È forse uno dei ritorni più attesi degli ultimi anni. Da molto tempo infatti non veniva ristampato Altered Carbon di Richard K. Morgan. Il libro tradotto in italiano da Vittorio Curtoni, arrivò nel nostro paese nel 2004 con il titolo Bay City a cura di Edizioni Nord.
Fu probabilmente l'ultimo grande successo fantascientifico della casa editrice milanese, confermato anche dai seguiti, Angeli spezzati e Il ritorno delle furie. Questa ristampa è l'occasione per recuperarlo per chi non è stato abbastanza veloce all'epoca, convinto magari che sarebbe stato ancora ristampato, e per chi si è affacciato dopo alla soglia della lettura. Bay City infatti, dopo l'edizione TEA del 2006, è andato fuori catalogo, così come i seguiti.
L'occasione per la ristampa è stata fornita dalla diffusione su Netflix della serie ispirata ai romanzi, nella quale lo stesso Morgan è impegnato come consulente. L'auspicio è che successivamente vengano ristampati anche i due successivi volumi della trilogia di Takeshi Kovacs e magari anche gli inediti, come Black Man e The Dark Defiles, il terzo volume della saga fantasy A land fit for heroes.
La nuova edizione di Altered Carbon, in uscita il 15 febbraio per TEA, riprende il titolo originale, inserendosi nella scia della promozione della serie, e ripropone la prima apprezzatissima traduzione, con una postfazione composta da un dialogo/intervista tra il giornalista e traduttore Edoardo Rialti e Morgan. Ve ne riportiamo alcune domande e relative risposte, per gentile concessione dell'editore.
Dalla postfazione di Altered Carbon
Ripensando alla genesi dei romanzi incentrati sul personaggio di Takeshi Kovacs, qual è la prima immagine che hai ‘‘visto’’? Era una scena, un personaggio, un’idea che volevi sviluppare?
La base della storia, la tecnologia delle Custodie e le sue implicazioni morali, i dilemmi morali che ne potrebbero conseguire, nacquero tutte da una discussione con un buddista, a proposito della reincarnazione, sull’idea che, se patisci una qualche sofferenza in questa vita, è perché hai commesso qualcosa di terribile in un’esistenza precedente. La mia obiezione era: ma se non puoi ricordare la vita precedente, come puoi esserne responsabile? Mi pareva semplicemente ingiusto, soffrire senza la memoria dei crimini commessi. Era un’idea che volevo estrapolare per scriverci qualcosa, ma siccome sono un materialista, non potevo utilizzare la reincarnazione stessa. Ed ecco spuntare il concetto di cambiare corpo, che ovviamente è un elemento-base della fantascienza. In effetti, la prima frase del primo capitolo è la prima che ho immaginato. Costituisce davvero l’inizio. Molti dei miei romanzi prendono le mosse da una sorta di rinascita, da qualcuno che si sveglia, che apre gli occhi.
Il tuo romanzo fu opzionato da Hollywood già molti anni fa. Puoi raccontarci quali traversie hanno incontrato le varie sceneggiature? C’erano possibilità che ti convincevano di più e altre di meno? E cosa puoi dirci della serie tv Netflix che sta per uscire?
Quando i diritti furono opzionati per la prima volta, ero molto ingenuo. Credevo che il film sarebbe uscito nel giro di un paio d’anni. All’inizio pensavo che sarebbe stato un adattamento fantastico, poi che l’avrebbero comunque adattato ma non sarebbe stato così bello, e alla fine che non l’avrebbero mai realizzato! (risata) Quando dopo sette anni di tentativi, sono scaduti i diritti e Laeta Kalogridis si è fatta avanti, in lei ho riscontrato un’autentica passione per il libro, per l’arte del libro, per il suo spirito, cosa che era un bene e un male (risata) perché certamente si trattava di una produttrice di alto livello, con numerosi contatti, eppure non si riusciva a concretizzare e uno dei motivi era che la sua sceneggiatura era troppo lunga. Tre ore e dieci minuti, circa. Non esiste né in cielo né in terra che uno studio di Hollywood finanzi un progetto simile. Aveva provato a ridurlo, ma proprio per la sua fedeltà allo spirito del libro, risultava comunque troppo lungo. Quando invece mi ha detto di questa nuova possibilità e mi ha chiesto cosa pensassi di una serie tv, ero fuori di me dalla gioia. Ecco la soluzione! ho pensato, anche perché nel frattempo le cose erano molto cambiate. I primi diritti furono opzionati alla fine del 2002. HBO aveva appena iniziato con I Soprano, e The Wire stava appunto per arrivare, ma nessuno aveva la minima idea di cosa la tv sarebbe diventata. Quando invece Laeta avanzò questa possibilità, eravamo nel 2014, credo, improvvisamente la tv era diventata un luogo ottimo per realizzarlo. Fui subito entusiasta dell’idea, e poi le cose sono andate davvero in quel modo.
