Immaginate che quest'articolo che vi accingete a leggere sia un disco in vinile, oggetto che i più fortunati hanno tuttora la possibilità di maneggiare e di ascoltare e che i meno fortunati, assuefatti alla "musica liquida" o al massimo al compact disc, guardano con distaccata curiosità. Un disco in vinile, dicevamo, con le due facciate occupate da un solo brano ciascuna. Due esecuzioni lunghissime, quindi, con un tema comune che caratterizza l'intera composizione.
Con queste premesse, ci sono buone probabilità che il disco che avete (virtualmente) tra le mani sia un'opera del progressive rock. Ed è di prog rock che parliamo in quest'articolo, soffermandoci sui legami tra questa forma musicale e la fantascienza. Lo facciamo suddividendo, per comodità, l'esposizione in due parti (o in due facciate, come preferite). Come se fosse un disco di progressive rock.
Fantascienza e prog rock pt.I – Le origini e gli anni Settanta
Il progressive rock nasce alla fine degli anni Sessanta come forma musicale caratterizzata da un'elevata complessità esecutiva e da brani che spesso superano (e di molto) la durata delle canzoni rock "canoniche". La complessità si riflette spesso anche nei testi, caratterizzati dalle ispirazioni più disparate: la mitologia, l'epica, i testi sacri e, non di rado, la fantascienza.
Il disco comunemente considerato punto di partenza, oltre che pietra miliare, del rock progressivo esce alla fine del 1969. Si intitola In the Court of the Crimson King ed è il long-playing d'esordio dei King Crimson. La voce gridata e distorta (in tema con l'inquietante copertina disegnata dall'artista Barry Godber) del cantante Greg Lake racconta la distopia del 21st Century Schizoid Man, brano d'apertura del disco e manifesto dei King Crimson.
Gli Yes, altra band di riferimento per gli amanti del prog rock, hanno talvolta tenuto presente la fantascienza nei testi delle loro canzoni: ad esempio Astral Traveller (dal secondo album, Time and a Word, 1970) e la lunga e splendida Starship Trooper, ispirata all'omonimo romanzo di Heinlein solo nel titolo (da The Yes Album, 1971). Il forte legame con la fantascienza è dato soprattutto dalle copertine immaginifiche disegnate dall'artista Roger Dean.
Alla produzione degli Yes si accompagna il progetto solista del tastierista Rick Wakeman. Nel 1974 Wakeman pubblica il suo secondo disco intitolato Journey to the Centre of the Earth, trasposizione in parole e musica dell'avventuroso viaggio del professore tedesco Otto Lindenbrock, di suo nipote Axel e della guida islandese Hans Bjelke raccontato nell'omonimo romanzo di Jules Verne (1864).
I Genesis dell'era Pter Gabriel si sono cimentati con i temi cari alla fantascienza in poche occasioni. E lo hanno fatto alla grande.
Album Foxtrot, anno 1972. Il brano d'apertura è Watcher of the Skies, composto da Banks e Rutherford sulla terrazza dell'Hotel Domitiana a Napoli, durante una delle rare pause della fortunata tournée nel nostro paese. Una Napoli, normalmente frenetica e vitale, appare ai loro occhi deserta e quasi spettrale. Immaginano un alieno che guardi dall'alto quei luoghi e ammiri le vestigia di un pianeta un tempo abitato e ora privo di vita: un tema che riprende il celebre romanzo di fantascienza Le guide del tramonto (Childhood's End, 1953) di Arthur C. Clarke.
Nello stesso disco (il cui lato B è quasi interamente occupato da Supper's Ready, una meravigliosa suite di circa ventitré minuti di ispirazione mitologica e biblica) troviamo Get'Em out by Friday, un vero e proprio racconto in musica, forse il connubio più riuscito tra rock e fantascienza sociologica. La Styx Enterprises acquista degli edifici e, attraverso i propri intermediari, sfratta gli inquilini. Nel 2012 il Controllo Genetico dichiara di aver ridotto l'altezza degli esseri umani a quattro piedi (poco più di un metro e venti): questo consente di raddoppiare il numero degli abitanti all'interno di un edificio.
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