Mentre arriva nelle sale il film di Matteo Rovere Il primo re, negli stessi giorni in libreria esce Romolo – Il primo re di Franco Forte e Guido Anselmi.
Il libro è nato in realtà da un progetto nato anni fa ed è scollegato dal film, ma entrambi sono un interessante indagine su un periodo storico che, anche se popolato di personaggi in gran parte leggendari, è comunque affascinante e determinante per la nascita di una civiltà che ha forgiato il mondo occidentale per i successivi millenni.
Il film di Rovere è addirittura parlato in una ricostruzione (in gran parte ipotetica, ma accurata) della lingua probabilmente parlata all'epoca, un proto-latino ricco di parole etrusche; ma entrambe le rappresentazioni convergono nel descrivere un'epoca dura, cruda, ben lontana dalla versione leggendaria e fiabesca raccontata da Livio e altri storici romani.
Franco Forte, tra le altre cose direttore responsabile di Robot, ha ormai al suo attivo numerosi romanzi ambientati nell'antica Roma. Guido Anselmi ha pubblicato vari racconti con Delos Books e Delos Digital.
Il libro
Dal 29 gennaio, in libreria e sugli store online, il romanzo che racconta in modo crudo e disincantato la straordinaria storia della fondazione di Roma, che in bilico fra realtà, mito e leggenda, ci riporta nell'epoca primitiva che ha visto la lotta fra due gemelli per la nascita di una stirpe che avrebbe segnato l'inizio di una delle più importanti civiltà della Storia.
In una terra selvaggia e primordiale, ammantata di storia e superstizione, un vomere traccia il solco di una città: nessuno immagina che è appena nata Roma, la Città Eterna. La storia dietro quell’attimo fatale è però molto diversa dalla leggenda che tutti conosciamo, perché avviene in un tempo di fame, freddo e carestie, dove la sopravvivenza è spesso sinonimo di sopraffazione. E la lupa non è affatto quella che i miti ci hanno tramandato. Perché la fondazione di Roma è un’avventura cruda e disperata, un’epopea di resilienza, un solco di sangue tracciato nel nostro passato che racconta la sfida primordiale fra due gemelli consacrati dagli dèi, e il suo doloroso esito, che ne ha proclamato il vincitore: Romolo, il bambino sopravvissuto alla morte, il ragazzo che ha combattuto nel fango e nel dolore, l’uomo che per realizzare il suo sogno ha piegato un mondo ostile, brutale e dominato dalla violenza, dando così inizio alla più gloriosa potenza antica che la Storia ricordi. Romolo, il primo re.
Gli autori
Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Considerato uno dei più importanti autori di romanzi storici, ha pubblicato con Mondadori i due titoli della serie “Il romanzo di Roma”, Carthago (2009) e Roma in fiamme (2011), i gialli storici con protagonista il notaio criminale Niccolò Taverna Il segno dell’untore (2012) e Ira Domini (2014), oltre a Gengis Khan (2014) e al romanzo storico Caligola (2015). Nel 2016 e 2017 sono usciti Cesare l’immortale e Cesare il conquistatore, i due capitoli della saga che riporta in vita Giulio Cesare. Ha lavorato come autore delle serie TV Distretto di Polizia e RIS: Delitti imperfetti. Cura il “Giallo Mondadori” e “Urania”.
Guido Anselmi è nato a Vibo Valentia nel 1972, ma vive sulle sponde del Lago Maggiore. Laureato in ingegneria, ha vinto la trentanovesima edizione del premio WMI, indetto dalla rivista Writers Magazine Italia, ed è stato finalista al premio Bukowski 2016. Ha pubblicato diversi racconti sulla WMI, sullo speciale SF e nelle raccolte 365 Racconti per un anno di Delos Digital.
Franco Forte e Guido Anselmi, Romolo – Il primo re, Omnibus Mondadori, Pag. 360 – Euro 19,00
Intervista a Franco Forte e Guido Anselmi
Partiamo subito, come amate dire voi scrittori, in medias res. Cosa deve aspettarsi un lettore che si accinga alla lettura del vostro Romolo?
Una bella sorpresa. Tutti conosciamo, fin dalla scuola, la leggenda della nascita di Roma e i personaggi che l’hanno animata, ma davvero poco è stato raccontato, almeno nella narrativa contemporanea, di quell’epoca remota. Noi abbiamo preso i personaggi leggendari e tutto ciò che ha un fondamento storico accertato e abbiamo cercato di ricostruire quel contesto primitivo. Un’impresa difficile, vista la scarsità delle fonti, ma affascinante per chi, come noi, ha dovuto ricostruire un intero mondo e le emozioni che lo pervadevano. Emozioni molto forti!
Primitivo è un aggettivo che ricorre spesso, associato al tempo nel quale il romanzo è ambientato. Dobbiamo aspettarci un Romolo sanguinario e bestiale?
Romolo è figlio del suo tempo, un’età oscura, dominata dalla forza e dalla violenza, dove l’unica legge era quella che consentiva di restare in vita. Ma Romolo non è solo questo, non potrebbe esserlo colui che ha dato inziio al più grande impero dell’antichità, no? Leggendo il libro crediamo si possa capire quanto questo personaggio, mitologico o meno, abbia segnato il destino di tutta l’umanità, non solo dei popoli italici.
Di certo non ha avuto vita facile, a partire dalla contesa con Remo.
La figura di Remo e il rapporto che Romolo aveva con lui è stato uno dei punti di partenza nel delineare la figura del nostro eroe. Pensiamo che nessun uomo, neppure il più arido e spietato, possa passare indenne alla tragedia di uno scontro fratricida e di certo Romolo non fa eccezione.
Un eroe ferito, quindi.
Edificare Roma ha richiesto un prezzo altissimo. La contesa con Remo è stata un momento terribile, ma di certo non l’unico che Romolo ha dovuto affrontare. È stato un lungo cammino, lastricato di dolore e privazioni, al quale tuttavia Romolo non ha sacrificato la propria natura più profonda e i propri ideali di giustizia.
Traspare dalle vostre parole un legame forte, quasi affettivo, con il personaggio che avete narrato.
E non potrebbe essere altrimenti; noi per primi abbiamo vissuto le sue imprese e le sue sconfitte, emozionandoci e disperandoci insieme a lui. Siamo convinti che dal romanzo questa partecipazione profonda raggiungerà anche i lettori.
Quanto è stato difficile scrivere un romanzo storico che racconta tuttavia una leggenda?
Una difficoltà che si è anche presto trasformata in opportunità. La leggenda di Romolo e Remo è stata rimaneggiata a più riprese, praticamente da tutti gli storici romani. Questo l’ha arricchita di particolari e dettagli, alcuni dei quali aggiunti con l’unico scopo di ammantarla di grandezza ed epicità. Una vera cuccagna per dei narratori!
Come vi siete regolati rispetto alla disomogeneità delle fonti?
Di base, abbiamo sempre cercato di riferirci alla versione canonica, che è poi anche quella più plausibile dal punto di vista storico. Poi, abbiamo riempito i “buchi” per costruire un arco narrativo più solido, e scelto le fonti che fornissero la versione più interessante e plausibile della leggenda. Magari, qualche volta, con le dovute “licenze poetiche”, scegliendo la versione della leggenda che privilegiasse la drammaticità degli eventi, il tutto in funzione del coinvolgimento del lettore. In fondo noi non siamo né storici né archeologi, il nostro mestiere è quello di regalare emozioni. E questa storia di emozioni ne fornisce in quantità!
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