Non si può dire che legge e avvocati siano argomenti refrattari: esiste infatti una vastissima e popolare letteratura nei generi del giallo e del thriller che si occupano di questi temi, per non parlare di film e serie televisive.
Meno note invece le intersezioni tra la tematica legale e la fantascienza. Era la buona occasione per stimolare gli autori italiani (tra i quali si contano diversi avvocati) a esplorare l'argomento, e la persona più adatta all'impresa era naturalmente l'antologista per antonomasia, Gian Filippo Pizzo.
Ne sono venuti fuori tredici racconti scritti da sedici autori (tre sono le coppie presenti, di cui due miste) che affrontano il tema in modo diverso, dalla satira al dramma esistenziale, ma tutti rispettosi dell’assunto iniziale, cioè di basarsi su una norma e portare le sue conseguenze fino all’estremo, seguendo il procedimento di estrapolazione tipico della science fiction.
Perché – potrà sembrare strano giudicando solo dal titolo, Futura Lex – qui non ci sono leggi inventate, leggi che potrebbero venire emanate in un futuro o su un altro pianeta, ma le leggi a cui siamo abituati, quelle che regolano la nostra appartenenza alla società (o comunque a queste molto simili). Perciò il problema si sposta sull’interpretazione delle stesse con scenari mutati (come valutare il fatto che un essere artificiale possa commettere o subire un reato?) e sul comportamento degli attori (giudici, difensori, imputati).
Alcuni racconti hanno la cadenza tipica del poliziesco, altri affrontano temi etici quali quelli legati alla maternità o all’essenza stessa del concetto di essere umano, altri – molto divertenti – giocano sui paradossi che le stesse norme possono provocare.
Da segnalare in particolare il lavoro di Franco Ricciardiello per la sua originalità: è l’unico a non essersi ispirato a leggi occidentali per utilizzare invece una legge islamica, con il consueto impegno di denuncia sociale.
Il libro
Se un robot commette un reato potrà esserne incolpato alla stessa stregua di un essere umano oppure il fatto deve essere considerato un incidente dovuto a una macchina? E se un crimine lo commette un cyborg, un clone, un androide, un replicante?
Chi deciderà in futuro se un imputato è colpevole: un giudice, una Intelligenza Artificiale, i telespettatori attraverso il telecomando, i naviganti di internet?
Cosa succederebbe se una civiltà extraterrestre ci chiedesse di pagare la bolletta per l’uso dell’energia solare? Oppure se una corporazione di alieni volesse brevettare a livello intergalattico la pizza?
Trasformati in fantavvocati (ma alcuni sono avvocati per davvero) gli scrittori presenti in questa antologia tentano di rispondere e questo e ad altri quesiti legali, in una rassegna che a volte diverte ma spesso fa riflettere
Gli autori
Gian Filippo Pizzo, presente anche come autore con un racconto d’antan, l’unico già edito anche se moltissimi anni fa, ha radunato in questo progetto autori ormai ben conosciuti come la premiata coppia Stefano Carducci e Alessandro Fambrini, Davide Del Popolo Riolo, Antonino Fazio, Michele Piccolino, Franco Ricciardiello assieme ad altri non proprio esordienti ma abbastanza nuovi, almeno nel campo: Lorenzo Fabre e Stefano Tevini. Ottima la partecipazione femminile, con Milena Debenedetti, Francesca Garello (in coppia con Gabriele Falcioni), Claudia Graziani (con Massimo Sensale), Monica Serra e Sara Elisa Riva.
Gian Filippo Pizzo (a cura di), Futura Lex, La Ponga Edizioni, Collana Cose che voi umani, pagine 237, 18,99 Euro.
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