Secondo un ex vicedirettore della NASA, Hans Mark, durante un pranzo a Los Alamos, insieme a Emil Knopinski, Edward Teller e Herbert York, Enrico Fermi pose la famosa domanda: dove sono tutti quanti?
Che la domanda sia stata posta davvero da Fermi o meno è comunque famosa come "il paradosso di Fermi". Ovvero, in forma più compiuta: dato l'enorme numero di stelle nell'universo osservabile, è naturale pensare che la vita possa essersi sviluppata in un grande numero di pianeti e che moltissime civiltà extraterrestri evolute siano apparse durante la vita dell'universo. Da tale considerazione nasce la domanda: se l'Universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante?
Per chi legge fantascienza è certamente facile trovare risposte plausibili (una che ci piace particolarmente è: stanno nascoste, perché quelle che non stanno nascoste vengono spazzate via dalle singolarità tecnologiche che dominano l'universo), ma c'è anche chi ha affrontato la cosa da un punto di vista scientifico: Stephen Webb ne ha raccolto settantacinque, e ci ha scritto il libro Se l'universo brulica di alieni… dove sono tutti quanti? che qualche mese fa è stato proposto in seconda edizione ampliata da Sironi.
Il libro
Un potente e inconsueto esercizio intellettuale per gli amanti della scienza e del pensiero speculativo. Un divertimento a tutto campo, per non farvi trovare impreparati, qualunque sia la vostra soluzione preferita al problema!
Se ci sono 400 miliardi di stelle nella sola Via Lattea, e forse 400 miliardi di galassie nell’Universo, è ragionevole pensare che là fuori – 14 miliardi di anni dopo il Big Bang – esistano o siano esistite altre civiltà, avanzate almeno quanto la nostra. È l’enormità dei numeri a pretenderlo. Ma allora perché non abbiamo mai incontrato, se non specie aliene in carne e ossa, almeno qualche loro messaggio, artefatto o traccia? «Dove sono tutti quanti?»: è questa la domanda che il premio Nobel Enrico Fermi pose, per svago, ad altri fisici suoi colleghi, in una bella giornata estiva del 1950. E questo suo paradosso ancora aspetta soluzione. Gli extraterrestri sono già qui, ma non ce ne siamo accorti; oppure ci mandano messaggi, ma non li sentiamo; o invece non esistono affatto. Scienziati, filosofi, storici (ma anche i più creativi autori di fantascienza) hanno avanzato le ipotesi più varie, dai più vari punti di vista di ogni branca della scienza. Stephen Webb – fisico teorico e appassionato collezionista di possibili risposte al paradosso – presenta nel dettaglio le 75 soluzioni più stringenti e interessanti, regalandoci una seconda edizione del suo libro, aggiornata e generosamente ampliata con 25 nuovi capitoli.
Stephen Webb, Se l'universo brulica di alieni… dove sono tutti quanti? (If the Universe is teeming with aliens… where is everybody?), trad. A. Fabbri, Sironi, 494 pagg. 25 euro.
7 commenti
Aggiungi un commentoHo la soluzione! l'ho scritta al margine di un mio racconto. Ma la dimostrazione è troppo lunga.
Non ho letto il libro... magari tratta l'argomento.
Oltre allo spazio potrebbe anche essere una questione di tempo.... dato l'infinito in un senso e nell'altro, potremmo anche domandarci "quando c'erano?" o "quando ci saranno?"
L'espressione
che gli alieni hanno fatto dopo averci osservati per un po', per decidere di stare il più lontani possibile...
Io ci sono. In incognito.
Se è per quello, anche il Jabba, il Tobanis, l'AccaCì e tanti altri, qui...
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