Fantascienza anche nel disco seguente A Farewell to Kings (1977) che si conclude con Cygnus X-1 Book I: The Voyage, un racconto in musica concepito da Neil Peart. Un astronauta in viaggio tra le stelle a bordo della navicella Rocinante si avvicina troppo a Cygnus X-1, un buco nero che, con la sua immensa forza gravitazionale, risucchia l'astronave che comincia a precipitare inesorabilmente verso l'orizzonte degli eventi. I vari momenti del viaggio della Rocinante (l'euforia della partenza, l'angosciante attesa del contatto con il buco nero) sono sapientemente sottolineati dalle parti strumentali della canzone.
Il disco successivo, Hemispheres (1978), comincia dove finiva il precedente. In Cygnus X-1 Book II: Hemispheres, la suite in sei parti che apre l'album, si intuisce che il buco nero è una sorta di portale verso altri mondi. L'astronauta si ritrova così sull'Olimpo, in cui assiste alla lotta tra i due emisferi del cervello umano, rappresentati da Apollo (Apollo: Bringer of Wisdom, il pensiero logico) e Dioniso (Dionysus: Bringer of Love, il pensiero emotivo). La popolazione è divisa in due fazioni che entrano in conflitto tra loro (Armageddon: The Battle of Heart and Mind) generando una situazione che può condurre al caos. L'esploratore, stupito dalla mancanza di equilibrio tra le due parti, riesce a mettere fine al conflitto, venendo proclamato Cygnus, l'equilibrio (Cygnus: Bringer of Balance). I due emisferi diventano alla fine una sfera perfetta (The Sphere: A Kind of Dream).
La produzione discografica dei Rush ha attinto altre volte alla fantascienza. Tra i momenti migliori il brano Red Barchetta (dall'album Moving Pictures del 1981), ambientato in un futuro in cui sono proibite le auto alimentate con derivati del petrolio ("Motor Law"). Il protagonista della canzone ha la possibilità di guidare una vecchia Barchetta rossa tenuta nascosta dallo zio e di cimentarsi in una gara di velocità con una moderna auto ad aria compressa.
Fantascienza e prog rock pt.II – Neoprogressive, progressive metal e altre storie
I Rush possono essere considerati "l'ultima propaggine" del progressive rock nella forma classica, sebbene già contaminata da elementi hard rock. L'avvento del punk e della disco music prima e della new wave e di MTV poi hanno di fatto relegato il prog rock a un ruolo sempre più marginale, complici anche le stesse band che lo hanno reso popolare: Genesis e Yes, ad esempio, si orientano verso un pop lontano anni luce (termine appropriato visto che parliamo di fantascienza) dalle forme musicali che hanno creato e interpretato negli anni settanta.
Il rock progressivo "rinasce" verso l'inizio degli anni ottanta, in una forma leggermente diversa ma con tematiche simili, non ultima la fantascienza. La differenza sostanziale sta nel fatto che il prog rock "classico" è un fenomeno su larga scala, in grado di salire in cima alle classifiche di vendita e di riempire le arene, mentre il neo prog e le altre forme musicali ad esso assimilabili godono, a parte poche eccezioni (Marillion e Dream Theater, per esempio), di uditori piuttosto ristretti. Trattandosi quindi di un fenomeno vasto ma destinato spesso solo a pochi eletti, è impossibile fare una panoramica di tutti i dischi pubblicati e, tra questi, evidenziare quelli a contenuto fantascientifico. Cercheremo di fare del nostro meglio.
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