Il fumetto indipendente è, in molti paesi, il punto di partenza per capire le nuove tendenze o scoprire gli scrittori e i disegnatori che poi finiranno a lavorare nelle major dei comics. Un settore che vede gli autori autoprodursi (a volte con la ben nota formula del crowdfunding) le proprie opere o al massimo appoggiarsi ad editori molto piccoli, che spesso non sono presenti sul mercato vero e proprio.
Questo settore dell'editoria ha un suo seguito sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti, ma anche in Italia, dove non mancano casi perfino clamorosi di autori partiti in sordina e diventati autori di culto.
La vendita di queste opere non avviene nei canali ufficiali – ossia edicola, fumetteria e libreria – ma per posta, nei festival e fiere e soprattutto via internet (in alcuni casi è possibile perfino scaricare gratuitamente l'albo o la serie).
Il punto di forza del fumetto indipendente è che gli autori e i disegnatori possono essere creativi al 100%, senza dover sottostare a regole o “gabbie” editoriali imposte dalle case editrice. I lettori appassionati, dal canto loro, possono trovare nelle pagine disegnate e nelle storie nuovi interessanti stimoli. Spesso la fantascienza è uno dei generi preferiti per questo tipo di produzioni. È questo il caso di Native Lands, avvincente serie a fumetti scritta e prodotta dal giovane scrittore inglese James Cavanagh, che vede alle matite l’italianissima Cecilia Latella, disegnatrice che sta emergendo proprio dal panorama del fumetto indipendente e che è già entrata nelle mire delle grandi case editrici americane e non solo.
Nata nel 1981, Cecilia vive e lavora a Napoli. È laureata in Lettere Moderne, ha frequentato la Scuola Italiana di Comix di Napoli e ha esordito come autopubblicando la biografia a fumetti Il Cinghiale (2009), grazie alla quale è stata selezionata da Craig Thompson per un masterclass sulle graphic novels presso l’ACA (Atlantic Center for The Arts) in Florida. Ha quindi iniziato a lavorare come disegnatrice per diversi editori indipendenti nordamericani (Thrillbent.com, Lost His Keys Man Comics, Ginger Rabbit Studio, Bogus Publishing e altri). Inoltre, ha lavorato come storyboardista e character designer per MAD Entertainment e varie agenzie di pubblicità. Come autrice completa ha pubblicato il fumetto breve Balloons (2010) sulla rivista “Animals” e l’opera medievale In Absentia (2012), finanziato dal crowdfunding. Attualmente è al lavoro su una graphic novel d’amore, Le tende bianche, di prossima pubblicazione per Renbooks.
Native Lands è ambientato a Londra, in un prossimo futuro, dove quasi tutti i suoi abitanti sono stati sterminati da un misterioso cataclisma. I sopravvissuti, quasi da subito, cominciano a manifestare poteri speciali, ognuno diverso dall’altro. Dopo un'iniziale prigionia in un centro di contenimento, viene deciso che i superumani dovranno forzatamente lasciare il nostro mondo per un nuovo pianeta, chiamato Terra 5. Sull’astronave che viaggia verso questo nuovo mondo facciamo la conoscenza dei protagonisti, appartenenti a due fazioni, i Sopravvissuti di Londra e l’equipaggio umano che tiene prigionieri i primi. Tra i superumani ci sono Emma, che nella catastrofe non è riuscita a salvare la sorella, Bastian, totalmente immemore, l’orfano Charlie, Jackobie, che porta il peso di una tragedia scatenata dai suoi poteri, e gli altri involontari detentori di qualche sovrumana capacità. Al comando della nave c’è il crudele capitano Nicholas che, a differenza di quasi tutto il suo equipaggio, disprezza profondamente i suoi prigionieri, tra i quali Ellis che in segreto comincia a progettare una ribellione.
Quest’opera, arrivata ormai al quarto volume, riprende e mescola vari temi comuni soprattutto nelle serie televisive della fantascienza inglese (I Sopravvissuti, The Misfits) ma anche nella storia dell’impero britannico visto che non è difficile riconoscere l’astronave come uno dei vascelli che trasportavano nell’Ottocento gli “indesiderati” dell’impero verso la colonia d’Australia, qui rappresentata dal pianeta Terra 5.
Oltre a questo fumetto di Cavanagh, la giovane disegnatrice italiana ha un notevole curriculum nella di fantascienza. Tra le sue produzioni più interessanti, ad esempio, c'è The Endling, scritta da Jonathan Larsen, pubblicata in digitale su Thrillbent.com. La storia è ambientana ai giorni nostri, dove un gruppo di ricercatori universitari simula l’evoluzione dell’essere umano per millenni nel futuro, fino ad arrivare all’esemplare detto Endling, picco evolutivo massimo per la specie umana. Dotato quindi di una mente super-evoluta, l’Endling riesce a trapiantarsi in un corpo fisico all’interno del laboratorio di ricerca, grazie all’aiuto di un gruppetto di stagisti. La sua presenza nel mondo reale scatena una lotta senza esclusione di colpi tra coloro che lo vogliono morto e chi ne vuole invece sfruttare i poteri.
Per la casa editrice Bogus Publishing, Cecilia ha realizzato i disegni di vari numeri del primo ciclo del Dottor Muscles, uno scienziato di Philadelphia che vicino alla pensione viene trasportato a causa di un esperimento in una dimensione strana detta Quargo. Qui, si ritrova imprigionato in un labirinto, affronterà situazioni degne di un videogioco degli anni Ottanta nell’ottica di raggiungere alla fine l’Ultra Lord, l’unico in grado di farlo ritornare nel nostro mondo.
A Natale è uscita una nuova opera della Latella, dal titolo Let Go, scritto da Jon
Perry e Ted Kupper, i conduttori del podcast Review the Future. Let Go è una graphic novel sull’impatto delle nuove tecnologie (software, videogiochi, algoritmi industriali, ecc) sulla vita di una famiglia media americana, in un futuro molto prossimo. Il fumetto esplora alcuni dei temi cari al programma, in particolare la progressiva disoccupazione causata dalla automazione robotica, l’impatto dei social media e dei videogames sul comportamento dei giovani, e dall’accorpamento delle multinazionali.
Insomma, quello di Cecilia Latella è un nome che non ci sorprenderebbe vedere presto accanto a quello di illustri sceneggiatori e disegnatori del mondo dei comics americano e inglese. Del resto è oramai una tendenza consolidata per molti disegnatori nostrani, quella di passare direttamente dalle autoproduzioni a colossi come Marvel e DC Comics.
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