Dario Tonani è giornalista professionista. Milanese, una laurea in Economia politica alla Bocconi, ha pubblicato diversi romanzi e un centinaio di racconti in antologie, quotidiani nazionali e sulle principali testate di genere italiane ("Urania", "Giallo Mondadori", "Segretissimo", "Robot"). Per Mondadori sono usciti i romanzi Infect@ (2007), L'algoritmo bianco (2009) e Toxic@ (2011), ma la sua opera più conosciuta, già tradotta con successo in Giappone e presto anche in lingua inglese, è il ciclo di Mondo9, riunito nel 2015 sotto il titolo di Cronache di Mondo9 nel primo "Urania Millemondi" interamente dedicato a un autore italiano. In Giappone Mondo9 è stato inserito tra i migliori dieci titoli di fantascienza occidentale dell'anno. Tra i numerosi riconoscimenti, Tonani ha ricevuto il Premio Europa come miglior scrittore di fantascienza del 2017.
Naila di Mondo9 è il suo più recente lavoro ed è ambientato sempre Mondo9, il pianeta desertico, letale, una sconfinata distesa di sabbie velenose. Nel corso dell’evoluzione i suoi abitanti si sono applicati a una sola arte, la meccanica, rendendolo il regno delle macchine, del metallo e della ruggine. Titanici veicoli a ruote, grandi come bastimenti e dotati di una loro forma di vita cosciente, solcano i deserti tra una città e l’altra mentre un Morbo letale infetta gli esseri umani trasformandoli in rottami. In questo mondo vive Naila; anche lei solca l’oceano di sabbia con la sua Syraqq, una vecchia baleniera convertita a cargo, seguendo le rotte delle megattere alla ricerca della Grande Onda. Una leggenda secondo alcuni. Una superstizione. Persino un’eresia. Per Naila, l’ossessione di una vita, il sogno, l’unica via per restituire a Mondo9 un futuro di pace.
Tonani è il primo autore a tornare in libreria per Mondadori nella collana Oscar Fantastica con questo romanzo e gli abbiamo rivolto alcune domande sul presente e sul futuro della sua saga letteraria.
Quando nasce la scintilla del romanzo di Naila?
L’idea di dare uno sviluppo seriale al cantiere di Mondo9 è nata anni fa, direi nel 2010, ma con forme e presupposti molto diversi da quelli attuali. Con l’acquisizione dei diritti da parte di Mondadori (il Millemondi “Cronache di Mondo9”, del 2015), sono entrato in un progetto molto più ad ampio respiro, i cui primi mattoni sono stati posati a gennaio 2016, quando le “Cronache” si sono ritrovate sulla scrivania giusta al momento giusto, mentre si stavano gettando le basi della nuova e ambiziosa collana “Oscar Fantastica”. Mondo9 proveniva da un ambito molto peculiare: Urania, quindi l’edicola, un pubblico di nicchia, tendenzialmente poco recettivo nei confronti della narrativa di fantascienza di ultima generazione, specie se scritta da autori italiani. La direzione Oscar ha ritenuto ci fossero però i presupposti per un’apertura di credito che neppure io mi sarei mai aspettato: da una parte c’erano i numeri – riscontri di vendita tra i più alti della storia di Urania in digitale (e non solo) -, dall’altro, anche grazie allo splendido lavoro di Franco Brambilla, una fanbase di lettori affezionati, desiderosi di conoscere di più di Mondo9. Il punto era che in Mondadori volevano un romanzo vero e proprio e non più un fix-up, e soprattutto qualcosa che si rivolgesse al pubblico molto più ampio (e “generalista”) della libreria che magari non nulla sapeva di Mondo9. La scintilla, mi chiedi? Un concorso di circostanze, attestazioni di stima, fiducia, coraggio al limite della spregiudicatezza commerciale. Ma soprattutto tanto tanto lavoro con i due splendidi editor che mi sono stati affiancati, in due momenti diversi, per svolgere lavori differenti sulla storia.
Ripercorriamo invece la nascita di Mondo9: Cardanica. Ricordi la prima suggestione?
Il primo granello di sabbia, intendi? Lo posai – o se preferisci, lo raccolsi – nel 2002, ma rimase chiuso nel cassetto per sei lunghi anni, in attesa dell’occasione giusta. A testimonianza che alcune storie devono essere lasciate a decantare come il (buon) vino. Toccò alla rivista “Robot”, nel 2008 (con il n. 54), dargli una prima collocazione editoriale, quando ancora non avevo in testa di fare di quella storia il seme di una saga. L’idea era semplice e al contempo un paradosso: e se imbastissi una storia su un’astronave con le ruote? Se mi costruissi una mia personale versione di Hal 9000 anziché col silicio con la ruggine e il vapore?
La dimensione terrestre o un solo pianeta è limitante per un affresco fantascientifico?
Su Mondo9 nulla è “limitante” o “limitato”. Siamo dalle parti di un universo fatto a matrioska, potenzialmente in grado di fornire materiale in abbondanza per un filone principale molto articolato, come pure per una serie altrettanto ampia di spin-off. Insomma, non è solo sabbia, ma foreste pluviali, picchi innevati, praterie, banchise polari e – perché no? – cieli di conquistare con la ruggine e il vapore. E qui taccio per non andare oltre… Direi che ce n’è abbastanza senza scomodare Mondo8 e Mondo10.
Più in dettaglio, prevedi una espansione dell’universo in altri mondi collegati a Mondo9?
