Per molti ieri è stata una giornata storica. Per la prima volta è stata resa pubblica l'immagine, reale, di un buco nero. Non un'ipotesi artistica, non il risultato di un calcolo, non una teoria, ma una vera foto. O qualcosa che le assomiglia molto.
Il buco nero ritratto è al centro della galassia M87, un mostro di 2,6 miliardi di masse solari a 53 milioni di anni luce dalla Terra.
Si tratta del risultato di un lavoro congiunto dell’Event Horizon Telescope (EHT) e del Global mm-VLBI Array (GMVA), un insieme di radiotelescopi posizionati in vari punti del globo (Cile, Arizona, Messico, Francia, Spagna, Hawaii, Polo Sud), che hanno funzionato in maniera combinata per aumentare le loro capacità risolutive, agendo come un unico telescopio grande come la Terra stessa.
Le osservazioni di cui vedremo oggi il risultato risalgono al 2017 (ok, per i più pignoli risalgono a 53 milioni di anni prima del 2017), ma la quantità di dati raccolti è stata talmente elevata (si parla di una quantità dell’ordine di molti petabyte, cioè migliaia di terabyte), che sono stati necessari due anni per processarli.
Per questo non si può parlare esattamente di foto: si tratta in realtà del risultato dell'elaborazione di un'enorme quantità di pixel raccolti da tutti i telescopi e "sintetizzati" via software per arrivare a un'immagine che nessun telescopio singolarmente avrebbe potuto cogliere.
Gli appassionati di fantascienza hanno visto recentemente un'immagine scientificamente plausibile di un buco nero: quella simulata dai calcoli dell'astrofisico Kip Thorne nel film Interstellar, riferita in quel caso al buco nero chiamato Gargantua. L'immagine ha delle ovvie similitudini, ma in effetti appare piuttosto diversa.
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