Una figura femminile, longilinea ed asciutta, si muove attraversando il dicotomico caos della società in cui esiste. È coperta solo di jeans stracciati e sparse su tutto il corpo, come incollate sulla pelle, delle antiche monete simili a bronzo battuto con vene d’oro brillante.
I capelli rossi raccolti in una coda alta e alla base del collo, tra le spalle, fissato in modo quasi grossolano con del nastro adesivo metallico, assicurato persino alla gola come un collier, un piccolo dispositivo lampeggiante, grande quanto una scatolina, da cui partono un paio di auricolari con led verdi sospesi alle sue orecchie.
La ragazza si muove scansando sia le figure che si trascinano ciondolando nel proprio Limbo, sia quelle svelte ed agitate che percorrono la propria Vita. È ormai sera.
Piano giunge alle porte di un raffinato condominio che brulica di attendenti. La sua destinazione si avvicina. Passa oltre di loro, le porte automatiche si aprono ed i supervisori si guardano perplessi, ciechi a quella figura, come se ci fosse stato un semplice guasto temporaneo.
Nulla di lei esiste agli occhi di quella vita ma tutta la realtà è invece palese ai suoi.
Si avvicina alla preziosa porta dell’attico, entra; è la casa di uno Skyder, un re di questo tempo. Uno di quelli che regnano attraverso Sky Web contribuendo a tessere la propria tela intorno alla realtà.
Tutto ciò che la circonda, ogni ostentazione di ricchezza, è reale e non simulata dagli psicoirroratori che non fanno altro che rendere quella ricchezza interattiva.
Trofei di caccia, armi antiche, arredi e cimeli. La scatolina sul collo lampeggia sussurrando agli auricolari, suggerendo i movimenti alla ragazza, lei si sposta in un angolo. Il padrone di casa fa il proprio ingresso nell’attico.
Lampeggia ancora e lei si avvia verso il corridoio da cui lui era venuto. Gli passa vicino, gli sfiora il viso. Le illuminazioni domestiche oscillano… Lui sente un freddo improvviso e si guarda intorno: niente.
Alla fine del corridoio una stanza scura con ingresso codificato, inaccessibile; pochi lampeggi della scatolina sul collo e la porta si apre. All’interno, vuoto agli occhi delle persone comuni, una teca; una moneta splendente. Il sole al centro di un cielo grigio.
Anche la teca si apre, le luci oscillano ancora, la moneta è ora nelle sue mani. La scatolina sul collo lampeggia, lei fa un cenno con la testa e poggia il Tesoro sul fianco nudo. La moneta le si attacca subito alla pelle, le sue venature risplendono con quelle delle altre monete disseminate sul suo corpo. La scatolina lampeggia forte, lei sospira.
– Stiamo per completarci… – Sussurrano contemporaneamente le sue labbra e gli auricolari.
Lascia la stanza di sicurezza e si avvia dal proprio, inconsapevole, ospite.
Sfiora la moneta sul proprio fianco, lo guarda, la piccola scatolina alla base del collo lampeggia; subito tutti i dispositivi dell’appartamento si illuminano di giallo lampeggiante. L’ospite sobbalza sbigottito. Sul maxischermo del salotto l’inaspettato avvertimento.
– Attenzione: perdita del credito vita!
L’ospite afferra il proprio telefono e lo guarda avvicinandosi allo schermo. Si affretta a comporre un codice per ricevere una password a tempo… La sicurezza prima di tutto.
Il sistema ne riconosce la voce, la password sta per arrivare. Lui aguzza l’udito pronto a riceverla, lei sfiora nuovamente la moneta. La voce che detta la password svanisce nelle prime cifre. Lui è perplesso, colpisce il telefono ma il colpo gli è sordo, urla ma la propria voce gli è muta. Si tocca le orecchie, suda, prova scuoterle con le dita; niente.
Corre alla tastiera sotto lo schermo per digitare qualcosa, lei lo segue placida, sfiora la moneta e le luci si tingono di arancio. Sullo schermo la scritta scompare ed il grafico che la sostituisce indica un valore in continua decrescita.
Lui è disperato, tenta di digitare ancora ma il suo tatto svanisce, trema, si guarda le mani, lei solleva le dita dalla moneta; la decrescita si ferma. Terrorizzato, barcollando, cerca l’uscita verso il corridoio. Lei continua a seguirlo, lui urla. Sfiora la moneta e le luci diventano rosse. La voce del disperato si spegne. Tutto è avvolto dal rosso dell’allarme.
– Attenzione: credito Vita in esaurimento!
