E ci siamo anche quest'anno. Fantascienza.com sezionerà per voi il Trieste Science+Fiction Festival, una delle kermesse più riuscite del settore – più di 20.000 presenze l'anno, dicono i numeri. Nell'edizione del 2016 anno abbiamo visto cose che voi umani… come ad esempio Rutger Hauer in persona, il replicante n°1. E ben prima dell'uscita del chiaccherato Blade Runner 2049. Perché se c'è qualcosa che la vera fantascienza deve fare (e quindi anche un buon festival sci-fi) è proprio anticipare il futuro.
Il festival ci riserva una splendida stanza in hotel. Tempo una doccia dopo il lungo viaggio interstellare e siamo già nella nuova, fantasmagorica location principale del TS+F: il teatro Rossetti. Chi come noi aveva assistito alle proiezioni in sala Tripcovich non può non aver versato una lacrima quando, a febbraio, arrivò la notizia dell'imminente demolizione. Un colpo al cuore. Ma entrando al Rossetti, dimentichiamo totalmente il passato: le balconate, il cielo stellato (ottima installazione) e la qualità delle proiezioni sono un'esperienza sensoriale unica.
Rullo di tamburi e alle 17.00 parte Halloween – La notte delle streghe, il classicissimo di Carpenter. "Se si parte così, sarà un'edizione fanta-horror come tutti gli ultimi anni" dice deluso Alan, 37 anni. Anche se fosse, a noi piacerebbe un sacco, Alan. In realtà si è voluto semplicemente sottolineare la contemporaneità con la festa in questione, esattamente come l'anno scorso con il concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti, mascherati "naturali".
La prima chicca sci-fi arriva alle 20.00: Marjorie Prime di Michael Almereyda è praticamente un maxi-puntatone di Black Mirror sul tema dell'intelligenza artificiale. Ci recitano guarda caso Jon Hamme, protagonista dell'indimenticabile speciale di Natale della serie inglese, nonché Lois Smith (ricordate la signora delle piante di Minority Report?) e Tim Robbins. La storia è quindi intuibile: in un futuro lontano (o prossimo, a sentire le previsioni di Kurzweil) l'intelligenza artificiale permetterà di far vivere entità del tutto simili a uomini. In questo caso dei "semplici" ologrammi che via via verranno perfezionati dalla programmazione giornaliera. Le domande che la pellicola pone le conoscete già, ma qui vengono trattate con una profondità esemplare, cosa che ci si aspetta da un testo teatrale a un passo dal Pulitzer. Il film, proiettato al Sundance Film Festival in gennaio, è stato insignito dello Sloan Feature Film Prize, ovvero un premio dedicato alle pellicole a tema scientifico e tecnologico. Nonostante la nostra dipendenza da scienza e fantascienza, è sempre sembrato strano e un po' grottesco che il Sundance avesse dedicato un award ad Alfred Sloan, fondatore del concetto di obsolescenza programmata. Praticamente è colpa sua se il nostro iPhone dura due anni.
Si chiude questa prima mezza giornata con It Stains the Sands Red di Colin Minihan, un onesto e particolare zombie movie che riscrive i rapporti tra morti e vivi. Incuriosisce, ma tutto lì. Le aspettative per questa edizione sono così alte che è difficile accontentarsi.
Da domani si comincia sul serio. E noi non mancheremo.
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