– Nonno, mi racconti di nuovo com’era la vita prima della Terza?
– Eh, bella domanda. Quasi non me la ricordo.
– Dai, dimmi degli aeroporti.
– Ti è sempre piaciuta quella parte. Una volta si poteva salire su un aereo e andare in Inghilterra o in Francia, magari facendo scalo in Olanda.
– E la polizia non entrava negli aerei a controllare?
– No, gli scali erano liberi, l’Europa era come un paese unico e i biglietti costavano poco.
– Cioè, intendi che un tedesco poteva venire qui e nessuno gli diceva niente?
– Un tedesco, uno spagnolo, un inglese.
– Ma come gli inglesi? Abbiamo fatto la guerra all’Inghilterra.
– Ma io ti parlo di prima. All’inizio del 2000.
– Già, prima dello scoppio della Terza. Ma quindi non esistevano i passaporti?
– Esistevano sì, ma non c’erano le frontiere, si parlava di libera circolazione.
– Quindi nessuno controllava?
– La polizia controllava, dovevi avere un documento ma potevi andare da un paese all’altro senza restrizioni.
– Incredibile. Ma non avevate paura dei terroristi?
– I terroristi fanno sempre paura, ma comunque c’erano i metal detector.
– A scuola non ne parliamo mai del mondo prima della rivoluzione.
– Che cosa studiate a storia?
– Per quanto riguarda la storia del passato, studiamo l’Impero Romano, il Medioevo fino al grande Rinascimento italiano. E poi passiamo alla storia di oggi.
– Cioè?
– La Rivoluzione, la nascita del Partito e la Terza Guerra.
– Quindi niente Napoleone, Garibaldi, la Prima Guerra Mondiale, il Fascismo, Hitler, la Resistenza, lo Sbarco sulla Luna, gli Anni di piombo?
– Anni di piombo? Ma cosa vuol dire? Comunque non c’è tempo per studiare tutto.
– Ah, sì certo.
– Ma dimmi Nonno, qual è stato il tuo viaggio più bello?
– Il Sudafrica.
– Dai, non ci credo che sei stato in Africa. E perché?
– Perché era bello viaggiare, vedere posti diversi.
– E non avevi paura che ti rapissero, che ti derubassero, non avevi paura delle malattie?
– Non esistevano grandi epidemie. C’era la sanità pubblica in tutta Europa, la gente si vaccinava.
– Mi sembra impossibile.
– Lo so che sembra fantasia, ma era così. Era un mondo davvero diverso. Mi sembra impossibile anche a me che l’ho vissuto.
– Lo sai che un mio amico mi ha fatto ascoltare della musica vecchia? Suo padre, Giulio, tiene nascosta in soffitta quella macchina che fa girare dei cerchi neri che sembrano fatti di liquirizia.
– Ah i vinili, i dischi. State attenti perché è roba illegale adesso.
– Lo so, però sono una figata. Giulio ha una bella collezione, tanti dischi stranieri. Ma anche te ascoltavi la musica americana e inglese?
– Certo, il Rock migliore lo facevano loro.
– Sì, il Rock, è così che lo ha chiamato. Mi ha fatto ascoltare un gruppo che si chiamava Beatles, dice che erano i migliori e poi, aspetta che ho segnato i nomi. Ah ecco: Rolling Stones, Radiohead, David Bowie, Nick Cave, The Clash, Nirvana.
– Belle cose. Bravo Giulio.
– Però non si capisce nulla. È tutto in inglese.
– Aspetta, ti mostro una cosa.
– Non mi dire che anche te…
– Sì, ma non lo dire a nessuno. Questo è uno dei dischi della mia vita. Lui si chiamava Bob Dylan. Ha scritto canzoni bellissime.
– Sì, ma non sono in italiano.
– C’erano le traduzioni e poi comunque tanti di noi capivano l’inglese. Tutto il mondo parlava inglese.
– Ma pensa te.
– Oggi studiate il russo, ma all’epoca per viaggiare, per lavorare, per fare conoscenze si parlava in inglese.
– Mi ha detto Giulio che gli artisti suonavano dal vivo e la musica non era in cuffia, ma usciva fuori dalle casse.
– Sì, erano i concerti, la parte più bella della musica.
– E te stavi lì, in mezzo ad altra gente?
– Sì, migliaia di persone
– E non avevi paura? E se qualcuno si metteva a sparare?
– Nessuno si metteva a sparare. Erano momenti di festa. Un bel modo per incontrare le ragazze.
– E come potevate parlare?
– Parlare? Si ballava, si beveva, ci si divertiva. C’era tanto fisico nei nostri incontri.
– Fisico?
– Sì, ci si stringeva, ci si abbracciava, si rideva, ci si baciava, si facevano stupidaggini e tante altre cose belle.
