Lo scrittore Hugh Howey è da noi noto per la Trilogia del Silo, composta da Wool (2013 Fabbri Editore), Shift (2014) e Dust (2014) ma forse non tutti sanno che Howie cominciò con un racconto breve intitolato appunto Wool, con un minimo riscontro da parte della critica, motivo per cui decise di portare avanti la storia autopubblicandola con Kindle Direct Publishing di Amazon, che gli dava la totale libertà di pubblicazione. Così quelli che di fatto erano nove racconti (a parte Dust che è un solo romanzo) divennero la trilogia che conosciamo e dei cui diritti cinematografica si è appropriata come spesso accade, la Fox.
Ma Howie, come da lui stesso raccontato nel suo blog, dopo aver venduto i diritti per la pubblicazione cartacea, ha mantenuto i diritti per le versioni digitali e soprattutto, ha iniziato la sua nuova serie, Beacon 23.
Divisa in cinque parti sempre in formato digitale (e per ora inedita da noi) poi raccolte in un unico romanzo, Beacon 23 è ambientata nel ventitreesimo secolo e racconta di Digger, un ex militare estremamente traumatizzato in quanto unico sopravvissuto della sua squadra, che decide di andare a lavorare come operatore di un faro spaziale, uno dei tanti sparsi nello spazio per far evitare alle astronavi di passaggio pericoli come il campo di asteroidi che si trova dietro il suo faro.
Come ha spiegato l'autore:
L'idea dell'operatore di un faro nello spazio profondo mi aveva colpito profondamente. La desolazione, la solitudine, unita a tutti gli eventi drammatici che spezzavano la monotonia di guardare le stelle come un tempo si guardava la distesa del mare.
Ma, come è ovvio, il faro comincia mostrare segni di malfunzionamento e Digger si ritrova a dover affrontare non solo il pericolo della sua sopravvivenza e quella delle navi in avvicinamento, ma anche i suoi demoni interiori, che cominciano a emergere nel buio dello spazio.
Howie ha raccontato che il suo piano iniziale era di scrivere solo il primo capitolo senza dare un nome al protagonista e poi di lasciare che altri autori portassero avanti la serie raccontando di altri operatori di fari, ma una volta arrivato alla fine del primo atto si era reso conto che doveva diventare una storia unica.
Un dettaglio relativo alla trama è che Digger è quello che viene definito un narratore inaffidabile, perché non sempre è chiaro se i visitatori e gli eventi siano reali o frutto della sua immaginazione.
Ora, la Studio 8, casa di produzione fondata dall'ex capo della divisione cinema della Warner Jeff Robinov con capitali quasi interamente cinesi ma completamente indipendente, ne ha acquisito i diritti per trasformarla in una serie tv e per l'adattamento ha chiamato Zak Penn (Ready Player One, Avengers) il quale è anche al lavoro su uno script ambientato nell'universo di Matrix.
Negli Usa Beacon 23 arriverà prima sul neonato canale online Spectrum Original Content che co-produce la serie, per poi passare alla AMC, il canale di The Walking Dead.
Non ci sono ancora date di arrivo, ma voi che ne dite, vorreste andare a lavorare da soli in un faro spaziale?
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