I lettori italiani saranno certamente curiosi di sapere se ci siano stati autori della nostra cultura che abbiano influenzato il tuo immaginario e la tua scrittura di Altered Carbon.
Be’, mi rendo conto che forse è un po’ barare, ma tornando indietro nel tempo posso di certo evocare Sergio Leone. Gli spaghetti-western hanno esercitato una grande influenza su di me. C’è molta ambiguità morale nei suoi film e nei suoi personaggi. E – soprattutto se pensiamo a Per un pugno di dollari, Il buono, il brutto e il cattivo o Giù la testa – questo senso di piccoli gesti di bontà su uno sfondo d’orrore. E si torna a quello che dicevamo di Kovacs, quel suo sentirsi ormai tagliato fuori. In Per un pugno di dollari il personaggio di Clint Eastwood non può salvare se stesso. È troppo tardi. Tuttavia può aiutare altri in cui rivede qualcosa del suo passato. E questa è una dinamica molto potente. Ne Il buono, il brutto e il cattivo ciò risulta perfino più sofisticato, perché si tratta davvero di frammenti di bontà, come quando fanno saltare il ponte, e la cosa risulta una sorta di apoteosi per il comandante ubriacone che vuole salvare i suoi uomini. E la musica angelica di Morricone lo fa davvero spiccare come una parentesi di purezza in quel labirinto di sudicia avidità. Oppure pensiamo al soldato morente trovato in chiesa: il Buono si ferma per stare con lui nei suoi ultimi istanti, gli dà il cappotto perché ha freddo e gli fa fumare il suo sigaro, perché sarà l’ultimo piacere che quell’uomo potrà sperimentare in vita sua. È una scena che mi commuove ancora oggi.
Sinossi
Ispirato da tutti i romanzi hard boiled che ho letto, arricchito da tutti i film francesi e giapponesi che ho visto, dalle opere di William Gibson e, ovviamente dall'influenza di Blade Runner, ecco la mia versione del futuro. Un futuro noir.
Così Richard Morgan presenta il suo stupefacente esordio narrativo. Altered Carbon è un romanzo duro, provocatorio, dalla trama intrigante e sorprendente che ci proietta nel buco nero del nostro futuro, tecnologicamente avanzato ma moralmente corrotto, e assai simile al nostro presente, dato che le pulsioni degli esseri umani attraversano, immutate, anche i cambiamenti più radicali. Quale, ad esempio, la possibilità di digitalizzare la propria coscienza e trasferirla in un altro corpo, come avviene per Takeshi Kovacs, un ex soldato che si ritrova suo malgrado in un corpo «nuovo» a Bay City – una metropoli in piena decadenza, in mano a politici arroganti e spacciatori di droghe sintetiche – per far luce su un omicidio. Le indagini lo trascinano nei meccanismi perversi di una società che ha snaturato il senso della vita e della morte, una società per cui gli individui sono solo pedine in un gioco condotto da chi si può permettere l’immortalità…
Questo romanzo è già apparso con il titolo di Bay City.
Con un'intervista esclusiva all'autore a cura di Edoardo Rialti
L’autore
Richard K. Morgan è nato a Londra nel 1965. Laureato in Storia a Cambridge, ha insegnato inglese all'estero per quattordici anni fino alla pubblicazione di Altered Carbon nel 2002 (Bay City, Nord 2006), suo formidabile esordio letterario nel segno del cyberpunk. Il romanzo – il primo della serie Sci-Fi con protagonista il cinico ex soldato Takeshi Kovacs – si rivela un tale successo che viene opzionato per il cinema da Joel Silver, produttore di Matrix che ne ha acquistato i diritti a una cifra elevatissima, rimasta segreta, e conquista il prestigioso "Philip K. Dick Award". Seguono Broken Angels, nel 2003, e Woken Furies, nel 2005 (entrambi pubblicati da Nord nel 2005 e nel 2008 coi titoli Angeli spezzati e Il ritorno delle furie). Altri romanzi degni di nota sono Market Forces del 2004 (Business, Nord 2006), i cui diritti sono stati venduti alla Warner Bros, e Black Man del 2007, vincitore dell'"Arthur C. Clark Award". Tra il 2008 e il 2014 pubblica la sua prima saga fantasy A land fit for heroes, formata da The Steel Remains (Sopravvissuti, Gargoyle 2012), The Cold Commands (Esclusi, Gargoyle 2013) e The Dark Defiles (Inedito).
Morgan è anche autore di due miniserie a fumetti per Marvel Comics dedicate alla Vedova Nera.
Lo scrittore vive tra la Scozia e la Spagna.
Richard Morgan, Altered Carbon, TEA, Collana I grandi della TEA, Pagg. 528, 12 Euro.
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