Per adesso no, non mi è mai interessato dare una collocazione precisa a Mondo9. Il buon o cattivo vicinato non è un problema che al momento mi sto ponendo. C’è ancora molto da scrivere per caratterizzare al meglio la cultura, l’ecosistema e la spiritualità di un luogo ancora in gran parte da scoprire: per i lettori senz’altro, ma anche per me che ne sono il creatore. E poi c’è un fattore di coerenza a cui cerco di essere molto attento, che impone di guardare ai “dintorni” – insomma, a tiro di cannocchiale – con gli elementi propri di un mondo tendenzialmente fermo al vapore.
Naila ha un modello di riferimento caratteriale al quale ti sei ispirato per crearla?
È una domanda a cui rispondo sempre con grande piacere. E come dico anche nelle varie presentazioni del romanzo, “Naila di Mondo9” è un omaggio a tutte le donne. Che ogni santo giorno lavorano, sgomitano, s’indignano, lottano per vedere affermata la propria autonomia e riconosciuto il proprio valore. Magari nella storia Naila veste i panni dell’eroina, ma non è fenomeno, un unicum; è una donna come moltissime altre, che in qualche modo le rappresenta e le racchiude tutte. La sua forza è non perdersi tra mille eccezionalità diverse. Quindi mi chiedi “modelli”. E io rispondo, nessuna. E tutte! Anzi, se mi permetti, è una questione di genere certo, ma non confinata all’universo esclusivamente femminile: un uomo che voglia affrontare il tema del legittimo riconoscimento del proprio ruolo nel mondo dovrebbe imparare da come le donne si districano nella loro “campagna quotidiana”. Ti devo anzi confessare che in Mondadori c’è stata una grande attenzione su questo aspetto (intendo il fatto di un autore uomo che dia vita a una protagonista donna), al punto che la redazione Oscar si è presa lo scrupolo finale di far leggere il romanzo finito e pronto a un’editor donna perché si facesse carico d’individuare eventuali incongruenze di genere soprattutto nei dialoghi e nel pensato. E devo ringraziare di cuore la carissima amica e collega Nicoletta Vallorani per aver svolto questo lavoro finendo per promuovermi praticamente a pieni voti.
Hai realizzato una guida di Mondo9 o sono i racconti e i fix-up successivi a essere ancora il punto di riferimento?
Se su Mondo9 esistessero i navigatori (quelli satellitari, intendo), vi
raccomanderei di aggiornarli con l’ultima versione. Per cui, tenetevi stretta la “Miscellanea Enciclopedica Illustrata” di Hieronymus Frank Eisenach, perché è quella… a fare testo. A proposito, non credo esista al momento qualcosa di analogo in altri volumi di Oscar Fantastica. È stata un’idea splendida, che mi rende estremamente orgoglioso e che sono convinto dia uno spessore in più al volume, un tocco di “sartorialità” di cui la redazione era entusiasta e al quale abbiamo tutti lavorato con grandissima cura: dalla scelta del carattere tipografico delle vecchie enciclopedie, all’impaginazione su doppia colonna, alla scelta dei lemmi, ai fantastici disegni a mano di Franco Brambilla (tra parentesi il nome “Frank” è un chiaro omaggio al suo talento).
Cosa hai perso e cosa hai guadagnato nel portare Mondo9 da una piccola realtà come Delos Books a un colosso come Mondadori?
Sono molto riconoscente a Delos Books, come lo sarebbe il pulcino di una squadra di calcio che si è fatto le ossa in “una piccola squadra”, ha imparato i fondamentali della tecnica, lo spirito di gruppo, i primi schemi di gioco per poi passare tra i titolari del Real Madrid e giocare la Champions League. Chiunque mi conosca sa quanta “gavetta” io abbia fatto… Nei ringraziamenti in calce al libro ognuno immagino riconosca bene il proprio peso e i propri meriti: ho cercato di ricordare quanti mi sono stati vicino nei reciproci campi di competenza. E il mio abbraccio è enorme per tutti indistintamente. Che cosa significa passare a un colosso come Mondadori? Conoscere un pubblico molto più ampio, ma anche professionalità diversissime: dalla direzione editoriale agli editor, dal marketing all’ufficio stampa, dall’art director ai social manager e ai PR. E, aspetto non da poco, confrontarsi con i risultati di vendita ogni settimana, regolando l’asticella con un gruppo di professionisti che lavorano a diverso titolo e con competenze differenti allo stesso progetto comune. Un arricchimento letteralmente impagabile e fantastico!
Mondo9 sarebbe ideale per una serie ad ampio respiro. Preferiresti un anime giapponese o una serie occidentale live-action?
Preferisco rimanere con i piedi per terra e fare un passo alla volta. Chi viene dalla “gavetta” come ha fatto ben notare Franco Forte all’ultimo Stranimondi, proprio durante la prima presentazione ufficiale di “Naila di Mondo9”, può cambiare ritmi e obiettivi, ma sa anche che ogni conquista è frutto di sudore, tenacia, autodisciplina. Certo, credo, che una fiction live action avrebbe un pubblico più ampio, ma ti dirò che anche un bell’anime…
Puoi dirci se in tal senso ci sono contatti o idee per una cross-medialità di Mondo9?
Certo, ci sono idee, progetti, aspettative, speranze, obiettivi. In Mondadori sono stato molto spesso negli ultimi mesi, e altri incontri sono in programma. Nelle riunioni – in genere dalle 17.30 in poi – non siamo mai meno di quattro o cinque persone ormai, e questo lo interpreto come un buon segno; per non parlare dei frequenti giri di email, nei quali siamo ancora di più. In uno dei primissimi incontri, ancora lo scorso anno, nacque l’idea di creare il logo di Mondo9 con l’obiettivo di farne un brand. Se penso a questo penso a un cantiere crossmediale, sì, inevitabilmente. Ma è ancora molto presto per entrare nei dettagli. Grazie della chiacchierata Delos SF, stay tuned!
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