotto contro l'America
Nel 2004 in patria e nel 2005 da noi usciva The Plot Against America, ovvero Il complotto contro l'America, in cui l'autore immaginava che nel 1940 Franklyn D. Roosevelt perdesse le elezioni in favore dell'ex aviatore Charles Lindbergh, il quale accendeva la scintilla di un crescente antisemitismo. La storia raccontava le vincende della famiglia Roth attraverso gli occhi del giovane Philip, e la confusione e il terrore provati mentre il mondo intorno a lui diventava sempre più percioloso.
La storia ha una base realistica: Lindbergh era un convinto assertore dell'isolazionismo ed era diventato portavoce dell'America First Committee, ovvero il comitato "America per prima", che peraltro ricorda non poco l'attuale situazione americana.
Ma nel romanzo la situazione peggiora: prima Lindbergh dice apertamente di essere contrario a intervenire durante la seconda guerra mondiale, critica aspramente gli ebrei, poi stringe un trattato di non interferenza con i nazisti e Hitler, nonché con l'imperatore del Giappone, promettendo di non intromettersi nel suo piano di espansione asiatico.
La situazione finisce con lo spezzare la famiglia di Philip, ma questo è solo l'inizio, perché quando Lindbergh scompare mentre era in volo con il suo aereo privato, la radio nazista dice di avere prove che la sua scomparsa è una cospirazione ebraica, ed è l'inizio del caos vero e proprio.
La serie tv
O meglio, la miniserie in sei puntate verrà scritta dal duo della celebrata serie The Wire David Simon e Ed Burns, e seguirà le vicende di una famiglia ebrea della classe operaia che vive le conseguenze dell'ascesa di Lindbergh. Tra i protagonisti Zoe Kazan (The Deuce), ovvero Elizabeth Levin, una perspicace madre che comincia a studiare un piano di fuga per la sua famiglia, Winona Ryder (Stranger Things), ovvero la sorella Evelyn Finkel la cui vita si è fermata dieci anni prima quando ha dovuto prendersi cura della madre malata e John Turturro (Transformers, The Night of), nel ruolo del rabbino Lionel Bengelsdorf, un astro nascente politico che a sorpresa supporta Lindbergh ma si dimostra anche molto interessato a lei. E non mancherà il giovane Philip (Levin in questo caso) interpretato da Azhy Robertson (The Americans).
Non ci sono ancora date confermate per l'arrivo della miniserie, voi cosa ne pensate, Il complotto contro l'America si presta a diventare una serie via cavo?
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