Damon Lindelof, un nome che in pochi anni ha fatto parlare molto di sé, che si tratti del finale di Lost, della ri-scrittura di Prometheus (anche se, dopo Alien: Covenant sono sorti dubbi su di chi fosse poi davvero la colpa), ma anche celebrato per la cupa The Leftovers per la HBO, lo stesso canale via cavo che poco dopo la fine della suddetta serie gli propose di dare nuova vita al celebrato, mitico e osannato fumetto Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons.

Oltre alla luce verde per la realizzazione del pilot però, non c'erano più stati altri aggiornamenti, almeno fino alla giornata di ieri, in cui sulla sua pagina di Instagram pubblicava una lettera lunga cinque pagine per raccontare ai fan, in modo molto personale, come immagina lo sviluppo della serie e come è nata la sua passione per il fumetto, ovvero fin da quando aveva dodici anni.

Tanto tempo fa

È quasi più un racconto che una lettera, con numerosi flashback e flashforward nella sua stessa vita, partendo dal padre che gli diede i primi due numeri quando aveva appunto dodici anni, dicendogli che non era pronto per quello che aveva davanti, per saltare a quando aveva trentotto anni e gli venne proposta per la prima l'idea di realizzare la serie, solo un anno dopo l'uscita del film di Zack Snyder, proposta che lui gentilmente rifiutò con una citazione dal fumetto stesso che lo sconosciuto produttore non colse.

La stessa occasione si ripete due anni dopo e lui la rifiuta nuovamente, perché sa che Alan Moore aveva esplicitamente detto che Watchmen era nato per un solo tipo di mezzo, il fumetto, e qualsiasi altro lo avrebbe rovinato, al che il secondo produttore si limitò a chiedergli chi fosse questo Moore.

A quarantatré anni (oggi ne ha quarantacinque) un altro produttore gli ripropone la stessa offerta e, anche se non dichiarato esplicitamente, deve trattarsi di qualcuno della HBO perché in quella fase era ancora al lavoro su The Leftovers e perché è ancora la casa di Game of Thrones a voler portare sul piccolo schermo il capolavoro di Moore e Gibbons.

L'idea

Il che ha portato a questa lettera, con annessi frammenti della sua vita col padre appassionato di fumetti (e fino al momento della sua morte) e quindi a raccontare la loro intenzione creativa, "loro" perché si riferisce all'intero team di sceneggiatori al lavoro con lui per ricreare il mondo immaginato nel fumetto:

Non abbiamo nessun desiderio di adattare i dodici numeri creati dalla coppia di autori trenta anni fa, perché sono terreno sacro e non vanno ricostruiti, ricreati, riprodotti e nemmeno va fatto il reboot.

E spiega che verranno, in un certo senso, remixati, perché la storia di base è troppo buona per non, usando una metafora musicale, campionarla. Ma tutto ciò che è successo nei numeri originali rimane intatto: il Commediante muore, Dan e Laurie si innamorano, Ozymandias salva il mondo e il Dr. Manhattan lo abbandona subito dopo aver fatto esplodere in mille pezzi Rorschach nel freddo dell'antartico.

E sottolinea: Watchmen è il canone di questa serie.

Dopo la storia

Così scopriamo che non sarà nemmeno un sequel. La serie sarà ambientata nel mondo creato dai suoi autori, ma nella tradizione dell'opera da cui è ispirata, questa sarà una storia originale, imprevedibile, porrà nuova domande e farà vedere il mondo attraverso lenti diverse. Ma soprattutto, sarà ambientata ai giorni nostri.

Il fumetto originale era legato agli anni ottanta, a Reagan, la Tatcher e Gorbachev, ora deve riflettere un mondo condizionato da Trump, dalla May e da Putin. La fine del mondo non è parte della storia, per cui gli eroi e i cattivi (sempre che siano distinguibili) dovranno affrontare sfide molto diverse, la storia sarà fresca, sporca, elettrica e assurda.

I personaggi

Alcuni di loro saranno sconosciuti, nuove facce e nuove maschere per coprirle.

Inoltre vogliono rivisitare tutto il secolo passato di eroi in costume attraverso occhi sorprendenti eppure familiari. Ed è in questo aspetto che correranno il rischio, ma per Lindelof correre rischi è imperativo se si vuole che una storia funzioni al meglio. 

Lindelof conclude dicendo che per ora si parla solo del pilot, ma se le cose andranno come spera, allora saranno il pubblico e i fan a decidere, da parte sua lui sa di avere avuto la benedizione del suddetto David Gibbons e di Geoff Johns, presidente e capo dell'ufficio creativo della DC Comics, ora non resta che aspettare e vedere se o più probabilmente quando Watchmen riprenderà vita sul piccolo schermo e quale versione hanno immaginato Lindelof e il suo team.

Voi che ne dite, si può costruire un mondo contemporaneo basato ma non tratto dall'opera di Alan Moore?