Più o meno esigue nel corso dei decenni, le scene post-credits nei film americani sono sempre esistite, a volte solo per proiettare gli errori di scena, altre anche per anticipare la trama del capitolo seguente, come succedeva e ancora succede con Pirati dei Caraibi.
Ma non è Jack Sparrow che dobbiamo ringraziare per quella scena in fondo ai titoli di coda del primo Iron Man, quando Nick Fury (Samuel L. Jackson) compariva in casa di Tony Stark (Robert Downey Jr) per parlargli dell'iniziativa Avengers.
E da quel momento i fan più consapevoli sono rimasti fino in fondo ai titoli di coda di tutti i diciannove film finora prodotti dalla Marvel, che li ha elevati a livello di parte integrante del suo universo cinematografico.
Era il 1986
In una intervista con Entertainment Weekly il produttore della suddetta Marvel Studios Kevin Feige ha rivelato che l'idea di inserire la prima di molte scene post e mid credit è nata da una fonte inaspettata: Una pazza giornata di vacanza o Ferris Bueller's Day Off. Qui un giovanissimo Matthew Broderick interpretava il terzo ruolo che lo avrebbe definitivamente lanciato (almeno per un po') nell'olimpo dei divi dopo War Games e Lady Hawke, interpretando uno studente che decideva di fingersi malato per non andare a scuola e trascinava i suoi amici in una serie di, appunto, folli avventure.
Sucesso enorme all'epoca e uno dei film scelto dalla biblioteca del Congresso per essere conservato nel National Film Registry, il film scritto in una settimana e diretto dal regista di culto dell'epoca John Hughes aveva una particolarità: se il pubblico per qualche motivo fosse rimasto in sala, avrebbe potuto scoprire la scena che vedete qui sopra.
Ma non solo, il film aveva un'altra particolarità.
Parlare col pubblico
Non a caso Deadpool (Ryan Reynolds) ha deciso di omaggiarlo nella sua scena post-credits: Ferris parlava spesso con il pubblico, commentando gli eventi o i suoi amici, in largo anticipo su Wade Wilson (almeno cinematograficamente) o House of Cards:
Era una scena divertente e un regalo per il pubblico che aveva avuto la pazienza di rimanere fino in fondo ai titoli di coda.
Ha raccontato Feige, ma non solo: si era reso conto all'epoca che forse non avevano gli X-Men, i Fantastici Quattro e Spider-Man, ma avevano tutti gli altri. I quali forse non erano così conosciuti come i suddetti, ma con l'ingresso in scena di Nick Fury potevano tentare una cosa mai fatta prima: far comparire altri eroi nei film di un supereroe, creando una rete che collegava tutti i film.
Non solo, Feige era ben consapevole che il grande pubblico probabilmente non avrebbe saputo chi fosse il tipo con la benda sull'occhio, come lo ha definito lui, ma sarebbe stato un omaggio ai fan e un modo per cominciare a creare un universo.
Da qui avremmo avuto l'agente Coulson (Clark Gregg) alla fine di Iron Man 2, il quale in mezzo al deserto chiamava qualcuno (sicuramente Fury), dicendo
Lo abbiamo trovato
Da cui sarebbe poi partito non solo Thor, ma più avanti nel tempo e dopo la sua morte, anche la serie Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D., che dava a Coulson almeno altri cinque anni di vita, se non sei visto che si parla di un possibile rinnovo per la serie.
Se volete rivedere tutte le scene di fila, vi lasciamo con il video che le presenta a partire da Iron Man fino a Spider-Man: Homecoming, mentre per quella in fondo ad Avengers: Infinity War, beh vi consigliamo di scoprirla al cinema:
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