Mettiamo subito le mani avanti. Questo non è propriamente un corto, nel senso che la vicenda che racconta non ha una vera conclusione. Potremmo definirlo una sorta di pilot, un episodio dimostrativo per quella che, secondo il regista Alan Ritchson che lo ha girato nel 2017, potrebbe essere una serie tv. Come dire, assomiglia a Stranger Things? Ma no, è del tutto diversa: per cominciare è ambientata negli anni novanta, non ottanta, e non ci sono mostri ma macchine del tempo.
Di solito quando parliamo degli attori nei corti che pubblichiamo dobbiamo scavare per trovare qualche lavoro professionale, figuriamoci questa volta, visto che sono tutti ragazzini. E invece no: ognuno di loro – Steele Stebbins, Caleel Harris, Elisha Henig e Emily Alyn Lind – ha un curriculum ragguardevolissimo, con partecipazioni regolari e meno regolari a svariate serie tv. Anzi è proprio il ragazzo più grande, che entra a un certo punto, Austin Fryberger, quello con meno interpretazioni di rilievo.
Quanto al regista, che compare anche nel corto nel ruolo del padre di uno dei ragazzi, lo avere visto recentemente in Titans nel ruolo di Hank.
Il titolo è Tree House Time Machine.
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