Anche se per ovvie ragioni di età o di conoscenza generale del cinema, la maggior parte del pubblico ricorda solo il King Kong datato 1976 e quello del 2005 firmato da Peter Jackson, la storia delle origini del gorilla gigante comincia molto prima, esattamente nel 1933.

Creato da Merian C. Cooper e Willis O'Brien con la tecnica della stop motion (dai tempi lunghi e complessi anche ai giorni nostri) fu un tale successo da spingere la casa di produzione dell'epoca, la RKO pictures, a produrre il sequel Son of Kong per farlo uscire nello stesso anno.

Negli anni seguenti comparvero parecchi tentativi di imitazione, il più riuscito dei quali (perché mirato alle famiglie) fu Mighty Joe Young, datato 1949, intitolato da noi Il re dell'Africa, che vide poi un remake nel 1998 intitolato da noi Il grande Joe.

Ma arrivò il 1962, la tecnica della stop motion era diventata costosa mentre Willis O'Brien si ritrovava a cercare di vendere idee per sequel alla principali major, compreso un abbastanza strano King Kong vs Frankenstein. Eppure è da qui che comincia la storia dei più assurdi cloni di King Kong.

King Kong Escapes (1967)

Lo script di King Kong vs Frankenstein arrivò al produttore Tomoyuki Kanata, della leggendaria Toho Studios di Godzilla.

Anche per lui la stop motion era ormai datata, quando poteva agevolmente creare costumi da far indossare ad attori che avrebbero camminato su scenografie in miniatura.

Nel 1962 uscì King Kong vs Godzilla diretto da Ishiro Honda, il primo a colori dedicato al rettilone gigante, e fu un successo senza precedenti, che però portò a una co-produzione americana con la poco blasonata Rankin/Bass e alla nascita di King Kong Escapes.

Qui, un team di scienziati guidati dalla malvagia Madame Piranha (Mie Hama, protagonista fissa nei film di Honda), la quale è sulle tracce del misterioso mineale noto come Element X, estremamente radioattivo, con il quale pianifica di dominare il mondo.

L'elemento X si trova al Polo nord e per recuperarlo Piranha arruola un altro scienziato malvagio, chiamato guarda caso Doctor Who (Eisei Amamoto),il quale crea Mechani-Kong, un gorilla robot gigantesco per scavare nella caverna in cui si trova il minerale. Il quale essendo radioattivo, gli frigge i circuiti, mandandolo in avaria.

È quindi il momento di viaggiare verso Mondo Island, dove vive il vero King Kong, per catturarlo e portarlo al Polo Nord per finire il lavoro.

Come potete immaginare, le cose precipiteranno velocemente, compresa ogni traccia di logica quando Kong sembra capire benissimo l'inglese.

King Kong 2 (1986)

Con circa dieci anni di ritardo, Dino DeLaurentiis si rende conto che il suo King Kong era stato un successo commerciale e che un sequel era necessario. Peccato solo l'aver ucciso il protagonista sul finale, quindi come risolvere il problema?

Semplice, Kong non è proprio morto, ma ha bisogno di un trapianto di cuore, un cuore enorme ovviamente. E soprattutto necessità una trasfusione di sangue, il che porta a una spedizione nel Borneo e alla cattura di Lady Kong.

I due gorilla giganti ovviamente scappano, inseguiti dai militari e, spoiler alert, King Kong muore di nuovo, non prima di aver lasciato al mondo un erede.

Il film fu un fiasco, illuminato solo dalla presenza di Linda Hamilton che si trovava a metà tra Terminator 1 e 2.

Konga (1961)

Un anno prima di King Kong vs Godzilla, anche gli inglesi volevano il loro gorilla gigante senza averne i mezzi o il budget necessario.

Motivo per cui ecco arrivare il botanico Charles Decker (Michael Gough, poi diventato Alfred nei due Batman di Tim Burton), il quale sopravvive a un disastro aereo e vive per un anno con una tribù di nativi, scoprendo una strana teoria sulla crescita legata a piante carnivore e animali.

Così, una volta tornato a Londra porta con sè la piccola Konga, su cui compie esperimenti, solo che un po' alla volta ci rendiamo conto che non è tornato del tutto sano di mente e che Konga sta crescendo più del necessario.

La situazione finirà in tragedia, per quanto assurda.

Eva La venere selvaggia (1968)

In che modo rientra questo titolo all'interno dei cloni di Kong?

Semplice, la produzione italiana pubblicizzò all'epoca all'estero il film diretto da Roberto Mauri con il titolo Kong Island, anche se nel film non c'erano isole nè tantomeno gorilla, perlomeno giganti.

La storia parla di un (altro) scienziato, Albert Muller (Marc Lawrence) il quale in quel di Nairobi sta compiendo esperimenti con radiotrasmettitori impiantati nel cervello di alcuni gorilla, con lo scopo di scoprire se è possibile controllare loro e, di seguito, gli esseri umani.

Il risultato è il rapimento di Diana (Ursula Davis) da parte dei gorilla e successiva spedizione nella giungla per salvarla. Ed ecco comparire Eva, una ragazza cresciuta nella giungla che salva l'avventuriero Burt Dawson (Brad Harris) quando il team viene attaccato e sterminato dai nativi ostili.

E sarà Eva a salvare Diana e portare l'happy ending.

Queen Kong (1976)

Poco prima dell'arrivo del film di De Laurentiis, il regista/produttore/sceneggiatore egizio/inglese Frank Azama pensò che fosse una buona idea realizzare una parodia di King Kong.

La storia parte quindi dalla regista Luce Habit (Rula Lenska) la quale rapisce il ladruncolo Ray Fay (Robin Askwith) per usarlo come protagonista del suo film avventuroso ambientato nella giungla. Qui, insieme a una troupe interamente femminile, chi possono incontrare se non una gorilla gigante che si innamora di Ray?

Seguiranno catastrofi molto low budget per un film che venne bloccato da De Laurentiis ed ebbe un'uscita limitata nei cinema italiani e tedeschi, per poi diventare di culto in Giappone.

E voi, ricordate altre copie malriuscite di King Kong?