Alcuni attendenti, allertati dalle prime urla, accorrono. Lui non li vede ma gli corre incontro. Lei sorride e sfiora il cimelio. La scatolina lampeggia, la vista del re in disgrazia si spegne. Si sforza di fare qualche passo nella direzione dei soccorritori in arrivo, allunga le mani verso di loro; le dita sfiorano un’ultima volta la moneta. Lui salta cercando di raggiungerli, le luci rosse smettono di lampeggiare; l’uomo scompare.
Come non fosse mai esistito svanisce dinanzi alle guardie incredule; solo qualche piccolo rumore turba la loro cecità.
Pochi istanti per comprendere l’accaduto e le allontanano borbottando.
– Ancora uno… la traghettatrice… pensare che credevo fosse una leggenda metropolitana.
L’uomo, “l’umano inadempiente”, si ritrova scacciato dalla Vita, si guarda intorno, in quel mondo grigio e sfocato.
– Ora anche tu sei uno spettro imprigionato dentro il Limbo.
Lo ammonisce una voce, si volta, la vede. Unica figura distinta in un mondo poco più che definito. Trema, piange, supplica.
Vestita di monete luccicanti sospese nel vitreo vuoto della propria carne e di capelli rossi che divampano come fiamme, le distanti pupille a led verde.
– Flegia… – Mormora a stento.
– Non sentirti solo… Qui ne avete confinati a migliaia. Cerca i tuoi simili e non disperare, ne arriveranno altri come te! – sentenzia gelida.
– Perché?! – Domanda disperato.
Lei, toccando la sua moneta sul fianco.
– Perché… Una moneta non basta!
Molto tempo prima.
Fu semplice, naturale, preferire la moneta virtuale a quella reale. Più immediata, comoda, universale. Più il sistema progrediva e più le corporazioni si uniformavano, fondendosi.
Quando tutto il denaro in moneta fu convertito le corporazioni ebbero sufficiente controllo per passare il potere globale dell’economia alla Skyweb (o SkyWorm o Skyder), un’enorme rete A.I. satellitare che circondava la terra.
Il passo successivo, per evitare qualunque forma di autonomia, fu di impadronirsi dei beni familiari con valore assoluto: i preziosi.
Col pretesto della loro necessità nel potenziamento della rete fisica dei computer e con una supervalutazione al cambio Skyweb si impossessò di tutto, sommergendo di valuta digitale coloro che convertivano beni reali.
Il Bitcoin era ormai l’unica moneta che potesse essere scambiata. Skyweb proliferò acquisendo il controllo di ogni aspetto della vita.
Tuttavia, come per ogni potere assoluto, il pericolo maggiore è quello di auto inflazionarsi. Privati delle ricchezze reali, materiali, su quale fulcro avrebbe potuto fare leva Skyweb per mantenere il controllo sulle masse?
La povertà, la morte, sono spauracchi sconvenienti poiché rendono le persone rassegnate e poco produttive. Così Skyweb si appropriò della realtà stessa!
Grazie all’utilizzo dei satelliti e degli psicoirroratori disseminati ovunque diede inizio alla massiva costruzione di una realtà reale condizionata.
In sintesi furono generati due mondi paralleli: Vita e Limbo.
Nel primo, Vita, riuscivano ad esistere solo a vari livelli di percezione, tutti coloro che, funzionali per la società, possedevano ed implementatavano i Bitcoin: gli Umani.
Nel Limbo invece, seppur sullo stesso piano materiale, vivevano coloro che, perduto tutto, non erano più funzionali alla società: gli Spettri.
Ogni aspetto della realtà è ora legato alla produttività, alla ricchezza, alla necessità di mantenere le capacità di SkyWeb al massimo. Gli umani vedono, vivono e percepiscono un mondo perfetto, quasi utopico ma, nel caso di inadempienze fiscali, Skyweb provvede a sanzionare l’inadempiente nella spietata modalità che si è costruita. Più la ricchezza del soggetto diminuisce e più la sua percezione della realtà si modifica. Gli psicoirroratori di realtà, a seconda dell’inadempienza verso il sistema, affievoliscono gradualmente i sensi. Annullano la voce dell’ inadempiente cancellandone il suono; lo rendono muto. L’udito, magari il gusto, il tatto; la vista.
Colui che non produce, come per effetto di un incantesimo, svanisce dalla propria realtà, dalla vista di coloro che lo circondano, dalla Vita!
Pur restando nello stesso luogo fisico l’ambiente circostante, la sua percezione di esso, viene modificata. L’inadempiente diventa uno spettro e vaga in un limbo sfocato di reietti e barboni.
