Oggi Mercoledì 31 ottobre come ogni anno rispondo all'appuntamento fisso di LCG che inizia subito nel migliore dei modi. Mentre percorro le caratteristiche stradine del centro storico si respira sin da subito quell'atmosfera giocosa che – nonostante i prevedibili disagi causati da un ingente flusso di pubblico – coinvolge tutti, grandi e piccini, appassionati e non. Anche i negozi vestono un look a tema e non è difficile trovare vetrine accattivanti.
L'emozione – oggi – per me è particolarmente forte perché non sono qui solo in veste di articolista, ma anche come autrice e presentare un romanzo negli appuntamenti ufficiali di questa manifestazione è un fiore all'occhiello per qualsiasi professionista.
Anche il caso è propizio. Quest'anno il poster ufficiale è a opera di LRNZ che ha creato un algoritmo col quale chiunque si iscriva alla newsletter riceve in omaggio un poster unico e diverso dagli altri. Il mio, quello che condivido qui, è significativo perché alcuni degli elementi che vi compaiono sono legati alla mia poetica. L'ala di corvo tipicamente giapponese – Karasu Tengu – è ricorrente nell'immaginario da cui attingo.
Nonostante la pioggerellina gelida le strade sono già gremite mentre mi accingo alla prima intervista di questi giorni.
Nel salottino del press café ho avuto il piacere di ascoltare Dave McKean scoprendo, tra l'altro, che oltre a essere un talentuoso illustratore e disegnatore ha anche una splendida voce ed è molto simpatico. Noto per le sue collaborazioni con Neil Gaiman è fra gli autori internazionali ospiti della manifestazione che per l'occasione ha pubblicato con Edizioni Inkiostro un nuovo artbook.
Ed è proprio su quest'ultimo lavoro che si apre la conversazione. Il titolo è Apophenia e l'artista vi ha raccolto una serie di lavoro inediti a suo piacere. Non hanno un filo conduttore preciso, ma la parola stessa indica la “lettura” del tutto, come il fruitore stesso dell'albo riesca a trovare un filo conduttore. L'apofenia, termine coniato nel 1958 da Klaus Conrad, indica il riconoscimento di significati e connessioni fra dati o immagini casuali. McKean si rifà proprio a questo, alla pareidolia, alla capacità di ognuno di noi di creare immagini mentali o legami fra cose del tutto senza senso o del tutto scollegate fra loro. McKean si è “divertito” a pubblicare un albo ricco di stimoli con contrapposizioni più o meno volute.
Passando a un altro tema altrettanto arcano – e il gioco di parole, cari lettori, è voluto – McKean risponde alla domanda su quali siano i suoi tarocchi preferiti dicendo che neppure lui sa bene quale sia il suo favorito anche se ha pubblicato ben due collezioni, una per la Vertigo e una del tutto personale con illustrazioni ispirate alle particelle elementari. Forse L'Appeso è il tarocco che più gli appartiene perché mostra la fatica, la fatica che l'autore sente in ogni suo lavoro, in ogni suo processo artistico.
Mentre ci parla di fatica ci annuncia che “no” non collaborerà alla nuova uscita di Sandman, ma curerà solamente una serie di cover standard perché – a suo avviso – Sandman è un prodotto legato a un particolare tempo e al momento più che delle copertine normali non necessita.
E proprio parlando di tempo il discorso verte sull'Inghilterra degli anni '80, cosa è stata per lui? Quali stimoli ha ricevuto da quel periodo così ricco di novità ed energia? Per McKean ciò che si è vissuto in quel periodo è stato il terreno fertile dal quale sono nate le moderne graphic novel. Lui, come molti di quel periodo, ha piantato dei semi che poi sono sbocciati con le generazioni di artisti attuali. Prima degli anni '80 ci sono stati già grandi lavori di grafica, ma con sceneggiature spesso mediocri, con Alan Moore e altri come lui c'è stata una sorta di svolta a livello narrativo che poi ha influenzato anche la grafica sino ai mirabili risultati dei giorni nostri. Spesso McKean nell'intervista si lascia ad esempi appassionati di nuovi autori e a lavori che trova ovunque nei suoi viaggi e che lo lasciano affascinato.
Ciò che lo affascina soprattutto sono storie legate all'umanità come la vita, la morte, l'avere figli. Il realismo delle storie e l'empatia che si crea grazie alle illustrazioni è quanto più auspicabile per lui. L'arte non dev'essere eccessivamente “staccata” dalla realtà. L'arte è il mezzo che permette alle persone di vedere il mondo con occhi diversi per poterlo valutare in modo nuovo e più empatico.
Lui per primo non ama staccarsi dalla realtà neppure a livello tecnico. Ama dipingere, disegnare e fotografare coi mezzi classici, solo dopo scannerizza col computer per un maggior controllo sul lavoro finito, ma non gradisce disegnare direttamente al pc in quanto il suo lavoro diventerebbe meno “umano” e soprattutto ne avrebbe una percezione come plastificata, artificiale.
Purtroppo l'artista ammette di avere fin troppi progetti da portare avanti e quindi a malincuore deve accantonare l'ipotesi di tornare alla cinematografia. Troppo tempo speso invano cercando fondi per girare e troppe energie sprecate prima di poter portare a termine anche un cortometraggio. Il tempo è tiranno e lui “sente” che gli sta sfuggendo e quindi preferisce disegnare e fotografare in modo che i suoi lavori siano il più possibile immediati.
Sceneggiature originali e realistiche, parlare della nostra umanità e… Uccidere Dylan Dog. Gli viene chiesto se è ancora concorde con l'affermazione esternata in un'intervista del 2010 in un festival a Perugia e lui annuisce. Sì, dobbiamo avere il coraggio di uccidere gli idoli del passato come in America Superman o in Inghilterra Judge Dredd per creare nuovi personaggi, dai caratteri più umani e soprattutto, contemporanei.
Infine la curiosità sul lavoro di Terry Gilliam e una sua collaborazione con il noto regista. In effetti il loro stile è stato spesso accomunato e di loro si è parlato come autori “del fantastico” cosa che, McKean dichiara, ha sempre dato a entrambi molto fastidio. Lui e l'amico Terry hanno la facoltà di parlare di problemi del mondo, di amore per l'umanità e di fatti reali con una pennellata più onirica, ma non per questo meno vicina al prossimo. Per questo lui adora i lavori di Gilliam, ma non riuscirebbe a collaborare con l'amico perché “He is mad” è del tutto pazzo, visionario e lavorare con lui sarebbe oltremodo faticoso, forse più faticoso del tarocco “dell'appeso”.
Una conversazione che è triste dover interrompere, ma, appunto, il tempo fugge e l'artista è chiamato verso altri appuntamenti. Anche questo è Lucca Comics, l'attimo di piacere nel conoscere grandi talenti e la velocità con cui dobbiamo spostarci verso altre novità.
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