Lucio odorava di cacca e di pipì da più di vent’anni, da quando sua madre era morta all’improvviso e lui aveva cominciato a dormire nel parco. Quella notte, però, non riusciva a dormire. Colpa delle stelle. Lucio non si domandava se c’era vita da qualche parte, come avrebbero fatto in tanti, e neanche si poneva quesiti in merito al perché e al percome l’universo esistesse, o altre menate del genere. Voleva solo spegnerle tutte, quelle stelle, perché facevano troppa luce e gli davano un gran fastidio. E che cazzo.

D’improvviso sentì una voce tonante che sembrava provenire dal centro oscuro della galassia.

– Sei stato scelto – tuonò la voce. – A te verrà trasmesso il sapere supremo, oh uomo! Il tuo compito sarà solo quello di diffonderlo.

Lucio fece scivolare i giornali per terra e si mise a sedere sulla panchina.

– Facemmo la stessa cosa un paio di migliaia di anni fa, con un tuo collega magrolino, ascetico e con la barba – tuonò ancora la voce. – Ma è passato troppo tempo, ormai. È giunto il momento di fare upgrade. Sei pronto?

Lucio guardò le stelle, poi sbadigliò.

– Per prima cosa ti spiegheremo come funzionava il magico girotondo del tempo, dello spazio, dell’universo e della vita. La saggezza è come la pioggia – disse la voce tonante. – Precipita e fa crescere, ma poi evapora, perché solo evaporando può di nuovo precipitare e far crescere ancora. E così via…

La voce continuò a parlare.

Insegnò a Lucio come vedere a occhi chiusi, come ascoltare toccando, come vivere e viaggiare senza mai muovermi, respirando con il pensiero, amando con i ricordi. Gli insegnò a parlare allo spirito che aleggia in tutti gli uomini e mai alle loro teste, ad abbracciare e a penetrare, l’animo delle donne, oltre che il loro corpo. Poi gli spiegò cosa c’era alla fine dell’universo e cosa c’era prima del grande Bang, ma anche cosa ci fu – e cosa ci sarà per sempre – al termine del tempo. Poi gli fece comprendere – nel dettaglio e in profondità – il senso assoluto e relativo della sua vita, e di tutte le vite nell’universo, e dell’universo stesso. E quindi gli indicò ciò che era giusto fare e ciò che non andava più assolutamente fatto – i social network, ad esempio, o i talent show – per citarne due. Inoltre, da adesso, ci si poteva accoppiare in gruppi, indipendentemente dall’età o dalla specie animale e non era più vietato uccidere, visto che vita e morte facevano parte dello stesso minestrone, come si sa.

– Il vecchio programma è obsoleto – tuonò infine la voce. – Dovete cancellare la versione precedente e sostituirla con quella che hai ricevuto tu, adesso. Hai capito? Sei pronto, oh uomo?

Lucio fece un cenno con la testa, poi si alzò dalla panchina e stancamente s’incamminò verso il viale centrale del parco, dove l’alba aleggiava tra i platani.

Gli toccava diffondere il verbo, e che cazzo.