Non potrà mai vedere, o essere visto, dagli umani. Non potrà mai toccarli o esserne toccato. Un mondo nel mondo. Una prigione fatta di assenza.
In questa surrealtà fatta di controllo un gruppo di persone, etichettate come terroristi, riesce a mantenere il dominio della propria coscienza attraverso la devozione ed il continuo esercizio.
BiterCoins si fanno chiamare, in memoria dell’antico gesto di mordere le monete per accertarsi del valore. Dormienti, sono perennemente in attesa delle poche aperture nel sistema, delle piccole brecce che gli eventi creano. Ed una breccia si apre.
Il mare restituisce un forziere al cui interno, rimaste sospese nel radioattivo oceano orientale, riposano delle antiche monete avvolte nella tela.
È il primo tesoro di valori reali ed assoluti, esterni del sistema, che il mondo vede per la prima volta da anni.
SkyWeb (o SkyWorm o Skyder) è subito in allerta. Il sistema vorrebbe l’immediata distruzione per assorbimento del tesoro ma persino gli uomini più facoltosi, coloro che controllano il sistema, pretendono uno studio accurato del tesoro, allo scopo di poterlo replicare per fini storici, prima dell’assimilazione della rete fisica di SkyWeb stessa.
Il Forziere viene trasportato quindi presso il museo centrale per essere analizzato e simulato. All’esterno di esso gli psicoirroratori di realtà aumentata simulano le attrazioni per i visitatori sommergendoli di vari tipi di raggi d onde.
Suona l’allarme, le porte si spalancano, gli umani in visita non si accorgono quasi di nulla, immersi come sono nelle irrorazioni sensoriali che vengono aumentate dal sistema per celare l’accaduto. Un terrorista BiteCoins esce correndo dal museo.
Comincia a piovere ed i visitatori si allontanano in cerca di un riparo. Il terrorista parla urlando ad un vecchio cellulare stretto nel palmo con una delle monete, così vecchio che la rete su cui poggia è ignota e quindi ignorata da sky Web. Uno di quei cellulari che costavano 20 crediti quando il pane ne costava uno. Sul piccolo schermo monocromatico c’è la scritta NOISe.
Il terrorista urla che non c’è più speranza, che, come dicevano i loro predecessori, si sono presi tutto e che quelle monete preziose sono l’unico bene capace di avere un valore al di fuori del sistema di SkyWeb.
I sistemi del museo si allertano ulteriormente ed attuano le contromisure più severe. Una serie di scariche elettriche colpisce il terrorista mentre gli psicoirroratori continuano ad amplificare il proprio segnale per coprire i disordini. La scarica arriva potente sulle ultime parole del terrorista al cellulare. Il colpo è così forte che l’uomo viene sbalzato via. Il sacco si apre e le monete volano, miset alla pioggia, intorno al corpo elettrificato.
Quella che stringeva nel palmo vicino al cellulare vola via con il dispositivo. I controllori del sistema si affrettano a recuperare il tesoro e rimuovere il corpo.
Si guardano intorno, pattugliano centimetro per centimetro, eppure il telefono cellulare, fisicamente davanti ai loro occhi, gli è completamente invisibile… Come la moneta su cui è caduto.
Le altre monete, recuperate una per una, vengono distribuite ai potenti leader di SkyWeb, gli Skyder, come ultime spoglie del mondo sconfitto, divenendo per loro metro fisico delle proprie ricchezze digitali. Tutte meno che una.
Passa un po’ di tempo, una bambina, spettro vagante del limbo, si muove nel grigiore della propria realtà. Un beep continuo batte ovattato nelle sue orecchie, uno sfocato luccichio ne attira l’attenzione. Si avvicina all’angolo più basso sul finire del proprio cammino; lo raccoglie.
Lo schermo della scatolina che lo nascondeva si accende. La vista le si schiarisce, il beep diventa nitido. La bambina lo afferra, la realtà reale si schiude, nel caos della propria finzione, davanti ai suoi occhi. Lei ne è terrorizzata. Lo schermo lampeggia, lei lo guarda. È un cellulare.
– Tranquilla – scorre sullo schermo fatto di pixel e grossolani. – Ti guiderò io. – Lei lo stringe e si allontana.
– Guidarmi? Dove? Per fare cosa? Ho paura! – Domanda lei stranita verso il telefono.
– Ne serviranno altre… Mi serviranno tutte! – Recita lo schermo del cellulare.
– Tutte? Di cosa? Perché? – Domanda lei stringendolo sulla moneta con le mani giunte, quasi a nasconderlo.
Dal dispositivo parte un brusio disturbato, un suono metallico… un sussurro.
– Perché… Una moneta non basta!
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