– In mezzo al sudore e nel caos?
– Ma quale caos? Poi volendo le cuffie le avevamo anche noi, erano meno sofisticate delle vostre, non proiettavano immagini, per quello avevamo i computer o i telefoni.
– A proposito, un mio amico ha sentito dire che potevate andare in rete e parlare con gente che stava dall’altra parte del mondo. È vero?
– Sì, è così.
– Ma tutto il mondo?
– New York, Berlino, Giappone.
– Giappone?
– Sì, oggi è un’isola cinese
– E potevate parlare anche di sesso e di politica? È vero che potevate parlare male del governo?
– Certo. Era un mondo libero.
– E non vi succedeva nulla? Non provi un po’ di vergogna?
– Per cosa?
– Criticare il governo.
– No.
– Nonno, mi fai preoccupare.
– E perché? Potevamo parlare liberamente, c’erano delle leggi da seguire ma potevamo esprimerci. Potevamo leggere libri, discutere.
– Cosa? Dimmi questa non la sapevo.
– C’erano dei negozi che si chiamavano librerie dove ci trovavi tutti gli autori del mondo.
– Anche quelli proibiti?
– Non c’era la censura, la S.E.G.A. è nata con la rivoluzione.
– E a te piaceva leggere?
– Tantissimo. Io adoravo Hemingway.
– Non lo conosco.
– Oggi è nella Lista. Proibito. Come Pavese e Kerouac, Emily Dickinson, Durrenmatt, Dylan Thomas, Moravia, Calvino. Tutti spariti.
– A volte penso che sia sbagliato. Sentirti raccontare queste cose mi piace. Mi piacerebbe prendere un aereo o una nave e attraversare il mare. Vedere cosa c’è fuori dall’Italia. Mi piacerebbe viaggiare come hai fatto te. Ma di questi tempi è praticamente impossibile farlo. Tutta colpa dei Drowse Juboni che attaccano le navi. I draghi marini sono la peggiore disgrazia di questi tempi, oltre ai terroristi nani, ovviamente.
– Ma te lo hai mai visto un drago marino?
– Certo, ogni giorno ne parlano alla Diretta CCG del Governo.
– E parlano anche dei terroristi nani?
– Sì, quei piccoli bastardi si infilano dentro gli zaini della gente e si fanno esplodere. Ma un giorno li prenderanno tutti. Pare che stiano nascosti come topi sui monti e nelle cantine delle città. Dicono che la maggior parte siano francesi.
– E te ci credi?
– Perché non dovrei? I francesi ci hanno sempre odiato. È per via degli spaghetti, li avrebbero voluti inventare loro, invece sono costretti a mangiare croissant tutta la vita, sai che palle. Non credo neanche che faccia bene all’organismo, infatti restano piccoli, non crescono. Ma li prenderemo tutti e a quel punto i croissant glieli infileremo nei loro piccoli culetti francesi.
– Non so come dirtelo… ma a queste cose non ci devi credere.
– Nonno, ma che dici?
– Sì, non devi crederci. Osserva, confronta le cose. Sono bufale del governo. È soltanto propaganda. Un modo per farvi fare quello che vogliono.
– Propaganda? Il governo fa il bene del popolo, difende i nostri interessi e i nostri confini. Nonno, lo sai quanti bravi soldati italiani muoiono ogni mese per difenderci dagli SNARZO?
– No, non lo so.
– Tanti.
– Lo stavo per dire.
– Ogni tanto guardala la Diretta CCG del Governo e vedrai che mi darai ragione.
– No, non la guardo. Sai, ormai sono vecchio e quest'epoca la capisco poco. Però uno di questi giorni voglio darti qualche libro, qualcosa che ti fa chiudere gli occhi e immaginare altri mondi.
– Ma come si fa a leggere con gli occhi chiusi?
– Le parole sono potenti, ti crescono dentro e ti fanno diventare adulto. Però non ne parlare con nessuno o rischiamo la pelle. A proposito hai criptato il braccialetto, vero?
– Il braccialetto… No, cazzo, me lo sono dimenticato.
– Cristo.
– Scusa Nonno, non ci ho pensato. Ma cosa vuoi che succeda? Non abbiamo mica fatto qualcosa di grave e poi te sei vecchio.
– Cristo santo. È finita. Tra due minuti arrivano.
– Ma che dici, chi arriva?
– La polizia. Avranno sentito tutto di sicuro.
– Ma che dici, quello accade ai ladri, ai clandestini, ai nemici del popolo. Noi siamo gente perbene.
(Zzzh…wzzz..)
– Eccoli. Prendi questo. È tuo, nascondilo.
(Zzzhh…wwhhzz)
– Nonno… dove sei? Cosa gli avete fatto?
(Zzhh…wwhhxzz…)
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