Torino è una città molto aperta all'innovazione, alla creatività, alla sperimentazione. Lo ripete spesso anche Bruce Sterling, che non a caso l'ha scelta come città in cui vivere ormai da parecchi anni. Ha un suo senso quindi che la prima sede italiana di Lumi Dolls apra proprio a Torino.
Fondata da Sergi Prieto a Barcellona, LumiDolls è l'azienda che ha saputo portare l'innovazione nel mestiere più antico del mondo, la prostituzione. E la ha tolto in un colpo solo gli aspetti più negativi: lo sfruttamento della donna, la mercificazione del corpo.
Perché le "signorine" che vengono offerte ai clienti nei centri LumiDolls – ce ne sono già in Spagna e in Russia – non sono esseri umani ma sofisticate bambole di silicone.
Certo, scomodare la parola robot è eccessivo per il momento. Ma quello è probabilmente il prossimo passo: ci sono già aziende che producono questo tipo di esseri artificiali, capaci di reazioni agli stimoli, movimenti, persino feedback vocale.
I costi sono di 80 euro per mezz’ora a 100 euro per un’ora, fino ad arrivare a 180 euro per due ore. Il "prodotto" viene lavato e sterilizzato prima di ogni utilizzo. Chi poi dovesse sviluppare un legame affettivo può anche acquistarlo e portarselo a casa per cifre attorno al migliaio di euro.
Si dice che ciò che ha veramente favorito la diffusione di internet sia stato il sesso; chissà che non possa accadere lo stesso anche con la robotica.
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